Newsletter Maggio 2020
GRAZIE A QUEI BENEFATTORI CHE HANNO FATTO DONAZIONI IN MAGGIO: UN ALTRO MESE DIFFICILE PER NOI A CAUSA DEL COVID-19. SPERIAMO A GIUGNO CI SIANO ALTRI GENEROSI...
IL NUOVO NUMERO DI CELLULARE PER CONTATTARE (via WhatsApp) S.K.O. IN KENYA
ED AVERE NOTIZIE SUL TABASAMU CENTRE E IL ROYAL TULIA HOME: +254745051311.
CANCELLATE IL VECCHIO NUMERO, MI RACCOMANDO!
Cari lettori, di norma il mese di maggio (periodo delle grandi piogge in Kenya), come sapete, lo passo in Italia. Non quest’anno però, come peraltro è successo anche nel 2010, con Marisa. Vuol dire che il destino ha deciso che ad ogni decennio ci sia un evento “particolare” che non consenta il libero movimento. Dobbiamo adattarci alle situazioni che peraltro evolvono in continuazione ... chissà se ad esempio sarà possibile a settembre: a me farebbe molto piacere, sia per stare un po’ con il mio nipotino Gregorio e i miei cari, ma anche per avere momenti conviviali con Voi lettori, follower, amici, benefattori, simpatizzanti e “volontari”, che d’ora in poi chiameremo “visitatori” perché sempre accompagnati da Claudio, come in realtà già avviene dal dicembre 2018.
È nota l’attenzione (forse eccessivamente paternalista in talune occasioni) che Claudio riserva ai suoi ospiti (sia al Tabasamu che al Royal Tulia) per la loro incolumità e sicurezza. Gli sviluppi accorsi al cooperante Silvia Romano hanno imposto il cambiamento della definizione delle nostre presenze, che da 10 anni si avvicendano per stare vicino ai nostri bimbi. Ci auguriamo che presto, con la riapertura degli aeroporti e dei voli, si possa riprendere la continuità della loro gradita presenza. SOLIDARIETA KENYA ONLUS è forse l’unica Non-Governmental Organization (NGO) presente in Kenya, il cui chairman Claudio Benaglia è fisso in loco, iscritto regolare all’A.I.R.E. e con Work Permit. Gli ospiti che si avvicendano nella permanenza devono seguire le regole comportamentali, sia al Tabasamu Centre che al Royal Tulia Home, per garantire loro la sicurezza e realizzare un...Sogno.
La mia presenza al Tabasamu in maggio è servita per eseguire piccoli lavori di manutenz. per contrastare le piogge.
Amref (un’organizzazione non governativa che da decenni opera in Africa) ha messo in atto un regalo dei bambini kenioti agli italiani, si chiama Komboleo, nella lingua dei bambini di Nairobi, in Kenya, vuole dire «salvare per cambiare». Ci sono parole che arrivano dall’Africa e brillano per la loro «densità» di senso Komboleo vuol significare che ci si salva soltanto stando “insieme, cambiando, cooperando”. È un gioco di società. Si può giocare nelle case con i propri cari, oppure in piccoli gruppi. È in distribuzione presso 900 famiglie. Le scatole sono distribuite, nel rispetto delle regole per contrastare l’epidemia da coronavirus, in nove città, grazie anche a una rete di associazioni territoriali amiche. Le istruzioni sono in più lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo e portoghese. Komboleo è un divertimento intelligente. I giocatori devono salvare un personaggio in pericolo, ma possono farlo soltanto insieme. Mettere in salvo, cooperando. E’ stato pensato da 34 bambini di Dagoretti, una delle periferie di Nairobi, in collaborazione con una formatrice esperta di giochi da tavolo e tre educatori kenioti di Amref. E’ bello che da quelle baracche poverissime, così dense di vita, arrivi un regalo simbolico per i bambini in Italia.
Al Tabasamu Centre continuiamo con i piccoli lavori, che risultano utili nel periodo delle grandi piogge. Per il vero è già da tutto aprile che piove, ma accettabili per quantità e distribuzione giornaliera. Il nuovo drenaggio è completo con griglia e pozzo a perdere di raccolta acqua meteorica. Alla base e a lato del contatore (racchiuso in un box metallico) abbiamo creato un basamento in cemento per appoggiare, su cui appoggiare il generatore, protetto da un involucro in ferro.
Per proteggere dall’umidità della pioggia, abbiamo realizzato anche un marciapiede all’edificio della cucina e store food.
Purtroppo si è rotta la macchinetta per testare l’emoglobina con le striscette, a seguito dell’alto consumo: come sapete uno dei problemi, soprattutto per le donne e i bambini, è la mancanza di ferro nel sangue. È uno degli esami più importanti che facciamo. Ne abbiamo dovuto comprare una nuova, nonostante i tentativi di Claudio per riparare l’esistente a Mombasa.
Abbiamo realizzato una pavimentazione in cemento con scivolo all’ingresso pedonale, molto utile per le persone anziane che accedono al dispensario e per i piccoli della scuola materna. Opera necessaria a seguito delle piogge.
Abbiamo dovuto chiudere con compensati alcune parti aerate dell’edificio “La Fattoria di Nonna Cesira” (ricostruito in modo permanente in cemento) per interrompere correnti di aria fredda e pioggia di traverso, che hanno causato la morte di ben 12 polli. È stata necessaria la visita di un esperto (non qualificato veterinario, inesistente a Kaembeni) e l’acquisto di medicinali. Ciò nonostante nelle settimane a seguire si sono aggiunte altre perdite, dimezzandone la presenza. Per dare significato ai desideri di Marisa nel ricordare sua mamma, ho voluto, non potendo avere al Centro capre e mucche (per disposizioni del Ministero della Salute), ripristinare la presenza di polli, ma non è facile …
Domenica 10 FESTA DELLA MAMMA: il Covid-19 non ci ha consentito di festeggiare, nel ricordo di Marisa: niente assembramenti! Peraltro, come in Italia, anche qui le Chiese sono chiuse, per Covid-19. Ma il nostro pensiero è comunque a Voi rivolto, care mamme e la considerazione del Vs. lavoro sempre più apprezzato, soprattutto in questo momento con le scuole chiuse. Qui in Kenya, si può dire che le donne sono tutte mamme, dalla giovane età in poi e di norma hanno molto rispetto, proprio per il ruolo che svolgono. La cosa più grave in assoluto per una donna è non riuscire ad avere un figlio, viene pure additata e mal vista, in quanto non capace di svolgere il ruolo a lei preposto dalla natura. Per il 1° anno è stata festeggiata (in casa) Barbara e grazie alla video call ho potuto partecipare anch’io.
Le coltivazioni quest’anno sono state diversificate con aree di mais e diverse verdure: mchicha, cowpeas, lady finger, brinjal, cassava (o manioca) e pampkin. La lavorazione del terreno e la semina è stata effettuata da alcuni nostri lavoratori e da gruppi di studenti, con l’intento di dividerci il raccolto. Così S.K.O. non ha avuto costi (in questi momenti di magra), usufruendo di parte del raccolto, impegnando e aiutando le persone che hanno accettato la collaborazione. La simbiosi tra il Tabasamu e la collettività si sviluppa sempre più.
Abbiamo fatto un acquisto importante e necessario per la manutenzione: una scala, che si compone in differenti 4 forme. Nella foto sottostante vedete Salama mentre pulisce i canali dalle foglie e dallo sporco. Acquistati rastrelli e slasher.
Continua l’offerta gratuita dell’acqua alla popolazione di Kaembeni: in tantissimi arrivano!!!
Un premio lo merita la nostra paziente del reparto fisioterapico più assidua. Eccola con Andrew e la sua mamma.
Martedì 19 l’Organizzazione Mijikenda Nafumanyane Amidzichenda della Costa ha donato, tramite noi, alcuni pacchi alimentari di farina per polenta, per alcuni bimbi poveri di Majengo. Mentre la grande donazione di cibo fatta a marzo da Raffaele e Antonio con mogli, oltre averla utilizzata i nostri studenti, alla mensa per il primo periodo, l’abbiamo poi (a scuola chiusa) ripartita anche con la popolazione anziana bisognosa di Majengo, che viene al nostro dispensario. Infatti il nostro Dr. Thoya Baya riscontra in questo periodo sempre più malattie collegate alla malnutrizione e carenze alimentari.
Nicole (2 anni e mezzo) non può stare per lungo tempo senza il Tabasamu Centre, sua nonna Sidi e … il mzungu Mzee Claudio (quando mi ha visto arrivare, mi è corsa incontro stringendo forte la mia gamba con tutte e due le braccia, per diversi minuti, dimostrando affetto in una misura oltre il prevedibile). Il Tabasamu Centre è CASA, è FAMIGLIA, è ACCOGLIENZA, è CONDIVISIONE, è AMORE … di Marisa, che infonde e impregna, con il Suo spirito, la nostra attività.
Di solito quando a maggio vengo in Italia, l’amico Dr. Antonio C. mi prescrive le ricette e la Farmacia R. di Erba (Co) mi dona le medicine per Nema e per Kanze (cardiopatica). Questa volta, essendo rimasto in Kenya, ho dovuto comprarle per Kanze a Malindi. (Nema, come sapete, è spirata l’anno scorso). Colpo di scena: è incinta. Pazzesco!
Le mascherine prodotte da Sidi a fine maggio sono diventate 120: congratulazioni e grazie per l’impegno profuso. Anche gli impiegati (nostri benefattori) della Fondazione Rockefeller di Bellagio (Co) stanno producendo per noi oltre un centinaio di mascherine con filtro intercambiabile, che ai primi di giugno Alberto ci spedirà … grazie!!!
Lunedì 25 intervista condotta da Erica C. con l’amico Dr. Nicola R. magistrato e la dott.ssa Laura A. psicoterapeuta, nella trasmissione della Torino Web TV, del ciclo “Quale sarà il nostro futuro…Solidarietà Globale”. Ringrazio anzitutto la conduttrice e i partecipanti per la sensibilità dimostrata e l’attenzione riservata al Tabasamu Centre. Chi volesse vedere la intervista, può usare il link: https://www.torinowebtv.it/speciale-twt-quale-sara-il-nostro-futuro-solidarieta-globale/
Mercoledì 27 ho consegnato in dono a Madam Agnes, Capo Villaggio di Kaembeni, il cellulare Nokia di Marisa. Ogni cosa che è appartenuta a Marisa la tengo come fosse una reliquia e mi piace tenerla in vita in sua memoria, ma siccome a Madam Agnes ha perso (allo shamba) il suo cellulare, ho pensato di darne un rinnovato uso, che penso sia gradito a Marisa, se fosse qui. Inoltre, considerate le pessime condizioni della sua capanna, abbiamo chiamato un fundi (artigiano) per un preventivo: anzitutto il ripristino delle pareti crollate con le piogge (intelaiatura con tronchi di legno e chiusura con terra argillosa) e poi il ripristino del tetto con lastre ondulate di ferro zincato (iron sheet).
Mercoledì 27 notte, nel corso del patrolling lungo il confine della recinzione che racchiude il compound del Royal Tulia, insieme a Saba e all’Askari Ngala, Kelly ha ucciso un serpente, ma è stata punta 3 volte, nel corso della lotta, ed il veleno non ha lasciato scampo. Aveva 10 anni, indomita, era sempre attenta e pronta a difendere i suoi padroni e la proprietà. Ho perso un amico, con cui trovavo conforto, soprattutto nei momenti di solitudine, dopo la dipartita di Marisa. Ho dei bei ricordi, tra i quali, quando ancora molto giovane (tra i 4 e i 6 mesi di vita), la domenica correndo insieme a lei attorno al perimetro della proprietà per fargli imparare quello che doveva fare la notte, con l’askari. Un cane molto intelligente nell’eseguire gli ordini impartiti, ubbidiente e affettuoso. Ogni volta che gli portavo il cibo, la mattina presto, voleva sempre, che la accarezzassi e mi leccava la mano (anche il viso talvolta, quando mi piegavo), prima di iniziare a mangiare, come segno di gratitudine e d’amore. Riposa in pace.
Nel mese di maggio sono accadute disfunzioni concomitanti sia col numero telefonico (Safaricom) che uso con WhatsApp con l’Italia, che con il laptop. Del primo problema ne ho già scritto nelle prime pagine di questa newsletter, del secondo invece, l’avevo comprato a maggio 2018 a Lecco (Media World), in offerta, dopo la perdita del precedente all’aeroporto di Addis Abeba. L’uso della tecnologia in Africa è soggetto a un facile deterioramento e la causa principale è la ditta fornitrice della corrente elettrica Kenya Power, che il più delle volte ci dà energia a basso voltaggio (può arrivare anche a soli 160 Volt, anziché 240V.), in ogni caso sempre altalenante e/o all’improvviso ce la toglie e nel ridarla con picchi di voltaggio … insomma, un disastro. Invito i lettori che ci seguono, se hanno un laptop usato, ma funzionante, da donarci: a noi servirebbe molto in quanto dobbiamo incrementare il numero a disposizione degli alunni. Al momento ne abbiamo 5, di cui 1 dato ad Emmanuel, lo studente universitario di Ingegneria elettronica, che tiene lezioni sull’uso del computer ai nostri alunni. La notizia positiva è la donazione di IPad usato (ho iniziato ad usarlo) dalla Direttrice P. della Fondazione Rockefeller: grazie!
Mercoledì 27 l’Assistente Sociale Mary ha ripreso l’impegno al Tabasamu, per 3 volte la settimana, per un altro stage legato all’attività sanitaria, mentre a febbraio e parte di marzo, con la volontaria Federica, avevano seguito insieme il reparto scolastico. In questo periodo di crisi si sono accentuati problemi sociali nella comunità rurale, con nuovi casi che ci hanno portato all’attenzione sia il Fisioterapista Andrew, che il Dr. Thoya Baya. Mercoledì 03 giugno appuntamento con i genitori.
Venerdì 29 anche Saba ci ha lasciato dopo una breve permanenza nella Clinica del Veterinario Dr. Harry. Non ho parole!!!
Abbiamo modo di ritenere che il Ministry of Education preveda di riaprire le scuole da lunedì 31 agosto, per svolgere il 2° trimestre (settembre-ottobre-novembre) dell’anno scolastico 2020. Il mese di dicembre rimane, come al solito, vacanza e il 3° trimestre (ultimo del 2020) sarebbe da gennaio a marzo del 2021, con gli esami ad aprile e dal 02 maggio 2021 si parte con il nuovo anno scolastico 2021.
Mentre gli aeroporti e i voli dovrebbero riaprire dopo il lockdown del 06 giugno, come da tale data dovrebbero riaprire bar, ristoranti e alberghi, discoteche, … riprendere tutte le attività: è un auspicio, SPERIAMO!!!
CORONAVIRUS IN KENYA
BOLLETTINO 01.05: Il Governo ha annunciato l’avvenuto inizio dei test “di massa” a Mombasa, Nairobi e in altre tre Contee della Nazione, con i primi 25 mila cittadini sottoposti a tamponi. I tamponi sono la base del lavoro investigativo della sanità pubblica per fermare l'epidemia. Testare, Isolare e trattare per spezzare la catena di trasmissione. Nel frattempo i tamponi privati a disposizione dei cittadini sono disponibili a prezzi variabili dai 70 ai 100 euro. Il Governo invece stima un costo di Kes. 2500 a tampone (circa € 20) e prevede un iter di tre tamponi a caso, il primo per verificare la positività in partenza e altri due per dichiarare guarito un paziente che risultasse negativo, prima di dimetterlo. 15 casi annunciati oggi, di cui 11 a Mombasa, portano il totale dei contagiati nel Paese a 411. Sono morte altre 4 persone, portando il totale a 21. Nel contempo si sono verificate 6 guarigioni.
BOLLETTINO 06.05: la Contea di Kilifi può disporre di una struttura sanitaria moderna dedicata all’emergenza pandemia Coronavirus. Il Governatore Amason Kingi ha inaugurato oggi la sezione dell’edificio di quattro piani che appartiene al nuovo ospedale di Kilifi in cui saranno ospitati i reparti sanitari che opereranno appositamente per curare e fronteggiare il virus Covid-19: un centro di isolamento di 150 posti letto con 2 camere di terapia intensiva dotate di ventilatori ed appositi letti. La moderna struttura ospedaliera di Kilifi, un progetto da 5 milioni di euro, è nata nel 2017 per dotare la Contea di un’Unità anticancro con servizi di radioterapia e chemioterapia. È dotata di un’unità di alta dipendenza (HDU), una di terapia intensiva (ICU), di quattro sale operatorie all’avanguardia ed attrezzature a livello dei migliori nosocomi nazionali. Lockdown totale in 2 quartieri: Eastleigh (chiamata “Little Mogadishu”) a Nairobi e la Old Town a Mombasa, dove sono concentrati i maggiori casi di virus nel Paese. Oggi altri 47 casi, per un totale di 582. Altri 2 decessi per un totale di 26.
BOLLETTINO 16.05: Il Kenya ha deciso di chiudere tutte le frontiere via terra con Tanzania e Somalia e di estendere il coprifuoco fino al prossimo 6 giugno. La decisione è stata annunciata dal Presidente della Repubblica Uhuru Kenyatta (VEDI FOTO), proprio nel giorno in cui il Paese ha registrato il record negativo di contagiati da Covid-19, ovvero 49 e il numero maggiore di decessi in 24 ore, cinque. Con 479 casi attivi e cinquanta decessi avvenuti e con 830 casi totali in poco più di due mesi, il Kenya ora sta sperimentando un incremento di contagi da quando ha istituito il tampone obbligatorio per chi valica i confini con Tanzania e Somalia. Per mitigare l'allarmante tasso di casi positivi che emergono al confine tra Kenya e Tanzania, il Segretario Amministrativo ha annunciato l'apertura di un laboratorio a Namanga, al confine tra Kenya e Tanzania, per accelerare i test e il rilascio dei risultati.
BOLLETTINO 20.05: Momenti di aggregazione tradizionali come matrimoni e funerali, in Africa, sono tra le cause principali della diffusione della pandemia. Dunque stop temporaneo ai matrimoni in Kenya, fino a data da destinarsi. Lo ha deciso l’Ufficio del Procuratore Generale. Il Kenya ha superato quota 1000 contagi da virus Covid-19: precisamente 1.029. Gli ultimi maggiori casi nel sobborgo di Likoni a Mombasa e nello slum di Kibera a Nairobi. Il numero totale delle guarigioni sale a 366, mentre il numero dei decessi è fermo a 50. Il governo tedesco ha donato due laboratori mobili per i test sotto l’egida della East African Community.
BOLLETTINO 22.05: altre 52 persone sono risultate positive ai tamponi nelle ultime 24 ore, portando il numero totale di casi all'interno del Paese a 1.161. Il totale dei tamponi effettuati fino ad ora è salito a 55.074 e i casi tuttora attivi nel Paese sono arrivati a 731. Mentre sono 380 il numero delle persone che sono guarite. I decessi sono fermi ormai da giorni a 50 e chi viene trovato positivo al tampone quasi sempre è asintomatico e comunque non versa in gravi condizioni. Il Ministro della Salute Mutahi Kagwe (VEDI FOTO SOPRA) ha annunciato che il Governo non importerà più mascherine, guanti ed altri strumenti di protezione individuale perché i produttori locali sono ormai in grado di rifornire gli operatori sanitari con prodotti di qualità comparabile con gli standard internazionali.
BOLLETTINO 23.05: è stato il Presidente Kenyatta a dichiarare i 31 nuovi contagiati nelle ultime 24 ore, un numero che porta il totale dei casi a 1192. Ad oggi il numero di tamponi effettuati è salito a 57.650 e il numero dei decessi è fermo a 50. Sono stati stanziati 30 miliardi di scellini alle famiglie vulnerabili”. Questi fondi verranno inviati direttamente alle famiglie, 250 milioni a settimana, attraverso gli account di Mpesa, per bypassare gli intermediari e la corruzione, che in passato ha limitato questo genere di aiuti. Inoltre Kenyatta ha annunciato una serie di misure per riavviare l’economia e per dare lavoro ai giovani nel campo della sanità e di opere pubbliche. Ci saranno anche iniziative per l’istruzione e per i genitori di studenti. In tutto i fondi elargiti per l'emergenza, tra aiuti economici, sanitari e alla comunità saranno quasi 54 miliardi di scellini kenioti. Il coprifuoco nazionale, almeno in alcune Contee del Kenya, potrebbe terminare presto, come pure diverse contee del Kenya potrebbero riprendere i movimenti dentro e fuori dai loro limiti territoriali. Kenyatta ha promesso che presto emetterà un decreto di allentamento delle misure, con la presentazione del piano di ripresa economica con aiuti di 54 miliardi di scellini. Ci aspettiamo tutto questo entro il 06 giugno.
BOLLETTINO 25.05: Nel programma economico di Governo per affrontare il dopo pandemia, il Presidente Uhuru Kenyatta ha messo al primo posto una sinergia tra servizi sociali ed infrastrutture che, se veramente applicata, potrebbe essere un’importante svolta per il Kenya. Ecco la disposizione di Kenyatta: dare lavoro a mezzo milione di giovani disoccupati, impiegandoli nella riparazione delle strade del Paese dopo la stagione delle piogge. Un problema portato alla luce dal Ministero della Salute riguarda i troppi pazienti che forniscono dettagli sbagliati (contatti e numeri di telefono) per la loro tracciabilità e quella dei loro parenti e contatti, vanificando in questo modo gli sforzi di contenere la diffusione del virus oltre a mettere a rischio i familiari di coloro che sono risultati positivi. L’omertà, specie in questo caso, non aiuta affatto, ma il depistaggio è ancora peggio perché fa anche perdere tempo e dirotta il personale sanitario dove non dovrebbe. Una buona notizia: il direttore generale della sanità Patrick Amoth, anche grazie al buon lavoro svolto dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in Kenya, è stato nominato Vicepresidente del comitato esecutivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con un mandato di 2 anni.
BOLLETTINO 26.05: lo ha detto il Segretario Amministrativo della Sanità: abbiamo notato un comportamento inquietante e pericoloso, che riguarda le persone che hanno dato falsi contatti durante i test mirati. Ne abbiamo parlato negli ultimi due briefing e voglio ribadire che è importante fornire informazioni accurate perché solo così è possibile rintracciare i contatti. In pratica i keniani positivi depistano gli operatori sanitari fornendo false informazioni sui congiunti: incredibile.
BOLLETTINO 27.05: Sono 123 i nuovi positivi (di cui 1 nella Contea di Kilifi) al tampone nel Paese nelle ultime 24 ore, per un totale di 1.471 casi. Vengono inoltre segnalati 3 decessi. Si registra l’esplosione di casi di positività negli slum, i ghetti poveri della metropoli, in particolar modo Mathare e Kibera. l’indisciplina della gente che conduce già una dura lotta per la sopravvivenza non favorisce la frenata del contagio. l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede per l’Africa Subsahariana tra fine giugno e metà luglio.
BOLLETTINO 28.05: il Ministro della Salute Mutahi Kagwe ha annunciato che oggi 147 persone sono risultate positive al tampone, portando il totale dei casi confermati a 1.618. Altre 3 persone sono morte, portando il totale dei decessi a 58. Le autorità della Contea di Kilifi hanno reso noto che l’unico caso rilevato ieri, dopo due mesi di assenza di persone sintomatiche, è stato scoperto nella struttura di quarantena di Rabai, nell’entroterra tra Kilifi e Mariakani.
BOLLETTINO 30.05: altri 143 casi positivi (per la maggior parte a Nairobi), per un totale di 1888 e 63 decessi in totale.
Coronavirus e lockdown: le foto da tutto il mondo. Le 50 immagini finaliste del concorso organizzato dall’app Agora che ha raccolto quasi 16 mila foto letteralmente da ogni parte del Pianeta. L’immagine sotto riportata, tra le finaliste, è arrivata da Nairobi.
CONSIDERAZIONI ... UTILI IN QUESTI MOMENTI BY CLAUDIO
A molti può apparire come una totale mancanza di compassione e solidarietà, anzi per taluni, arroganza e maleducazione, invece parlar chiaro non è scortesia o maleducazione. Per il vero, la cortesia a volte è una forma di ipocrisia, molto utilizzata nei rapporti a discapito della sincerità e della verità e per una persona schietta come me ... SMETTIAMOLA di dire quel che la gente vuole sentirsi dire! La compiacenza è la deriva peggiore di una società.
Al 1° maggio 3.257.520 casi nel mondo di Covid-19, di cui negli USA 1.070.000 e in Italia 205.500; mentre i morti nel mondo 233.400, di cui in Italia 28.000. Al 30 maggio sono diventati 6 MILIONI i casi, di cui 1.750.000 negli USA. I morti nel mondo oltre 365.500 unità, di cui in Italia oltre 33.000.
Alla guida del «laboratorio degli italiani», l’EPIcx Lab che a Parigi studia i modelli delle epidemie, c’è Vittoria Colizza, fisica romana da nove anni in Francia: «All’inizio dell’epidemia abbiamo scoperto che il 60 per cento dei contagiati non viene individuato: bisogna fare i tamponi, e nel numero maggiore possibile».
I dati dell’Istituto Superiore della Sanità ci dicono che il 21 febbraio quando Mattia Maestri, il paziente 1 di Codogno, fu trovato positivo c’erano già oltre 1000 persone tra la Lombardia e l’Emilia Romagna che mostravano sintomi e successivamente identificati anch’essi positivi al covid-19. Sappiamo che i contagiati Covid identificati come tali rappresentano solo la punta dell’iceberg dei malati totali. Possiamo quindi ipotizzare con una ragionevole certezza che in quel giorno c’erano in queste due regioni già diverse migliaia di affetti dal virus. I numeri alti dei malati e dei deceduti nelle dieci settimane trascorse da allora sono stati l’inevitabile conseguenza del fatto che quando fu scoperto il focolaio non era più un fuocherello bensì già un incendio divampato. Il ritardo nell’identificazione dei contagiati a Codogno era dovuto ai protocolli di testing limitati a chi rientrava dalla Cina o era entrato in contatto con qualcuno che era rientrato dalla Cina. La maggior parte dei contagiati ha sintomi lievi, o addirittura nessun sintomo. OCCORRE UN‘IDENTIFICAZIONE PRECOCE DEI POSITIVI!
«Il farmaco antivirale Remdesivir funziona contro Sars-CoV-2». Non nasconde l’entusiasmo il virologo Guido Silvestri, docente italiano alla Emory University di Atlanta. Remdesivir dovrebbe essere approvato dalla Food and Drug Administration per uso ospedaliero negli Usa. Si tratta di un farmaco sperimentale, non ancora in commercio. Il trattamento previsto è di 5 o 10 giorni, a seconda della gravità.
Lo storico israeliano Yuval Noah Harari, è il celebre autore di best-seller come Sapiens e Homo Deus. «Oggi c’è meno cinismo, si è capito che non bastano gli aiuti, serve solidarietà. Il coronavirus ci sbatte in faccia che l’umanità è globale, ha un solo destino. Il pericolo vero non viene dal virus ma dai demoni interiori del genere umano, come l’odio e la cupidigia. Speriamo che con la crisi la gente capisca l’importanza della solidarietà globale per le sfide comuni: la salute nostra e del pianeta sono connesse».
In Africa si paventano dai 300 mila ai tre milioni e 300 mila morti, «a seconda delle misure prese per fermare il contagio», hanno scritto ad aprile le Nazioni Unite; 22 milioni di malati potrebbero aver bisogno di ricovero in ospedale e, di essi, oltre 4 milioni necessitare di (quasi inesistenti) terapie intensive; 20 milioni di posti di lavoro possono svanire (in un contesto dove occorreva crearne 20 milioni in più); altri 29 milioni di persone rischiano la povertà assoluta. Al 20 aprile i malati accertati di Covid-19 in tutta l’Africa erano 21 mila, a fronte di una popolazione di poco meno di un miliardo e mezzo di persone, ma l’Africa Center for Strategic Studies parla di un contagio che cresce del 25% al giorno in 47 Paesi. Il 40% dei bambini africani fino ai 5 anni è denutrito, dunque più esposto. Abbiamo imparato a lavarci le mani ossessivamente, ma il 36% delle abitazioni africane non ha acqua corrente e un altro 30% vi accede in modo limitato. Servono subito 100 miliardi di stimolo fiscale e altrettanti per gli interventi sanitari. Serve incidere sul debito africano, come chiedono le Nazioni Unite: «Due anni di moratoria per consentire spazio fiscale ai Paesi che accusano perdite pesanti».
Covid è una malattia sistemica, il cui raggio d’azione si allarga all’intero organismo, danneggiando anche vasi sanguigni, reni, intestino (diarrea), occhi (congiuntivite) e cervello (encefaliti, crisi epilettiche, perdita di coscienza, perdita dell’olfatto, ictus). «Questa malattia può attaccare quasi tutto nel corpo con conseguenze devastanti», spiega Harlan Krumholz, dell’Università di Yale, sulla rivista Science. Il virus inizia il suo cammino entrando nella gola e nel naso, dove trova un ambiente accogliente. Quindi produce infinite copie di sé stesso per invadere altre cellule. Quando il virus si moltiplica, la persona contagiata può diffonderlo, rimanendo asintomatica oppure iniziando ad avere febbre, tosse secca, mal di gola, perdita di gusto e olfatto, dolori al corpo e alla testa. Se il sistema immunitario non riesce a respingerlo in questa fase iniziale, il virus avanza causando la polmonite. In altre persone le cose possono peggiorare all’improvviso e si sviluppa la cosiddetta “sindrome da stress respiratorio acuto”, dove i livelli di ossigeno nel sangue crollano e respirare diventa sempre più difficile, con possibilità di arrivare alla morte. Si pensa che ciò possa dipendere da una iper reazione del sistema immunitario, chiamata “tempesta di citochine”.
«Ora che le economie tentano la ripartenza c’è un’opportunità di portare con sé una maggiore eguaglianza sociale e sostenibilità, che potrebbe sfociare in una nuova era di prosperità. Con il riavvio delle economie, avremo infatti la possibilità di fare leva sulle nuove tendenze di consumo anche in relazione ai nuovi bisogni per perseguire una ripresa fondata su una maggiore attenzione al cliente, sostenibilità e uguaglianza sociale».
La pandemia dovrebbe averci insegnato che non possiamo più permetterci di trascurare le emergenze epidemiologiche anche se si verificano lontano da casa nostra. Per questo non andrebbe sottovalutato l’appello lanciato qualche giorno fa dall’Unicef a sbloccare il trasporto e la consegna dei vaccini ordinari per milioni di bambini dei Paesi poveri del mondo. Tra le conseguenze paradossali della pandemia da coronavirus c’è infatti che il lockdown dei trasporti internazionali ha fermato la distribuzione di vaccini fondamentali, creando il rischio del ritorno di malattie che sembravano sconfitte, dal morbillo alla polio.
Il Sars-CoV-2 è un grande sconosciuto, una immensa incognita che pesa sul nostro futuro e di cui sappiamo poco, molto poco. Ad oggi sono, infatti, più i punti interrogativi che le risposte certe che la scienza è in grado di dare su questo nuovo virus. Sappiamo che è nato nella ormai famosa città cinese di Wuhan ma non abbiamo idea di come si sia sviluppato. Alcuni pensano a un virus di laboratorio sintetizzato apposta per non si sa bene quale strategia complottistica, altri a qualcosa di sfuggito al controllo in laboratori di ricerca non sufficientemente sicuri, ma l'ipotesi sin qui maggiormente accreditata è quella di un salto di specie attraverso i pipistrelli. Animali che sono considerati dei veri e propri serbatoi virali in quanto caratterizzati da un sistema immunitario unico tra i mammiferi, in grado di permettergli di veicolare virus (inclusi rabbia, Ebola, Sars ecc.) senza subirne gli effetti dannosi.
Ancora una volta Angela Merkel, seppur un mese fa opposta fermamente a ogni ipotesi di debito comune, si conferma maestra del surplace tattico e inarrivabile nel cogliere l’attimo, piazzando lo scatto decisivo. La cancelliera ha capito che le migliori condizioni d’uscita della Germania dalla crisi e la sua potenza di fuoco le impongono un’ulteriore responsabilità di fronte all’Europa, in nome della solidarietà dovuta ai partner e non ultimo in nome dell’interesse nazionale tedesco: solo se tutti torneranno in salute, la Germania potrà restare forte.
Tra le tecnologie che il virus ha fatto emergere non c'è solo WhatsApp, Zoom e Amazon: c'è anche la bicicletta che di digitale non ha nulla e, anzi, risale a oltre duecento anni fa. Le origini sono legate a un disastro naturale, proprio come la situazione che stiamo vivendo oggi. È il 1816, non c'è nessuna estate. In cielo permane un'oscura coltre di polvere e cenere creata un anno prima dall'esplosione di un enorme vulcano in Asia. La siccità morde. Soprattutto i cavalli che all'epoca sono il principale mezzo di trasporto. Muoiono e diventano allo stesso tempo enormemente costosi. Offerta ridotta e domanda debole. «Escono» dal mercato. Un conte tedesco, Karl Drais, si inventa un mezzo a due ruote che richiede ancora la spinta diretta delle gambe. Il risultato è un disastro. Le persone si dividono tra entusiasti e preoccupati conservatori. La curva di apprendimento in assenza di freni e pedali fatica a prendere il volo. La draisina causa incidenti. Proteste. E già nel 1817 viene regolamentata a Milano con un editto regio. I pedoni esultano. Solo mezzo secolo dopo un francese porta la sua draisina a riparare da un fabbro e il nativo digitale (il figlio del fabbro) la prova e la boccia: «Papà che fatica. Non corre». Se il nativo digitale figlio ha una giusta intuizione è il Naid padre che trova la soluzione analogica: aggiunge i pedali (erano già presenti nei disegni di Leonardo da Vinci). La maggiore velocità porta poi a un ulteriore salto tecnologico: ora servono necessariamente i freni. Pochi anni fa Will Shu, un altro Naid (è del 1979), mentre consegna cibo con la bicicletta, guarda il proprio smartphone e fa due più due, diventando milionario (è il fondatore di Deliveroo). Di fatto le app sono l’asola e la bicicletta è il bottone, nato come ornamento millenni prima.
Ilaria Capua è una delle nuove protagoniste della comunicazione post coronavirus, con la sua competenza. Già nel 2003 ai tempi dell’aviaria aveva fatto parecchio per distinguersi nel mondo della scienza e della virologia, ma per continuare la ricerca a modo suo ha lasciato l’Italia ed è andata in Florida, a dirigere il centro di eccellenza One Health dell’Università, inventandosi un progetto di Salute circolare con la mente sempre in cerca di nuovi stimoli. Dice: Homo Sapiens non si è preso la responsabilità, ha trattato il suo ambiente come un interesse secondario e ha creato un sistema perfetto per la diffusione di questo patogeno in tutto il mondo. Ora bisogna rovesciare la prospettiva, non più sfruttare il pianeta ma esserne i guardiani. Homo Sapiens ha provocato tutto ciò con la sua noncuranza, arroganza, cupidigia, avidità, ingordigia. La pandemia è la prova che non possiamo strafare e permetterci di “non essere perdonabili” da Madre natura, perché ci estingueremmo. Bisogna progettare con lei una coesistenza virtuosa, civile. Costruire una mappa mentale guidata da quello che Covid-19 ci ha forzato a fare. Un futuro meno di corsa, con meno macchine e meno aerei. ora il problema è quello di nutrire il Pianeta, investire in risorse alimentari a misura non di uomo, ma del Pianeta. Il cambiamento climatico ed altre grandi sfide vanno viste nel loro insieme, non a pezzi. E per fortuna che abbiamo la tecnologia che ci tiene connessi. Cambiare mappa mentale vuol dire anche capire che faremo più call su Zoom, che sono più efficienti, non si perde tempo, si rispettano gli orari: è un altro modo di lavorare. Bisogna metterlo a fuoco e sfruttarlo al massimo. Tagliare, sostituire quello che è sostituibile. Meno movimento materiale, più connessione immateriale. Madre natura o il Padreterno non ci hanno mandato un virus altamente mortale che uccide i bambini, è un nemico che dobbiamo gestire insieme all’inquinamento, allo spreco, alla salute nel suo complesso. Insomma dovremo conviverci, come con l’influenza.
Uno studio in Giappone ha scoperto che il rischio di infezione in ambienti chiusi è quasi 19 volte superiore a quello all’aperto. Le caratteristiche epidemiologiche del SARS-CoV-2 mostra come una piccola percentuale di persone è responsabile di una grande quantità di infezioni, ma molti non contagiano affatto.
È innegabile che il digitale abbia giocato un ruolo fondamentale nel consentire al Paese di non bloccarsi del tutto ma di trovare nella tecnologia e nelle soluzioni innovative la formula vincente per continuare a lavorare, studiare, relazionarsi e vivere in un quotidiano diverso: il digitale non è un accessorio ma una risorsa imprescindibile.
TRATTO DAL NUOVO LIBRO: … Le pandemie sono eventi catastrofici, ma sono anche degli aggiustatori, dei rimodellatori sociali: obliterando il passato, offrono lo spazio e la flessibilità per far entrare il nuovo. Questo «nuovo» tanto decantato — e tanto spaventoso al contempo — è il futuro al quale stiamo andando incontro. l trovarci faccia a faccia con un virus nuovo, proveniente da una foresta asiatica, passato per due animali che non avrebbero mai dovuto trovarsi nello stesso posto, e diffusosi su scala globale a una velocità insostenibile anche per l’uomo, ci costringe a fare i conti con il nostro ruolo sulla Terra. Che deve necessariamente evolversi da quello di invasore a quello di custode del pianeta e dei suoi equilibri. Volenti o nolenti, infatti, siamo noi la specie che ha la capacità di comprendere i meccanismi che regolano la natura e, di conseguenza, ne ha la responsabilità. Conoscere e, quindi, tutelare la biodiversità deve essere uno dei nostri compiti primari, per almeno due ragioni: innanzitutto per proteggerci dai «pericoli» che essa cela (ovvero i patogeni a noi sconosciuti che albergano in tutte le specie animali); in secondo luogo, perché la biodiversità è una ricchezza straordinaria anche in termini di soluzioni agli stessi pericoli che genera. Con il lockdown, è come se la natura si fosse risvegliata e ripresa i suoi spazi — spazi che, prima, le erano preclusi. Confinarci in casa, poi, pare avere effetti positivi non solo nella lotta al virus, ma anche in quella contro l’inquinamento. L’acqua di Venezia è pulita e trasparente. L’osservatorio della NASA ha sottolineato come sia bastata qualche settimana di ritiro della specie umana per ridurre in modo drastico il problema considerato praticamente irrisolvibile (oltre che gravissimo) dell’inquinamento cinese. La pandemia sta facendo prendere una boccata d’ossigeno al pianeta Terra. Madre Natura si sta risvegliando: è come se stesse sbadigliando e stiracchiandosi. Mi auguro che non lo dimenticheremo. È tempo, piuttosto, di lasciar andare ben altro: la nostra attitudine a colonizzare, infestare, inquinare e distruggere. Quella sì, che è controproducente.
«Il virus si sta diffondendo in Africa più lentamente di quanto ha fatto in Europa – spiega don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm – ma potrebbe mettere alla prova il continente per un lungo periodo, senza che le persone che ci vivono possano contare su sistemi sanitari strutturati come i nostri, che pure sono stati messi in crisi. Non possiamo rimanere indifferenti e fermi, abbiamo visto la sofferenza causata dal virus da vicino». La sfida più grande è l’Africa. la salute dell’Africa è la salute del Mondo intero. Oggi come non mai il Covid19 ci mostra, con drammatica forza, questa stretta connessione.
Una variante del virus Sars-CoV-2 «estremamente meno potente» è stata isolata a Brescia nel laboratorio di Microbiologia dell'Asst Spedali Civili, diretto dal presidente della Società italiana di virologia (Siv-Isv) Arnaldo Caruso. Ha detto: «Non sappiamo ancora se e quanto circoli questa variante, né se sia geneticamente diversa dalle altre. Possiamo però dire che qualcosa sta succedendo».
In una ricerca di Singapore si indicano i giorni di infettività massima che sarebbero 11, non oltre. Dunque l'infettività inizia poco prima e con l'insorgenza dei sintomi e diminuisce rapidamente entro la fine della prima settimana di malattia.
Si può dire che ormai non c'è un luogo sulla Terra che non sia stato alterato dalla presenza umana. Ora è giunto il momento che dobbiamo fare pace con la Natura, rispettarla e smetterla di dominarla. Ne va della nostra esistenza.
«Desideriamo soldi, riconoscimenti e avvenimenti straordinari, ma la felicità risiede nella mentalità»
LA NOSTRA RUBRICA DAL TABASAMU CENTRE VISIONI ..... DELLA VITA, by CLAUDIO
La newsletter mensile non serve solo portarvi a conoscenza di come procede il Tabasamu Centre, il suo sviluppo, di come spendo i soldi raccolti, ... ma vuole costituire anche un momento di riflessione, con approccio culturale, ... per conoscere la filosofia di vita scelta nello svolgimento del lavoro solidale, che desidero condividere con Voi: grazie a tutti i lettori per la volontà di seguirci, Claudio
«Ogni ingiustizia su una persona che lavora significa calpestare la dignità umana» e in questo momento avviene con particolare frequenza: è duro Papa Francesco nell’omelia della messa a Santa Marta, la mattina del Primo Maggio.
La politica in Italia ha sostituito l’odio con il sussidio, all’insegna del «nessuno verrà lasciato indietro». Non si sta promettendo austerità ma protezione. Al punto che il governo, che pure dispone del Reddito di cittadinanza, ha intenzione di costruire un nuovo veicolo di welfare, il reddito di emergenza. È dunque la trappola del sussidio, del bonus ritagliato per ogni segmento sociale, la mediazione che la politica offre al disagio.
L’anticipazione del nuovo libro del papa emerito Ratzinger Benedetto XVI parla di crisi della società contemporanea e paragona il «matrimonio omosessuale» e l’«aborto» al «potere spirituale dell’Anticristo. «La crisi della fede ha portato anche a una crisi dell’esistenza cristiana». «La vera minaccia per la Chiesa e quindi per il ministero petrino non risiede in queste cose, bensì nella dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddicendo le quali si resta esclusi dal consenso sociale di fondo». Si tratta della «ideologia relativista» da sempre al centro della denuncia di Ratzinger: «L’inganno religioso supremo è quello dell’Anticristo, uno pseudo-messianismo mediante il quale l’uomo si glorifica al posto di Dio e del suo Messia». «La società moderna è nel mezzo della formulazione di un credo anticristiano, e se uno si oppone, viene punito dalla società con la scomunica» ...
Dal nuovo libro di Papa Francesco sul tema delle relazioni e della comunicazione della fede: … Soprattutto nelle società occidentali il verbo «fissare», l’atteggiamento contemplativo sembra non avere più cittadinanza, essere sparito dal paesaggio quotidiano, nella vita di tutti i giorni. Nessuno fissa più nessun altro, anzi se questo accade scatta automatico un senso di disagio e una reazione come di fronte a un pericolo. Si è perso così qualcosa, nessuno guarda negli occhi l’altro, non si «sta» uno di fronte all’altro, fermando per un attimo la corsa frenetica del tempo a cui siamo sottoposti. Gli uomini «comunicano» non solo perché si scambiano informazioni, ma perché provano a costruire una comunione. Le parole devono essere quindi come dei ponti gettati per avvicinare le diverse posizioni, per creare un terreno comune, un luogo di incontro, di confronto e di crescita. Questo avvicinamento ha come condizione di partenza quella di essere disposti ad ascoltare con pazienza le posizioni dell’altro perché fissare, guardare presuppone accettare di essere fissati, guardati: nella comunicazione ci si offre uno all’altro...
Alberto Alesina (morto improvvisamente il 23.05 in America), uno dei maggiori esperti di economica politica, editorialista ed economista, Visiting Professor alla Bocconi, è stato direttore del dipartimento economico dell’Università di Harvard e il giovane artefice della moderna «political economy». La miglior definizione che ho trovato adatta a lui, per meglio ricordarlo:
“La curiosità delle persone intelligenti, che non smettono mai di ascoltare e di imparare”.
Questo atteggiamento d’umiltà deve caratterizzare tutti noi in questi momenti di grandi cambiamenti.
La geografia dello sviluppo era stata riscritta con l'emergere del nuovo triangolo industriale Treviso-Varese-Bologna, eravamo diventati un Paese trainato dalle esportazioni e infine Milano aveva riscoperto le sue ambizioni di città globale tanto da poter essere accomunata nelle comparazioni internazionali a Parigi, Monaco, Barcellona e persino a Londra o New York. il Nord era riuscito a mantenere il suo vecchio profilo identitario e la cultura comunitaria ma era stato capace di rimodularli in base ai dettami dell'economia moderna. Troppi giovani talenti fuggivano all’estero con la sensazione di non avere chance in patria, le multinazionali tascabili non riuscivano a diventare poli aggreganti e ad ogni fusione intravedevamo la supremazia dello straniero, la mappa della trasformazione digitale assomigliava alla classica pelle a macchia di leopardo, il terziario era poco avanzato e tanto low cost. Ma fatta la somma dei vizi e delle virtù si poteva dire che il Nord si era preso il compito di garantire il nostro posto nel mondo. sul banco degli imputati la globalizzazione: c'è chi pensa a un atterraggio morbido grazie a una regionalizzazione per macro-aree, e chi invece teme che il mondo aperto venga mangiato dall'aspra competizione tra i due capitalismi politici di Washington e Pechino. Ma proprio perché ritorna prepotentemente in discussione il nostro posto del mondo non possiamo che riprendere a guardare al Nord, che resta comunque una delle aree forti d'Europa. Secondo una ricerca, tuttora in corso, condotta su 25 città globali dalla Fondazione Mattei in collaborazione con i maggiori specialisti di politica urbana, si andrà verso una combinazione di luoghi e di flussi, i primi saranno costretti a riorganizzarsi e i secondi saranno per buona parte delegati alla Rete. Avremo catene di produzione più corte, turismo di breve raggio, più lavoro in remoto, maggiore responsabilizzazione della governance locale. Un modello misto in cui si mescoleranno in maniera inedita i territori e Internet, due culture che in passato avevamo descritto in totale contrapposizione e oggi troviamo alleate. È in questo contesto in cui i luoghi torneranno a contare che il Nord è chiamato a giocare le sue carte e Milano a riprendere la sua corsa.