Newsletter Giugno 2020

GRAZIE A QUEI BENEFATTORI CHE HANNO FATTO DONAZIONI IN APRILE, MAGGIO E GIUGNO: MESI DIFFICILI PER NOI A CAUSA DEL COVID-19. IN PARTICOLARE VORREI RINGRAZIARE LA FAMIGLIA VERGANI DI GORGONZOLA, L’AMICO NICOLA R. MAGISTRATO DA NAPOLI E GLI IMPIEGATI DELLA FONDAZIONE ROCKEFELLER-BELLAGIO CENTER, OLTRE A MIO FRATELLO ALBERTO E NUMEROSI BENEFATTORI CHE NON CI DIMENTICANO E COSTITUISCONO IL NOCCIOLO DURO DELLE DONAZIONI, COME AD ESEMPIO CON IL SOSTEGNO ALLA BABY CLASS.

 

RICORDATEVI DI DESTINARCI IL 5X1000.

Codice fiscale: 91019810133. GRAZIE!

 

IL NUOVO NUMERO DI CELLULARE PER CONTATTARE (via WhatsApp) S.K.O. IN KENYA

ED AVERE NOTIZIE SUL TABASAMU CENTRE E IL ROYAL TULIA HOME: +254745051311.

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TURISMO ESPERIENZIALE, o se preferite TURISMO SOLIDALE o se volete TURISMO RESPONSABILE, ecco cosa VI PROPONIAMO: vivere un’esperienza unica!!!al TABASAMU CENTRE di Kaembeni/Majengo e al ROYAL TULIA HOME di Malindi, con Claudio, Chairman di SOLIDARIETA KENYA ONLUS. INSIEME in un mix di esperienze umane e sociali, in cui i sentimenti e le emozioni vengono esaltate, interagendo con i nostri 467 bimbi, unitamente al relax nei week end all’Oceano Indiano o in Savana per un Safari Fotografico, anche a visite culturali e una permanenza che nel complesso Vi arricchisce di contenuti, di umanità, di condivisione ad un progetto, di sobrietà, di essenzialità, di lotta allo spreco, che Vi fa star bene. Perché far del bene, … fa bene, a sé stessi, anzitutto

 

 

1° GIUGNO il Kenya ha festeggiato il Madaraka Day: il 1° giugno del 1963 (57 anni fa), il Governo Ombra keniano, con Jomo Kenyatta Presidente (padre dell’attuale Presidente), si assunse la responsabilità (questo il significato della parola "Madaraka": impegno, responsabilità) di darsi le prime regole interne, in poche parole forgiando il primo stralcio della Costituzione del Kenya, che poi sarebbe entrata in vigore il 12 dicembre dello stesso anno. Una ricorrenza importante, non solo per il suo valore simbolico (primo passo consapevole verso l'indipendenza dal colonialismo inglese, che è durato ben 78 anni, dal 1885 al 1963) ma perché nello stesso giorno il vessillo con lo scudo simbolo di chi aveva lottato per l'indipendenza, su sfondo nero rosso e verde è stato mostrato per la prima volta in pubblico.

Nel discorso del Presidente Uhuru Kenyata (figlio del 1° Presidente Jomo), dopo aver espresso l’orgoglio keniota di ciò che è stato fatto e costruito sino ad oggi, ha dichiarato: Se vogliamo premere il pulsante di reimpostazione e ri-immaginare i nostri sogni come nazione, dobbiamo trasformare la nostra cultura civica in una cultura tendente al dovere, al duro lavoro e all'integrità. Abbiamo bisogno di leader politici totalmente impegnati nella promozione non di sé stessi, ma di ciò che trasformerà la vita del nostro popolo in linea con ciò che i nostri padri fondatori desideravano.  Infatti, come ha detto Martin Luther King, Jr: "Abbiamo bisogno di leader politici non innamorati del denaro, ma innamorati della giustizia.  Non innamorati della pubblicità, ma innamorati dell'umanità".

Giovedì 04 Laura B., dopo aver letto la precedente newsletter, ci ha donato oltre il valore del costo della macchinetta della emoglobina: Grazie!!!  

Venerdì 05 meeting al Tabasamu con la mamma di Philips, Mary Assistente Sociale, Sidi e il Fisioterapista Andrew per il problema di salute del bimbo di 10 anni. Un secondo meeting con la nonna di Loyce bimba di 6 anni (la cui mamma se ne è andata dal nucleo familiare), con problemi di malnutrizione ed infine Bryan, di 4 anni, altro caso di malnutrizione.

    

Philip è paziente del nostro Dott. Thoya, mentre i due casi clinici e di malnutrizione sono pazienti di Andrew fisioterapista e insieme a Sidi e Mary ci intratteniamo per discutere i vari casi e trovare insieme la soluzione idonea.

 

Lunedì 08 e mercoledì 10 distribuzione di food e vestiti al Tabasamu Centre, di gruppi sia di nostri bambini orfani o con un solo genitore, sia di adulti e anziani poveri. Il Coronavirus ha prodotto una carestia con diversi casi di malnutrizione. In aprile e maggio sono stati dati singolarmente (senza foto). In totale abbiamo distribuito 300kg. di Mais e 400kg. di Beans. Il food era stato donato dai benefattori Raffaele e Antonio e dei loro amici di Napoli in periodo pre crisi Coronavirus. Solo una parte lo abbiamo usato in mensa sino al 14 marzo, poi la scuola è stata chiusa e nel corso dei mesi l’abbiamo distribuito.

 

 

    

 

Abbiamo consegnato (era previsto in aprile, ma la pandemia ha stravolto i programmi) anche i vestiti ai nostri bimbi più bisognosi. Sidi e Mary hanno coordinato la consegna come avvenuto a marzo alla presenza della volontaria Federica, per la baby class. Di solito la consegna avviene nei mesi di vacanza: Aprile, Agosto e Novembre-Dicembre, chiamando solo gli studenti a cui assegnare i vestiti, in quanto è impossibile avere a disposizione vestiti per tutti gli oltre 460 alunni. Abbiamo già verificato in precedenza che i bambini che non ricevono il dono ci rimangono male … 

 

 

 

 

Martedì 09 acquisto di cibo settimanale, secondo l’ordinativo redatto dal nostro personale sanitario, per i due casi di malnutrizione. Si tratta, ognuno, di: mix porridge, rice, beans, peas, maize flour, sweat potato, irish potato, bananas, oranges.

 

Giovedì 11 Claudio, Mary ed Edison hanno assistito la mamma di Philips di 10 anni, con visite specialistiche ed esami clinici allo Star Hospital di Malindi. Dopo un’intera mattinata, sono stati programmati per lunedì 15 altri esami specifici, alcuni allo Star H. ed altri al Laboratorio Lancet di Malindi. A cui si è aggiunto altro prelievo anche venerdì 19.  

 

Venerdì 12 consegna del cibo alla mamma di Bryan e la nonna di Loyce, con le relative istruzioni e controllo del peso

                           

Venerdì 12 meeting di Claudio e Sidi con il Sub-Chief David, nel Suo ufficio. In questo momento particolare di bisogni e difficoltà della società agricola, mi sembrava dovuto esprimere al rappresentante governativo sul territorio, la nostra presenza e disponibilità, nonché condividere il programma di sviluppo del Tabasamu C., tra cui la costruzione dell’ultima aula (Classe 8), l’acquisto di un mezzo di trasporto per gli studenti e la popolazione di Kaembeni per urgenze sanitarie e la costruzione dei workshop (laboratori artigianali) nel 2022 per il dopo primary school. Ho avuto la gradita sorpresa di rivedere appeso al muro un pannello in compensato che Marisa aveva fatto con un gruppo di studenti nel 2012, dato in dono all’ufficio del Chief. Anche la tinteggiatura interna con la zoccolatura, fatta con i colori della bandiera del Kenya.  

 

Venerdì 12 Giornata delle Vaccinazioni: mentre le due infermiere monitorano i bimbi con varie misurazioni, per seguire la crescita, il nostro Dr. Thoya Baya somministra le vaccinazioni.

 

Lunedì 15 abbiamo ricevuto una donazione di Sarah dal Belgio. Era venuta a trovarci alla fine di marzo, ma, colpo di scena, era stata bloccata a Mombasa in quarantena per Coronavirus e non avevamo potuto vederci.

Lunedì 15 alle ore 9,30 a.m. è nato un bimbo a cui è stato dato il nome Bruno Gona, pesa 3,7 kg. succede che se per esempio il padre lavora per conto di italiani a Mambrui, danno il nome italiano per gratificare il proprio Boss, magari auspicando in una benefica donazione come riconoscenza, comunque per darsi un tono con un nome atipico per il popolo Swahili … come peraltro avviene in Italia con nomi anglosassoni o americani.

  Venerdì 19 finito il soffitto in legno, compreso la zona altare rotonda, alla Chiesa donata da Claudio nel 2016 per la Comunità Cattolica di Kaembeni. Abbiamo sistemato anche le luci, pensando alla S. Messa di mezzanotte del 24.12

        

Mercoledì 24 altra giornata di vaccinazioni:

 

Mercoledì 24 è venuta a trovarci Veronicah. Contenta di venire al Tabasamu a salutarci … gli manchiamo ed è stufa di stare a casa senza far niente, come del resto tutti i bambini … speriamo che il 1° settembre si possa riaprire la scuola.

 

Venerdì 26 alle 3,00 a.m. è nata al Tabasamu un’altra bimba, di 3 kg, dai 3 nomi swahili: Damaris Jumwa Mwanyale.  

 

Lunedì 29 visita finale di Philip allo Star Hospital e partenza con le cure previste dal Dr. Mohamed. Mary, Assistente Sociale, sta seguendo per noi il caso. Oltre alla penicillina, sono diverse le medicine acquistate per il trattamento….

Martedì 30: Abbiamo preferito ricostruire ex-novo la casa del Capo Villaggio Madam Agnes, anziché ristrutturarla. Vedete completata la struttura in legno. I mucchi di terra argillosa servono per chiudere l’intelaiatura e costituire la parete. La casa è costituita da 2 grandi camere e il living-disimpegno centrale. A luglio la vedrete finita.

 

Il nipote di Agnes, di 4 anni, partecipa con grande impegno nel trasportare la terra per la pareti.

 

Vedete sotto la casa esistente (vicina alla nuova), in cui sta dormendo ora il Capo Villaggio Agnes

 

Il nostro dott.  Ostetrico Thoya Baya si è assentato l’ultima settimana di giugno per seguire un corso di training a Kilifi, organizzato dalla Contea. Ma lunedì 29 anziché rientrare ha telefonato per dire che prolungherà il corso di 6 mesi (da luglio a dicembre). Con il Collega dr. John ostetrico (che ha già fatto nascere l’ultimo bimbo) e che ha sostituito Thoya l’ultima settimana, di giugno, abbiamo definito un contratto per i 6 mesi restanti dell’anno. 

 

Se il mese di maggio è stato impegnativo riguardo la manutenzione dei tetti, in questo mese abbiamo avuto a che fare con la manutenzione dell’auto di S.K.O.: radiatore e filtro carburante, con annessi … sono stati sostituiti. L’auto Toyota è arrivata in Kenya nel 2004 (usato garantito) dal Giappone e S.K.O. l’ha comprata nel 2012: sono 8 anni che la stiamo usando, ma in totale l’auto è da 16 anni in uso. La manutenzione si fa sempre più necessaria e pesante.

 

Anche il generatore del Tabasamu ha avuto bisogno di manutenzione per essere funzionante e connesso con l’impianto elettrico al contatore. La Kenya Power per 3 settimane non ha fornito energia elettrica a tutto il villaggio di Kaembeni, perché non sostituisce il trasformatore rotto!!! A seguito di ciò non è funzionante il pozzo  dell’acqua.

 

Con la direttrice e lo staff della Fondazione Rockefeller-Bellagio Center è stato scelto il logo che si accompagnerà al logo di S.K.O. da apporre sul previsto nuovo veicolo (Matatu-14 people) che chiameremo TABASAMU SHATTLE-School Van.

            

Riporto una foto che rappresenta (una parte) la stupenda proprietà (circa 200.000 mq.) con sullo sfondo il Triangolo Lariano (Lago di Como). Un luogo magico, sede di incontri e conferenze, famoso in tutto il mondo per la promozione di scambi interculturali. Bellagio (Co) è stato un trampolino di lancio per iniziative di riferimento come la Rivoluzione verde per l'agricoltura, il Forum per le donne educatrici africane, l'Alleanza globale per i vaccini e l'immunizzazione e il settore degli investimenti a impatto zero. Il programma di residenza Bellagio della Rockefeller Foundation offre ad accademici, artisti, leader di pensiero, politici e professionisti, un ambiente sereno favorevole al lavoro mirato e orientato agli obiettivi e l'opportunità senza pari di stabilire nuove connessioni con i compagni residenti da una vasta gamma di background, discipline, e geografie.

 

Interessante inoltre sapere, tra le attività svolte, che è stato messo a punto il City Resilience Index, sviluppato dalla società di ingegneria Arup, con il sostegno della Rockefeller Foundation, che aiuta gli amministratori locali a fotografare il presente della propria città per capire come trasformarla per rispondere al meglio alle sfide poste dalle future crisi.

La raccolta d’acqua dalle nostre cisterne continua in modo sempre più massiccio. Stiamo offrendo un servizio molto importante alla Comunità! Vengono bimbi, adulti e anziani. Qui si capisce quanto l’acqua sia un bene primario! L’unico problema è che l’acqua …finisce. Così ho trovato il modo di aggiungere una nuova tanica raccolta acque meteoriche dal tetto della Mostra permanente. A luglio dovrei riuscire … continuate ad aiutarci, per favore.

    

Sono diversi i lavoretti che abbiamo approntato questo mese per migliorare il Tabasamu Centre e prepararci alla riapertura della scuola prevista a settembre: abbiamo creato la base d’appoggio di una nuova vasca di accumulo d’acqua di 3.000l. in plastica, abbiamo realizzato nuovi cordoli per altre zone a verde, con inerbimento delle stesse, prolungamento pavimento (dal cancelletto al dispensario) di cemento antiscivolo per i pazienti con punto fisso di sterilizzazione mani; altri due punti di sterilizzazione distinti per la scuola materna e la Primary School. Altro drenaggio in prossimità del dispensario per smaltire le acque piovane. Nuovo passaggio connessione area ambulanza in prossimità del campo di Netball femminile. 

                   

      

Non ho più usato l’ufficio al Royal Tulia,lasciando inalterato (senza toccare proprio nulla, come Marisa l’aveva lasciato) per 6 anni. Ora l’ho pulito e ripristinato. Penso Marisa sia contenta. Ho cercato anche di ripristinare, per i volontari, lo stereo e la televisione, ma dopo 6 anni di inutilizzo, si sono totalmente deteriorati, inutilizzabili.

 

 

CORONAVIRUS IN KENYA

BOLLETTINO 01.06: la trasmissione del virus in Kenya non sembra altissima, dato che la media complessiva dal 13 marzo scorso ad oggi si attesta intorno al 3,5% del totale di test effettuati. I casi totali nel Paese ora sono alle soglie dei 2000, esattamente 1962 e sono stati eseguiti 78.536 test. Il numero totale di decessi nel Paese è salito a 64. Il numero delle Contee “infettate” è 34 su 47 totali.

BOLLETTINO 02.06:  Continua ad abbassarsi la media dei casi positivi rispetto ai tamponi effettuati; i contagi in Kenya sono saliti a 2093, i decessi sono arrivati a 71.

BOLLETTINO 03.06: È record di pazienti guariti in Kenya, nella giornata in cui i nuovi casi di positività al Covid-19 sono 123, in forza di controlli serrati di camionisti al confine con l’Uganda. Il totale dei casi nel paese, ad oggi, sono 2216, di cui 1589 ancora attivi, con alta percentuale di asintomatici. Sono state dimesse 54 persone, portando a 553 il numero di coloro che si sono ripresi del coronavirus. L’ottanta per cento dei pazienti keniani trovati positivi al virus Covid-19 nel Paese è asintomatico.

BOLLETTINO 05.06: 134 nuovi casi, per un totale di 2.474 casi, di cui circa 1.400 asintomatici. 90.875 i tamponi sino ad ora effettuati, mentre 643 le persone guarite. Il totale dei decessi è 79. La maggioranza dei casi sono a Nairobi (slum Kibera) e a Mombasa (oltre la Old Town, si sta sviluppando focolaio al quartiere periferico Kisauni), infine ai diversi casi al confine con Uganda, Tanzania e Somalia.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE 06.06: il Presidente Kenyatta ha prolungato di 30 giorni gran parte delle misure restrittive. Tra le più importanti decisioni, la proroga del coprifuoco dalle 21 sino alle 4 del mattino. Saranno riaperte al traffico anche le Contee di Kilifi (dove noi ci troviamo) e quella di Kwale, mentre resteranno chiuse quelle di Nairobi, Mombasa e Mandera. Non ci sono buone notizie per chi vorrebbe venire in Kenya a breve o per gli stranieri e i businessmen che vorrebbero andare all'estero. Per adesso i cieli non riapriranno, mentre il Presidente ha annunciato che tra 7 giorni verranno presi provvedimenti per riaprire i voli nazionali. Nelle prossime settimane ogni settore nevralgico del Paese di concerto con i Ministeri stenderà protocolli per la riapertura graduale dell’economia e del settore dell’istruzione. “Le scuole si dovranno preparare alla riapertura il prossimo 1° settembre. Per quanto riguarda gli altri assembramenti, funzioni e meeting, il divieto di ritrovarsi in più di 15 persone è esteso di altri 30 giorni.

Malindi e tutto il suo distretto, a quasi tre mesi dal primo caso di Covid-19 registrato nella Contea di Kilifi, rimane “Covid Free”, ovvero non ha ancora un singolo caso conclamato di coronavirus, a fronte della Contea di Kilifi a cui appartiene che, in totale, dal 19 marzo ad oggi ha registrato soli 19 casi di positività al Covid-19. Anche i distretti (Sub County) di Magarini (dove a Kaembeni si trova il Tabasamu C.) e Ganze non hanno avuto nessun caso di Coronavirus e possono considerarsi tuttora Covid-19 free.

BOLLETTINO 07.06: 167 persone sono risultate positive al test Covid-19, portando il totale dei casi confermati nel Paese a 2.767. Il numero totale dei pazienti guariti è 752. Il numero totale dei decessi è 84.

BOLLETTINO 10.06: Record di dimissioni dalle strutture di cura e di isolamento. Sono 175 i pazienti dichiarati guariti e rimandati a casa, il totale delle persone dimesse nel Paese è salito a 1048. Il Kenya è il terzo Paese africano dopo la Nigeria e il Ghana ad adottare il sistema di assistenza domiciliare per i pazienti non gravi. I membri della famiglia saranno adeguatamente formati come assistenti domiciliari, grazie alle nuove linee guida emesse due giorni fa dal Governo e saranno supervisionati da funzionari medici e operatori della sanità pubblica.

Il Kenya ha deciso che è tempo di ripartire. il Presidente Kenyatta ha concordato una serie di misure per passare alla cosiddetta “Fase 2”. Dal Ministro dell’Istruzione George Magoha arriva la conferma che dal 1° settembre si tornerà tra i banchi con un nuovo calendario scolastico.

BOLLETTINO 11.06: Il numero totale delle persone colpite dal Coronavirus da tre mesi a questa parte è salito a 3.215, con un totale di 106.247 campioni testati finora. 2031 i casi tuttora attivi nel Paese, portando il numero dei decessi a 92. Il numero maggiore di contagiati riguardano Nairobi, Mombasa e le zone di confine, soprattutto con l’Uganda. Questo rivela che il Kenya resta una delle nazioni meglio preparate a contenere il virus rispetto a quelle confinanti, dove il problema è stato minimizzato o trascurato. La morte per Covid-19, due giorni fa, del Presidente del Burundi Pierre Nkurunziza, che non aveva adottato restrizioni per il suo Paese e protezioni particolari per i cittadini, unico in Africa a far proseguire ad esempio il campionato di calcio e le altre discipline sportive, è indicativo.

Le economie dell'Africa subsahariana subiranno una contrazione dell'1,6 per cento nel 2020 e un probabile rimbalzo del 4,1 per cento nel 2021. Il Kenya sta attuando salvagenti per contenere la situazione e nel contempo sta ricevendo aiuti non solo dalla Banca Mondiale, ma anche da singoli Paesi come ad esempio Danimarca e Norvegia.

BOLLETTINO 15.06: in Kenya si sono raggiunti  100 decessi.  Mentre i contagi totali sono saliti a 3727, di cui 2337 ancora attivi. I pazienti dimessi fino ad oggi sono 1286.

Ci sono quattro collaboratori del Presidente Uhuru Kenyatta che fanno parte dello staff abituale della State House, la “Casa Bianca” di Nairobi, positivi al virus; in seguito ai tamponi il Presidente e la sua famiglia sono risultati esenti dal virus. Ciò dimostra che anche in Kenya il virus è molto contagioso, anche se fortunatamente non grave nelle conseguenze (almeno per ora) rispetto a tanti altri Paesi colpiti.

BOLLETTINO 17.06: molti più casi positivi: ora il Kenya inizia ad avere davvero paura. Il totale dei casi di Covid-19 da quando è iniziata l’emergenza sono 4044, i tamponi effettuati sono stati 124.474. Sono tuttora affette da Coronavirus 2584 persone, di cui il 90% presentano sintomi lievi o non ne presentano affatto. Il totale delle guarigioni è salito a 1353, mentre il numero dei decessi è salito a 107.

BOLLETTINO 21.06: Dopo cento giorni dal primo caso di Covid-19 in Kenya, il Paese registra il numero più alto di contagi in 24 ore: 260! anche se dobbiamo precisare che per la maggior parte si tratta di persone asintomatiche e ci sono pochissime situazioni gravi che chiedono interventi di intubazione e terapia intensiva. I contagi totali nei primi 100 giorni di Covid-19 in Kenya sono 4738 e i casi tuttora attivi sono 3008. I pazienti dichiarati guariti sono 1607.

BOLLETTINO 23.06: dal sondaggio condotto da Infotrak Research, che ha intervistato un campione significativo di keniani di diverse fasce sociali, zone geografiche ed età, si rileva che i keniani sono provati sia economicamente che mentalmente, che stanno subendo stress dal blocco dell’emergenza Covid-19. La maggior parte delle persone non riesce a sbarcare il lunario, una situazione che sta causando situazioni di disagio anche mentale.

Il Dirigente Capo della Sanità Mercy Mwangangi (vedi foto a lato) ha rivelato che grazie alle buone abitudini di disinfettarsi e di lavarsi più volte al giorno le mani, ma anche (meno osservata come norma) di indossare le mascherine e tenere le distanze sociali, stanno calando nel Paese molte altre malattie infettive che non sono Coronavirus e questo sta facendo diminuire decessi, specialmente da parte di bambini e neonati. 

BOLLETTINO 24.06: Il Kenya supera i 5000 casi di Covid-19. I luoghi più pericolosi del Kenya per la possibilità di contrarre il Covid-19 rimangono Mombasa e Nairobi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità si è complimentata ufficialmente con il Kenya ed altre Nazioni africane per come hanno predisposto la sicurezza sanitaria e per la continua crescita nelle strutture e nella prevenzione della pandemia. 

Il Presidente U. Kenyatta parlerà alla nazione il 6 luglio e deciderà tempi e modi della “fase 2” in base ai risultati ottenuti da ogni singola delle 47 contee.

BOLLETTINO 28.06: La media di contagi rispetto ai test effettuati continua a salire, ma dal bassissimo indice di gravità del virus: quattro casi su cinque completamente asintomatici. Il Distretto di Malindi registra il primo caso di Covid-19. Si tratterebbe di un camionista. Il totale dei casi di Covid-19 in Kenya è salito a 6.070, mentre il totale dei decessi è salito a 143.

BOLLETTINO 30.06: è allarme in Kenya per l’aumento delle gravidanze di ragazze minorenni. Il motivo principale risiede nella chiusura delle scuole, che portano gli adolescenti a frequentarsi tra di loro, ma anche gli adulti ad abusarne. Secondo un’indagine del Population Fund delle Nazioni Unite (UNFPA) in Kenya una ragazza su cinque inizia ad avere figli prima del diciannovesimo compleanno. La gravidanza adolescenziale è anche un problema di salute, dato che i rischi di parto prematuro e morte perinatale sono più elevati tra le madri adolescenti, come riferisce uno studio dell’African Population and Health Research Center, aumenta il rischio che le ragazze si dedichino ad attività sessuali come “merce di scambio” per avere accesso a bisogni essenziali che ora vengono a mancare.

Il totale dei positivi è salito a 6.190, di cui 4033 attivi. Il Ministero della Salute ha anche ricevuto donazioni di dispositivi di protezione individuale (DPI) dal Fondo delle Nazioni Unite per le attività demografiche (UNFPA) da distribuire a varie contee.

 

IL 06 LUGLIO IL PRESIDENTE ON. U. KENYATTA PARLERA’ ALLA NAZIONE PER LA FASE 2

CONSIDERAZIONI ... UTILI IN QUESTI MOMENTI BY CLAUDIO

A molti può apparire come una totale mancanza di compassione e solidarietà, anzi per taluni, arroganza e maleducazione, invece parlar chiaro non è scortesia o maleducazione. Per il vero, la cortesia a volte è una forma di ipocrisia, molto utilizzata nei rapporti a discapito della sincerità e della verità e per una persona schietta come me ... SMETTIAMOLA di dire quel che la gente vuole sentirsi dire! La compiacenza è la deriva peggiore di una società.

 

La crisi Covid e le nuove politiche europee ora ci impongono di provare a pensare più in grande. Non solo emergenza e ordinaria amministrazione, ma anche visione e sfide ambiziose. Solo così anche questo terzo dopoguerra potrà essere ricordato per una grandiosa Ricostruzione.

 

«The Great Reset». Riavviare il sistema perché sia più equo e sostenibile. Questo il tema del summit annuale del World Economic Forum nel gennaio 2021. «The Great Reset» vuole essere «un impegno a ricostruire assieme e con urgenza le fondamenta del nostro sistema economico e sociale per un futuro più equo, sostenibile e resiliente». Richiede «un nuovo contratto sociale incentrato sulla dignità umana, sulla giustizia sociale e dove il progresso sociale non sia in ritardo rispetto allo sviluppo economico». La crisi sanitaria ci ha mostrato l’insostenibilità del nostro vecchio sistema in termini di coesione sociale e mancanza di pari opportunità. Dobbiamo girare le spalle al razzismo e alla discriminazione. La pandemia globale ci ha anche dimostrato quanto il mondo sia interconnesso e quanto sia necessario integrare tutti gli «stakeholders» della società globale in una comunità che condivida interessi, obiettivi e azioni. per garantire il nostro futuro e per prosperare, dobbiamo far evolvere il nostro modello economico e mettere le persone e il pianeta al centro della creazione globale di valore. Se c’è una lezione cruciale da imparare da questa crisi, è che dobbiamo mettere la natura al centro di quello che facciamo. Dobbiamo costruire economie e società più uguali, inclusive e sostenibili, che siano più resilienti davanti alle pandemie, al cambiamento climatico e a molte altre sfide.

 

INFLUENCER? Durante l’emergenza coronavirus sono state analizzate le modalità di comunicazione e di interazione tra i componenti dei vari gruppi sociali per identificare i processi che portano alla formazione dell’opinione. Un secondo elemento che è stato evidente dopo l’analisi dei flussi comunicativi in questi mesi di lockdown è stato il mutare della figura dell’opinion leader: quello che prima era il leader, o influencer, ora è broker. Ossia la capacità del broker (l’ex leader) di far entrare informazioni in una comunità, e di non farne entrare altre. La formulazione dell’opinione è mutata rispetto al passato. Non è tanto un problema di mancanze nella comunicazione, quanto del fatto che la comunità sceglie luoghi e canali diversi per confrontarsi. I processi di costruzione dell’opinione si stanno creando dentro cosmi così piccoli che diventa impossibile seguirli.

 

Dobbiamo cambiare profondamente il nostro modo di vivere. Dovremo fare delle scelte, nella ripresa post crisi, e adottare un nuovo modello di sviluppo possibile. Questa crisi dovrebbe averci insegnato che, se vogliamo evitare ulteriori crisi sanitarie o climatiche, è insieme che dobbiamo prendere le decisioni. E solo insieme potremo vincere le nuove sfide della crisi climatica.   

 

L’emergenza Covid-19, e dunque anche la paura, hanno fatto emergere il «bravo cittadino» che è in noi italiani. Quello che se vuole sa comportarsi bene, guidato appunto dal «senso civico».

 

La Cina ha deciso di cancellare tutti i debiti a interessi zero che i Paesi africani hanno contratto, e che avrebbero dovuto restituire entro fine anno. La decisione è stata annunciata dal presidente Xi Jinping nel corso di un summit che si è tenuto ieri in videoconferenza con i capi di Stato e di governo dell’Africa, per discutere l’impatto che l’epidemia di Covid-19 sta avendo dal punto di vista sanitario, economico e sociale nel continente. Durante l’Extraordinary China-Africa Summit on Solidarity Against the Covid-19 Pandemic, il presidente cinese si è detto pronto a fornire assistenza ai Paesi più colpiti, costruendo ospedali e inviando esperti. Dosi di un vaccino anti-coronavirus saranno inoltre messe a disposizione «in modo prioritario ai Paesi africani» non appena il preparato sarà stato ultimato.

 

La società occidentale si impigrisce sempre più in modo progressivo e rapido. Andiamo sempre meno verso le cose, pretendiamo che le cose arrivino a noi: cinema (Netflix, Apple TV), musica (Spotify, YouTube), racconti (Audible, Storytel), libri (Amazon), calcio (Sky Sport), cibo (Glovo, Deliveroo), vino (Vivino), auto (Car2Go), informazione (dal Corriere a Twitter), amicizie (Facebook, Instagram …). Era prevedibile che ciò avvenisse per tutti gli acquisti. Si è innescato però un meccanismo implacabile: i negozi fisici perdono clienti e fatturato, e diminuiscono; la ricerca di un prodotto in un luogo fisico diventa faticosa e la spinta verso l’eCommerce aumenta. Amazon è l’indiscusso campione in questa nuova corsa, essendo il più grande mercato online del mondo. La trasformazione è globale: ciò che è accaduto in Italia, è successo quasi dovunque (in Cina al posto di Amazon spadroneggia Alibaba). E non esistono solo i colossi: ogni azienda, se il prodotto lo consente, ormai accetta ordini online e consegna a domicilio. Se non l’ha ancora fatto, sta per farlo.

 

La pandemia ha reso esplicita la centralità della casa come infrastruttura sociale, come perno del sistema di welfare e luogo in cui si esprimono e gestiscono bisogni essenziali. la reclusione abitativa si basa sul principio che tutto sia convertibile in attività domestica e presuppone che la casa sia dotata di spazi e dotazioni funzionali di un certo tipo: lo studio, le stanze singole per i figli, lo spazio attrezzato a palestra o la stanza dei giochi, il terrazzo, il cortile, il giardino, la banda larga.

 

 

AL 28.06 I CASI NEL MONDO DI COVID-19 HANNO RAGGIUNTO 10 MILIONI

(di cui 2,5 MLN. negli USA) E I MORTI SONO BEN 500.000 (di cui quasi 35.000 in ITALIA)

 

LA NOSTRA RUBRICA DAL TABASAMU CENTRE VISIONI ..... DELLA VITA, by CLAUDIO

La newsletter mensile non serve solo portarvi a conoscenza di come procede il Tabasamu Centre, il suo sviluppo, di come spendo i soldi raccolti, ... ma vuole costituire anche un momento di riflessione, con approccio culturale, ... per conoscere la filosofia di vita scelta nello svolgimento del lavoro solidale, che desidero condividere con Voi: grazie a tutti i lettori per la volontà di seguirci, Claudio

 

Alla vigilia della Giornata dell’Ambiente, l’analisi dell’istituto di statistica indica un mutamento delle abitudini tra gli italiani: più attenti alla battaglia contro il surriscaldamento globale, all’energia pulita, ai consumi sostenibili e alla lotta alle disuguaglianze. E nel Belpaese scende la quota di persone a rischio povertà. La strada verso la trasformazione sostenibile della nostra società, dell’economia e dell’ambiente si fa sempre più breve: l’Italia è nella giusta direzione. 

5 giugno, Giornata mondiale dell'Ambiente. La lotta contro la crisi climatica si trova ora a incrociare quella contro le conseguenze della pandemia. È importante che ogni piano per la ripartenza economica abbia al centro il nostro pianeta e la sua difesa.

 

BlackRock, il più grande fondo d’investimento del mondo, ha identificato i settori più promettenti per il prossimo sviluppo economico: robotica, intelligenza artificiale, cybersecurity, genomica e immunologia. Oggi la miglior politica industriale possibile è proprio quella della ricerca. Se ieri bisognava contribuire a finanziare una catena di montaggio, oggi bisogna comprare più sequenziatori, più Hpc (computer ad alte prestazioni) e i servizi utili a farli funzionare. Due direzioni parallele e necessarie, da intraprendere: l’assunzione di ricercatori e il finanziamento di progetti innovativi. È arrivato il momento di pensare a diverse piattaforme tecnologiche aperte, ricordando la centralità del rapporto tra scienza e industria e pensando quindi ai settori in cui l’Italia può essere realmente competitiva. Alcuni esempi: agro-industria e sostenibilità, industria aereo-spaziale, chimica verde.

 

Spiega Massimo Mercati nel saggio “l’impresa come sistema vivente”: «Per affermarsi nella competizione globale l’impresa non potrà più essere concepita solo come una macchina da profitto, ma dovrà rivedere i propri obiettivi, passando da una crescita quantitativa ad una qualitativa». Un’inversione di prospettiva che presuppone «di rinunciare ai vecchi archetipi e adottare un nuovo approccio, in cui il profitto del singolo non possa prescindere da un benessere condiviso da comunità e ambiente». Occorre dunque definire un concetto di crescita che sia al contempo «economicamente valido, ecologicamente sostenibile e socialmente equo», nella consapevolezza che «non è il profitto che crea il valore, ma la creazione di valore che genera il profitto». Scienza e filosofia, economia ed ecologia, etica e management si fondono continuamente per proporre una nuova forma di impresa, vocata appunto al bene comune. Un tipo di impresa davvero «rigenerativa», in grado di farsi motore del cambiamento, in quanto capace di apportare un reale vantaggio alla comunità e all’ambiente. Tutte le forme del vivente appaiono interconnesse, in rete. E le reti, siano esse biologiche o sociali, sono alla base della vita. Dunque devono tornare a essere anche al centro dell’organizzazione e dell’etica dell’impresa. L’impresa è fortemente interdipendente dal contesto in cui agisce, una «comunità tra le comunità» che non può più esistere in modo autoreferenziale, che diventa creatrice di valore solo quando svolge appieno la sua funzione economico-sociale. È dunque fondamentale imparare cosa significhi gestire reti e gestire persone, e quindi «cosa significhino leadership e responsabilità in un sistema vivente». Non servirà più un manager «eroe» che con i suoi atti conduce tutti verso il successo. «è proprio la vision aziendale a definire il significato dell’organizzazione», un nucleo ideologico che definisce «ciò che l’azienda rappresenta e la sua ragion d’essere». L’impresa deve diventare «un progetto di vita in cui non si possono più distinguere due morali, una per il lavoro e l’altra per la vita privata». Affinché accada, l’imprenditore dovrà identificare i valori di fondo della propria organizzazione e condividerli, in modo che si affermino come punti di riferimento concreti, capaci di guidare realmente le azioni di tutti coloro che ne fanno parte. In Italia sono un centinaio le aziende che hanno ottenuto la certificazione «B Corp» (Benefit Corporation, verifica che si operi secondo i più alti standard di performance sociale e ambientale).

 

Il Prix Versailles si celebra ogni anno nella sede dell’Unesco (l’Organizzazione dell’Onu per l’educazione, la scienza e la cultura) a Parigi. Inizialmente focalizzato sull’architettura commerciale, il premio si prefigge di individuare le migliori opere d’architettura e design nel mondo e di promuovere l’alleanza tra cultura ed economia. La dimensione culturale è determinante per la qualità della vita. Ed è anche indissociabile dall’economia quotidiana, ed è questa la ragione per cui la cultura trova una risonanza così forte nelle circostanze attuali. La crescita della componente culturale del valore aggiunto è una chiara tendenza, ed è per questo che la cultura prende oggi un posto importante nelle politiche pubbliche e nelle strategie aziendali. L’architettura e il design possono contribuire a reinventare un mondo urbanizzato che abbraccia le prospettive dell’ecologia, della convivialità e della bellezza. Tale dinamica potrà incoraggiare la valorizzazione culturale del nostro habitat. Inoltre, l’interesse per la qualità della vita continuerà a crescere. L’economia viola (che valorizza il potenziale culturale di beni e servizi) propone un cambiamento di scala e di percezione, privilegiando un approccio sistemico in cui le diverse attività e i vari fattori culturali (istruzione, informazione, comunicazione e tutti i beni con una forte componente immaginaria e sensibile) non sono più considerati separatamente. L’economia, compenetrata da tutte le potenzialità della cultura, esprimerà pienamente la propria dimensione umana. Questa evoluzione può aprire la strada a una prosperità globale, più rispettosa dell’ambiente naturale e più equamente distribuita. Ciò che prima era solo un’opportunità, adesso deve diventare la realtà dello sviluppo sostenibile.

 

Il Forum internazionale di Azione cattolica (Fiac), l’Unione delle organizzazioni femminili cattoliche (Umofc), l’Azione cattolica italiana, l’Azione cattolica argentina e la Commissione nazionale Giustizia e pace della Conferenza episcopale argentina, «ritengono urgente quest’anno pregare insieme per la Il Fiac, anche in occasione dell’iniziativa di «Un minuto per la pace» 2020, chiede agli aderenti dell’Azione cattolica nel mondo di impegnarsi a diffondere il Documento sulla «Fratellanza umana per la Pace mondiale e la convivenza comune» firmato ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019 da papa Francesco e dal Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb in modo che diventi oggetto di ricerca e riflessione in tutti i contesti di vita «al fine di contribuire a creare nuove generazioni che portino il bene e la pace e difendano ovunque il diritto degli oppressi e degli ultimi».

 

Traggo dal libro, con prefazione inedita del porporato-teologo Cardinale Angelo Scola, già patriarca di Venezia (dal 2002 al 2011) e arcivescovo di Milano (dal 2011 al 2017): … «ritengo che la via della Chiesa oggi passi lungo un percorso che ho definito come uno stretto crinale tra i due versanti descritti. È la via di chi propone il cristianesimo come un avvenimento che ha a che fare con la complessità della vicenda umana, la via della testimonianza del soggetto ecclesiale che vive i misteri della fede cercando di esplicitarne tutte le implicazioni antropologiche, sociali e cosmologiche. Il cristianesimo diventa così un’esperienza che, intrecciandosi con le vicende di ogni giorno e di ogni tempo, mostra la bellezza e la fecondità della fede per tutti» … «le posizioni della Chiesa si fanno più radicali fino a diventare «diametralmente opposte». Da una parte il cattolicesimo «rigidamente identitario» che riduce la fede a «pura religione civile», una sorta di «cemento etico» per «una società disgregata» e insieme «un fattore costitutivo della tradizione nazionale ed europea». È la visione che, «come ha notato lo storico delle religioni Olivier Roy, “valorizza ciò che è prettamente culturale nel cristianesimo a detrimento dell’elemento di fede, il che equivale a secolarizzare quel che resta della tradizione cattolica nella nostra società”». Al capo opposto del cattolicesimo identitario, c’è l’interpretazione «più sottile» che «tende invece a ridurre il cristianesimo all’annuncio “della pura e nuda Croce per la salvezza di ogni altro”», per cui «ciò che conta è il farsi carico dei bisogni e dei problemi che di volta in volta si presentano (l’immigrazione di massa, i cambiamenti climatici, l’esclusione sociale eccetera) nel segno dell’accoglienza e dell’apertura all’altro». Scola propone una sorta di mesótes, il giusto mezzo aristotelico: «Contro il riduzionismo di queste interpretazioni (la prima restringe il cristianesimo alla sua dimensione culturale/secolare, la seconda priva la fede del suo spessore carnale) ritengo che la via della Chiesa oggi passi lungo un percorso che ho definito come uno stretto crinale tra i due versanti descritti. È la via di chi propone il cristianesimo come un avvenimento che ha a che fare con la complessità della vicenda umana, la via della testimonianza del soggetto ecclesiale che vive i misteri della fede cercando di esplicitarne tutte le implicazioni antropologiche, sociali e cosmologiche. Il cristianesimo diventa così un’esperienza che, intrecciandosi con le vicende di ogni giorno e di ogni tempo, mostra la bellezza e la fecondità della fede per tutti».

 

Onu, l’appello dei funzionari africani: «Smantelliamo le istituzioni razziste». L’Africa è la culla dell’umanità e l’antesignana delle civiltà umane. Se il mondo intende garantire lo sviluppo sostenibile e la pace è necessario che il continente africano rivesta un ruolo decisivo. Questo era il sogno dei fondatori dell’Organizzazione dell’Unità Africana, ed era anche la forte convinzione di leader di spicco come Kwame Nkrumah e intellettuali illustri come Cheikh Anta Diop. Non possiamo dimenticare le parole del Presidente Nelson Mandela: «Negare alle persone i loro diritti umani è sfidare la loro stessa umanità». Teniamo sempre a mente l’ammonizione dell’attivista per i diritti civili Fannie Lou Hamer: «Nessuno è veramente libero fino a che tutti non sono liberi», cui fece eco Martin Luther King Jr., «L’ingiustizia in qualsiasi luogo è una minaccia alla giustizia ovunque».

 

Il cemento e l’urbanizzazione non si stanno mangiando la Terra: il 71 per cento della superficie terrestre è costituita da oceani, il 29 per cento da terra. Di questo 29 per cento, il 71 per cento è abitabile, cioè non è costituito da ghiacciai, deserti, dune, spiagge. Della superficie abitabile, il 50 per cento (51 milioni di chilometri quadrati) va all’agricoltura. Il 37 per cento va alle foreste, l’11 per cento alla piccola boscaglia, l’1 per cento a fiumi e laghi. Solo il rimanente uno per cento è coperto da aree urbane, da cittadine, da villaggi, da strade e da infrastrutture varie.

 

Il ruolo delle comunità locali deve diventare sempre più preponderante. È stato addirittura messo a punto il City Resilience Index (sviluppato dalla società di ingegneria Arup) con il sostegno della Rockefeller Foundation, che aiuta gli amministratori locali a fotografare il presente della propria città per capire come trasformarla per rispondere al meglio alle sfide poste dalle future crisi. La globalizzazione, come modello di sviluppo, ha portato indubbi benefici in termini di benessere, ma è chiaro ormai che si debba accompagnare a modelli che consentono una più spiccata valorizzazione delle comunità locali, sia che si tratti di incoraggiare consumi alimentari più consapevoli (la spesa a kilometro zero nel negozio sotto casa), sia che si tratti di produrre e condividere energia, arrivando a creare delle comunità energetiche, dove il cittadino, le imprese locali, gli esperti di energia e le stesse istituzioni locali riprendono in mano la gestione del proprio modo di consumare e produrre energia secondo logiche autosufficienza energetica, che devono adattarsi alle specifiche di ciascun territorio.

 

Martedì 24.06 si è festeggiata la Giornata mondiale delle foreste pluviali. «Le foreste sono il motore della vita del pianeta», ricorda Stefano Mancuso, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale. «Il nostro futuro è legato alla protezione di ogni ecosistema forestale. Ogni iniziativa in questo senso deve essere accolta con gioia». Le foreste pluviali sono il più grande serbatoio di biodiversità delle terre emerse, territori a elevatissimo rischio per la deforestazione praticata da allevatori, coltivatori e industria del legno, che mettono a repentaglio dall’Amazzonia all’Indonesia il principale polmone verde della Terra.

Cinque anni dopo l’enciclica Laudato si’, firmata da Papa Francesco il 24 maggio 2015, la Santa Sede ha diffuso un documento di duecento pagine, «In cammino per la cura della casa comune», come «un orientamento all’agire dei cattolici, ma non solo» perché ciascuno «esamini i propri comportamenti». E tutto questo, appunto, nel senso di una «ecologia integrale», principio chiave nel pontificato di Bergoglio. Francesco ha scritto che «un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale e deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei poveri». «la grande ecologia comprende sempre un aspetto educativo che sollecita lo sviluppo di nuove abitudini»: educazione e «conversione ecologica», tutela del diritto al cibo e all’acqua, investimento sulle energie pulite e rinnovabili, stili di vita e di consumo sostenibili, promozione di una «economia circolare» che riutilizzi le risorse, chiusura dei paradisi fiscali, una finanza che punti al «bene comune», cure mediche come «diritto umano fondamentale» e così via.

 

L’italiano «medio» è più ricco dell’americano «medio». Ovvero, la maggioranza degli italiani è più ricca della maggioranza degli americani. L’America nel suo insieme è ovviamente ricco e potente, ma quando si guarda la gente per strada, non c’è dubbio che sembrino in generale tutti più poveri degli italiani. Tanti quartieri americani, sia cittadini che rurali, sono decrepiti; tanta gente ha l’aria miserabile; fuori dalle sacche di splendore, è spesso tutto molto più spoglio e logoro che in Italia. Anche le case benestanti sembrano sempre un po’ baracche rispetto a qualunque casa italiana. In America la ricchezza è concentrata nelle mani di molto pochi. Non è che gli americani sembrino più poveri perché abbiano gusti diversi, si vestano male, o non badino alla casa: è proprio vero che in generale sono più poveri degli italiani. Le vistose differenze dei due sistemi sociali: per esempio il fatto che in Italia la sanità è pubblica, il costo dell’educazione è coperto in larga misura dallo Stato, esistono ammortizzatori sociali molto più efficaci eccetera, tutte cose che in America non ci sono. Anche indipendentemente da queste differenze sociali profonde, per la maggioranza dei cittadini è economicamente più conveniente essere in un sistema politico sociale come quello italiano che non in uno come quello americano. Viviamo in un Paese dove la maggior parte della popolazione è economicamente quasi una volta e mezzo più agiata che la maggioranza della popolazione del Paese più potente del mondo.

 

Il metodo creato da Maria Montessori (nasceva 150 anni fa) è il più ammirato, adottato e imitato, per un motivo molto semplice: funziona. L’idea di base è semplice: bisogna dare fiducia al bambino. Non va assediato, costretto, annoiato, maneggiato, sbaciucchiato. Deve rimanere spontaneo, sentirsi libero, in un ambiente dove tutto — gli spazi, gli arredi, gli oggetti — è a sua misura. La maestra/il maestro deve spiegare brevemente; e osservare, senza interferire. «Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo», ammoniva Maria Montessori. «Quando avete risolto il problema dei bambini, avete risolto l’intero problema dell’educazione», aggiungeva.

 

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