Newsletter Novembre 2020

Alimentare la cultura del dono, per far capire che donare soldi, energie, tempo, competenze, professionalità, può generare un volano positivo, può creare una ricaduta di bene in una vita sempre più veloce, impersonale e distaccata dal prossimo. Ciò che si dona, ritorna indietro moltiplicato per cento, basta provare con un semplice sorriso ad uno sconosciuto, con un gesto di gentilezza nei confronti di chi ci sta accanto. Io dono perché ci credo e vi invito a farlo, sempre di più. Guidati da un istinto formato da empatia e compassione, nonché rispetto per la vita, gli altruisti sono le persone che antepongono il bene altrui al proprio e dedicano parte o tutta la propria vita nel supporto verso i meno fortunati. Fai parte anche Tu e consolidiamo la crescita del TABASAMU CENTRE di Kaembeni, insieme.

 

PAPA FRANCESCO all’Angelus di domenica 15 novembre nella “GIORNATA DEI POVERI” ha detto:

Tendere la mano ai poveri e fare del bene sono le missioni del cristiano

 

IBAN: IT 90 C 03111 51270 000000000156 
intestato a Solidarietà Kenya Onlus

Cari lettori, forse non lo considerate bello iniziare una newsletter chiedendovi di aiutarci. Non è che lo facciamo a cuor leggero. Lo sappiamo che già ci state aiutando molto e siamo sinceramente riconoscenti per tutto quello che fate per noi. E non siamo insaziabili nel chiedere aiuto, credetemi. Gli italiani sono un popolo fantastico; per me, che vivo all’estero, è un orgoglio esserlo. Siamo il popolo, secondo me, più generoso che ci sia al mondo. Come spiegate lo straordinario sviluppo del Tabasamu Centre? È solo grazie a VOI e a Marisa, che mi guida, da lassù, che mi dà quell’impulso, quella forza interiore che ci ha portato a realizzare un Centro unico nel panorama solidale keniota. Dovete esserne fieri. Io sono solo il Vs. braccio operativo, come lo ero per Marisa: la nostra guida è LEI, con il Suo Amore che ci segue ogni giorno e ci fornisce le motivazioni necessarie del “fare”.  Perché, sappiate, Marisa ha dato l’imprimatur alla svolta solidale della nostra vita coniugale, ma quando mi ha lasciato, è come se mi avesse detto: io ho dato l’input da seguire, adesso tocca a te. Tranquillo, non ti lascio solo, ti sono sempre vicino, … dunque è con questi intendimenti che proseguo la mia opera solidale in Kenya, pur soffrendo per la lontananza dai miei cari… Voi partecipate al Sogno di Marisa che, di fatto, ce lo siamo fatto nostro. Voi siete una parte importante del Sogno di Marisa. Vi prego di continuare ad alimentarlo, soprattutto in questi frangenti difficili. Grazie per la Vostra generosità. Claudio

4 ESEMPI DI GENEROSITA’ DA SEGUIRE, SOPRATTUTTO IN PROSSIMITA’ DEL S. NATALE:

Lunedì 02 abbiamo ricevuto comunicazione dell’avvenuta donazione dal (ex) Prevosto di Erba Don Giovanni A., (ora in pensione a Cantù), effettuata in onore alla figura di Marisa. Tempo fa l’avevo contattato per chiedere aiuto riguardo la raccolta fondi per la Comunità Cattolica (costruzione casa del Parroco e Sede della Com.tà Cattolica e recinzione). Il fabbricato è stato coperto da fondi, come spiegato nella precedente Newsletter di ottobre. La donazione di Don Giovanni A. è la prima per la costruzione della messa in sicurezza del fondo su cui insistono la chiesa e il futuro edificio. Ora rimangono € 5.000.- per completare la raccolta fondi. Faccio un appello rivolto in particolar modo alle persone che ci seguono, sensibili ai temi religiosi, che qui in Africa rivestono molta importanza e costituiscono un modello di vita da seguire.

Mercoledì 25 con il Parroco Father Kileo N. ho avuto un colloquio con sopralluogo alla casa del Tabasamu: da dicembre avremo un Prete fisso a Kaembeni che ospiteremo al Tabasamu Centre per 4 mesi circa, per poi passare al nuovo edificio.           

 

Martedì 03 l’amico benefattore e volontario Maurizio ci ha inviato un bonifico, raccogliendo fondi dagli iscritti del corso di yoga, i cui membri provengono dalla Prov. di Alessandria: GRAZIE!

 

Lunedì 09 abbiamo ricevuto donazione dai fratelli Stefano e Deborah B. di Canzo (Co), già ns. benefattori, in ricordo di SOFIA, che vedete qui sotto con il nuovo fratellino: GRAZIE!

 

Mercoledì 11 abbiamo ricevuto donazione dalla Manager Sig.ra Palacià P. della Fondazione Rockefeller-Bellagio Center, che useremo per l’adeguamento e riparazione del pulmino usato, appena acquistato, già donato dallo Staff della Fondazione: GRAZIE!!! La foto sotto a sx, nel 2019: Claudio con le sigg.re Paola e Palacià, mentre a dx il logo dello Staff:

 

Kanze è decisamente migliorata dalle fatiche del parto, ora sta bene con l’assunzione delle diverse medicine che gli stiamo dando. Anche al piccolo nascituro diamo un latte speciale che acquistiamo in farmacia a Malindi e sta crescendo …

 

Sabato 21 la nostra Toyota Noah ha prestato servizio, col driver Edison (assistente di Claudio al Royal Tulia Home), per lo sposalizio del maestro Safari, a cui ha partecipato anche la nostra Sidi e un folto gruppo da Kaembeni. Sotto gli sposi al Tabasamu Centre e più giù le danze fuori dalla chiesa e la nostra auto addobbata per l’occasione:

  

 

Ai primi di novembre ho consegnato la 1° NEWSLETTER in inglese alla Comunità Cattolica di Kaembeni, di 5 pag. per offrire una maggiore partecipazione alla vita del Tabasamu Centre, sempre più in simbiosi. Ecco il frontespizio:

 

 

SONO ARRIVATI 2 DEI 4 PACCHI DONATI DALLO STAFF ROCKEFELLER FOUNDATION con tanti peluche per i nostri bimbi della scuola materna, test diabetici e igienizzanti per la Primary School e il dispensario: GRAZIE!

 

Lunedì 30 nel corso del meeting Gender Project si è fatto il punto della situazione, che possiamo così riassumere:

Rebecca, Kache e Agnes sono molto soddisfatte delle loro attività. Sidi (vendita di pesce da fiume) non riesce a sviluppare e incrementare il proprio business, non è costante nell’impegno perché deve seguire vicende familiari … infine il gruppo delle donne che segue l’allevamento dei polli sta pensando di optare per altri business individuali, in quanto la partecipazione e l’impegno non è costante da parte di tutte le donne componenti il gruppo, per cui nascono malumori tra loro ed inoltre la pandemia che ha ucciso diversi polli ha fatto diminuire le aspettative di guadagno. Mercoledì 02 dicembre e a seguire svolgeremo altri meeting per approfondire le successive mosse da concordare singolarmente con le partecipanti al progetto.

Philip è in dirittura d’arrivo per la cura: a fine dicembre l’ultima iniezione di penicillina, poi a gennaio andremo allo Star Hospital per una visita di controllo ed esami del sangue.

Loyce, Bryan e Sackina continuano per 3 giorni alla settimana le cure fisioterapiche. Il programma alimentare ha dato i risultati attesi e a fine novembre abbiamo sospeso.

LE VACCINAZIONI A NOVEMBRE SONO STATE EFFETTUATE MERCOLEDI’ 11 E 25.

Nel programma “supports” che offriamo a studenti universitari meritevoli, come ho già avuto modo di citare in precedenti newsletter, è inclusa (dall’aprile 2018) anche MARY per diventare Assistente Sociale, con l’ottenimento della Laurea breve in Community Development, presso PREMESE AFRICA DEVELOPMENT INSTITUTE in Nairobi. Si è concluso in questo mese l’iter universitario (più di 2 anni e mezzo). Abbiamo investito molto su questa ragazza perché, se agli altri studenti paghiamo solo la retta universitaria e l’alloggio per la permanenza nel Campus, per Mary è stato diverso, in quanto il supporto è stato inteso per coinvolgerla a lavorare al Tabasamu Centre e non solo come Assistente Sociale, ma con un ruolo in espansione nel prossimo futuro …

ABBIAMO IN CORSO LA SISTEMAZIONE DEL MATATO dal meccanico Philip. Finalmente le riparazioni al motore sono concluse: sono stati necessari sostituire diversi pezzi. Ora stiamo partendo con l’adeguamento dei sedili e dei finestrini apribili in sicurezza ed infine la colorazione del veicolo, che per le scuole è il giallo. Il trasferimento di proprietà è in corso di definizione, poi a seguire ci sarà un’ispezione per la certificazione all’uso scolastico. Dovremo inserire nel motore, per essere a norma, un riduttore di velocità (max 80 km/h). Le spese non finiscono mai …

Grazie all’interessamento della volontaria e professional photographer Laura B., nonchè alla collaborazione del Tecnico Website developer Matteo, stiamo migliorando il nostro sito web: www.solidarietakenya.org; abbiamo già prodotto un’importante aggiunta, infatti il nostro sito può essere letto in diverse lingue, tra cui il Kswahili, grazie a Leo S. della Fondazione Rockefeller-Bellagio Center. Ci vorrà del tempo, ma siamo sulla strada giusta per aggiornare e completare le informazioni sulle nostre attività solidali.

Anche questo mese abbiamo realizzato alcuni lavori di completamento, come da programma prestabilito anzitempo:

-          una copertura al parcheggio dei visitatori per protezione da pioggia e sole

-          tinteggiatura della nuova parete a fianco del viale di accesso, sino alla reception

-          tinteggiatura gazebo tra campo calcio e volley per gli studenti della Primary School (momenti intervallo)

-          nuovo gazebo per visitatori e volontari (manca ancora il tetto in makuti)

-          cornice cemento protezione coperchi in ferro per raccolta acqua piovana vasche interrate del Tabasamu Hall.

 

 

 Tra i cinque beati e venerabili annunciati il 25.11 da Papa Francesco c’è anche una suora italiana del Cottolengo che diedela vita per aiutare i poveri in Kenya. Si tratta di Suor Maria Carola Cecchin, che per 20 anni, dal 1905 al 1925 fu insieme ad altre sorelle e missionari della Consolata nelle terre kikuyu di Meru e dintorni. Quinta di dieci figli, nasce il 3 aprile 1877 a Cittadella (Padova), dove viene battezzata col nome di Fiorina. La sua fanciullezza scorre normalmente. Di poche parole, semplice ma determinata, ama solitudine e preghiera. I genitori la additano come esempio da imitare per mitezza, laboriosità, intelligenza, generosità e amore alla famiglia. In casa è l’angelo delle piccole cure e delle attenzioni amorose per i suoi cari, felice solo di vederli contenti, senza nulla cercare per sé. A 18 anni, dopo un corso di Esercizi Spirituali, risponde alla chiamata di Cristo e decide di abbracciare la vita religiosa. Il 27 agosto 1896 entra tra le suore Vincenzine nella Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, e inizia la sua formazione. Il 2 ottobre 1897 veste l’abito religioso e inizia il Noviziato col nome di suor Maria Carola. Nell’Epifania del 1899 la Professione religiosa. Il 28 gennaio 1905 parte per il Kenya con la spedizione formata da sei suore cottolenghine e due fra i primi Missionari della Consolata del canonico Giuseppe Allamano, il quale già fin dal 1903 aveva chiesto al canonico Ferrero, Padre della Piccola Casa la collaborazione delle suore cottolenghine. Suor Maria Carola vive la sua donazione totale e gioiosa nelle incombenze quotidiane più umili, annunciando il Regno di Dio e operando per l’evangelizzazione e la salvezza delle anime. Sostenuta dalla preghiera, accetta i sacrifici, le ansie, le difficoltà della lingua, del clima e del diverso contesto culturale. Svolge ininterrottamente per venti anni la sua attività di “madre e sorella” dei più poveri, in situazioni estremamente difficili. Visita malati nei villaggi e catechizza con parole e gesti di carità le giovani a Limuru, a Tuthu, a Iciagaki, dove è nominata superiora. Come tale è poi inviata a Magoiri, a Wambogo tra i Kikuyu, a Egoji e da ultimo a Tigania nel Meru, dove si ammala gravemente. Suor Maria Carola si trova combattuta tra sete di anime e crollo morale e fisico di tante consorelle desiderose di rivedere la Piccola Casa. Lei, per libera scelta sua, sarà l’ultima a lasciare il Kenya. La mattina del 11 ottobre 1925, quando già stava male, Sr Maria Carola con una sorella diede l’addio a quella missione e sole iniziarono un avventuroso e rischioso viaggio di ritorno attraverso il Mar Rosso. Durante la traversata si aggrava e il 13 novembre 1925 muore. Dopo un processo durato due anni, Papa Francesco ha dichiarato “Venerabili” le virtù eroiche della serva di Dio

Maria Carola Cecchin della Congregazione delle Suore di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, nata il 3 aprile 1877 a Cittadella (Italia) e morta sul piroscafo mentre rientrava dal Kenya all’Italia il 13 novembre 1925.

 

Al Royal Tulia Home sono arrivate moltissime api nei tetti dei cottage. Con un apicultore di Malindi abbiamo messo in campo un procedimento per spostarle in apposite arnie, senza ucciderle. L’aspetto naturalistico del Royal, ancor più integrale dovuto all’assenza di ospiti, ha favorito la presenza delle api, di uccellini di diverse tipologie,…

 

 

Vittoria degli ambientalisti: il fico centenario di Nairobi salvo per decreto presidenziale

Un pilone dell'autostrada stava per prendere il posto di un maestoso fico centenario. C'è voluto un decreto presidenziale ad hoc per impedire che fosse sradicato. Il fico più antico della città di Nairobi non verrà abbattuto. Lo ha deciso il presidente Uhuru Kenyatta col plauso degli ambientalisti. L'albero, alto quanto quattro piani di un edificio, anche se già circondato dal cemento, rimarrà al suo posto, lo stesso da almeno cento anni. "Un faro dell'eredità culturale ed ecologica del Kenya", recita il decreto.

 

 

CORONAVIRUS IN KENYA

BOLLETTINO 02.11: SIAMO ARRIVATI A 1013 morti dal 26 marzo 2020 a ieri. I pazienti asintomatici continuano ad essere nove su dieci. Attualmente ci sono 4800 pazienti circa inseriti nel programma di isolamento domiciliare e relative cure, 1271 persone ricoverate in strutture sanitarie, 53 casi gravi sono in Terapia Intensiva (ICU), altri 31 sono in supporto ventilatorio e 22 in ossigeno supplementare. 17 sono nell'Unità di Alta Dipendenza (HDU). Il totale delle guarigioni rilevate è ora pari a 37.194.

BOLLETTINO 04.11 il lockdown da ora inizia alle 22 (anziché alle 23) fino alle 5 con l’obbligo per tutti i bar, ristoranti e servizi al pubblico di chiudere alle 21. Il coprifuoco è stato prorogato fino al 3 gennaio 2021. Inoltre il Presidente Kenyatta ha disposto che tutti i meeting politici e sociali siano sospesi per 60 giorni. I dipendenti statali con più di 58 anni di età dovranno lavorare da casa. Le classi scolastiche che preparano gli esami non saranno chiuse e il resto delle scuole riapriranno per il nuovo anno scolastico a gennaio 2021. Nuovo record di casi di positività, con una percentuale del 16.9%. il Governo ha inoltre deciso di utilizzare l’esercito per far rispettare le regole Covid-19.

BOLLETTINO 06.11: la situazione peggiora. Oltre 1.100 casi positivi al giorno (con percentuale ancora sopra al 15%) e una media di 20 decessi al giorno (i decessi totali nel Paese sono saliti a 1111). A Mombasa sono stati chiusi 10 bar, 236 persone sono state arrestate per aver infranto il coprifuoco e altre 339 sono state arrestate per non aver indossato maschere facciali. Anche a Malindi e dintorni sono stati segnalati locali notturni che non stanno rispettando il coprifuoco e restano aperti, con musica a dispetto delle restrizioni.

BOLLETTINO 10.11: numerose strutture sanitarie hanno denunciato la mancanza di ossigeno, oltre che delle strumentazioni per utilizzarlo. Stanno aumentando i casi di contagio tra medici e infermieri (più di 1200 casi attivi). A parte la Capitale Nairobi e le grandi città, specie in prossimità di uffici pubblici e stazioni di Polizia, nelle altre zone e nelle aree rurali quasi nessuno indossa la mascherina e le distanze sociali non vengono rispettate. I keniani hanno timore di fare il tampone anche quando avvertono i sintomi del Covid-19. Si tengono tosse, febbre, perdita di olfatto e di gusto pur di non dover passare sotto il torchio della salute pubblica, rischiare la quarantena, lo stop al lavoro e l’isolamento rispetto ai propri cari. Meglio rischiare di morire!

BOLLETTINO 14.11: Kilifi è diventata la terza Contea più a rischio dopo Nairobi e Mombasa e si appresta a diventare la seconda. Nella sola Malindi sono circa 150 i casi ufficiali, a cui si sono aggiunti ben sessantadue casi nel solo giorno di oggi: non era mai successo che Malindi registrasse un numero così alto di positivi. L’ospedale generale di Malindi è ormai pieno. Il Ministro della Sanità per la prima volta, durante uno dei suoi bollettini quotidiani, ha citato Malindi come uno dei focolai problematici degli ultimi giorni. Molti dei nuovi positivi sono asintomatici, ed altri seguono terapie a casa ma il rischio è quello di non poter curare adeguatamente chi ha bisogno di supporti di ossigeno e ventilatori. Il Kenya supera i 70 mila casi totali dall’inizio della pandemia e da ormai parecchi giorni non scende sotto i 20 decessi ufficiali ogni 24 ore.

BOLLETTINO 20.11: Scende la percentuale di casi di Covid-19 rispetto ai tamponi eseguiti. Il Kenya non è affatto fuori pericolo, lo dimostra il fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità lo ha inserito insieme ad altre 18 Nazioni africane in quelle definite “sotto osservazione” per l’inosservanza di regole e protocolli da parte dei suoi cittadini che, specialmente nelle aree rurali, sembrano essere totalmente indifferenti alla possibile incidenza del Covid-19 nelle loro vite.  A fronte di 17 nuovi decessi collegati al Covid-19, altri due medici hanno ceduto alla malattia. Uno di loro era il primario dell’unità di nefrologia del Kenyatta Hospital di Nairobi.

BOLLETTINO 25.11: Se l'Unione Europea ha già ordinato 400 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca, 300 milioni di dosi di Pfizer e 75 milioni di dosi di Moderna, l’Africa sta a guardare ed attende di verificare quale possa essere la soluzione migliore per l’eventuale somministrazione del vaccino al suo popolo. Astra Zeneca, che ha condotto gli esperimenti insieme all’Università di Oxford, propone a 327 scellini a vaccino ai Paesi africani e in genere a tutte le Nazioni in via di sviluppo, allettano non poco il Governo del Kenya, mentre Pfizer e Moderna per ora vendono a tutti a 2000 scellini a dose o poco più. La stessa azienda ha confermato che il Kenya è uno dei Paesi che stanno partecipando alla sperimentazione del vaccino. Per adesso sono 40 gli operatori sanitari di Kilifi ad essere stati coinvolti nella sperimentazione congiunta del Kenya Medical Research Institute e dell'Università di Oxford. La seconda fase della sperimentazione si concentrerà su 360 volontari adulti ed è prevista tra tre mesi, con i volontari provenienti da Mombasa.

BOLLETTINO 28.11: il Kenya è sessantacinquesimo nella triste graduatoria su 220 Paesi del mondo, quinto in Africa dietro all’Egitto, al Sudafrica, a Marocco Tunisia ed Ethiopia. All’aeroporto internazionale JKIA di Nairobi, 21 passeggeri diretti a Dubai sono stati fermati con ordine di arresto per aver fornito certificati Covid-19 falsi alle autorità aeroportuali.

BOLLETTINO 30.11: il Governo keniano chiede ai propri cittadini di non spostarsi dalle grandi città durante le vacanze di Natale, per non portare ovunque la possibilità di trasmettere il virus. In Kenya il 90% dei contagiati sono asintomatici e quindi si calcola che ci potrebbero essere circa 5 milioni di positivi al Covid-19 a piede libero. Il Paese spera di poter riprendere definitivamente una sorta di vita normale a gennaio, con la riapertura della scuola e magari anche la fine del coprifuoco che dura ormai da 9 mesi.

Sono due milioni i nuovi poveri del Kenya dall’inizio dell’emergenza Covid-19. È un rapporto della Banca Mondiale a renderlo noto, segnalando che la pandemia ha aumentato del 4 per cento il numero di chi è sceso sotto la soglia minima di sostentamento quotidiano. La crescita del Paese è crollata allo -0,4% rispetto alla crescita del 5,4 per cento dello scorso anno. L'economia dovrebbe subire una contrazione dell'uno per cento nel 2020 nello scenario di base, e dell'1,5 per cento in uno scenario più sfavorevole. Il settore alberghiero e della ristorazione (turismo) ha subito una contrazione dell'83,3 per cento, sottraendo 0,9 punti percentuali alla crescita complessiva del PIL.

 

CONSIDERAZIONI ... UTILI IN QUESTI MOMENTI BY CLAUDIO

A molti può apparire come una totale mancanza di compassione e solidarietà, anzi per taluni, arroganza e maleducazione, invece parlar chiaro non è scortesia o maleducazione. Per il vero, la cortesia a volte è una forma di ipocrisia, molto utilizzata nei rapporti a discapito della sincerità e della verità e per una persona schietta come me ... SMETTIAMOLA di dire quel che la gente vuole sentirsi dire! La compiacenza è la deriva peggiore di una società.

 

L'Italia è il quarto Paese al mondo per mortalità dovuta al coronavirus. Con 88 morti ogni 100mila abitanti

Tra le conseguenze della pandemia da Covid-19 c’è il primo aumento in 20 anni della povertà estrema su scala globale. Secondo l’ultimo rapporto della Banca mondiale nel 2020 saranno tra 88 e 115 milioni le persone precipitate sotto la soglia di 1,90 dollari al giorno. Arriveranno a 150 milioni nel 2021. Rispetto al passato i nuovi poveri vengono in misura maggiore dalle città, sono più istruiti, lavorano nei servizi e nell’industria.

 

Spendiamo molto per rincorrere l’epidemia. Ma investiamo troppo poco per anticiparla.

 

«Anthony Fauci, il virologo (italo)americano, ha già detto che dovremo fare i conti con questa pandemia per almeno tutto il 2021 cercando di tenerla sotto controllo. I primi vaccini e cure più efficaci di quelle attuali, soprattutto gli anticorpi monoclonali, potrebbero essere disponibili tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo. Poi bisognerà distribuirli e renderli accessibili a tutta la popolazione mondiale. Un compito organizzativo e logistico che non può essere realizzato in poche settimane». Attualmente i vaccini in fase 3 (quella che precede l'approvazione definitiva) sono 12. Fra questi anche quello russo, lo Sputnik, spinto fortemente dal Cremlino. La Cina, su 12 vaccini attualmente in fase 3, ne vanta ben 4. E tutti sono già stati ampiamente somministrati a migliaia di volontari. Nonostante per la comunità scientifica questo sia un passaggio altamente rischioso.  

 

Dal dottor Paolo Villa, di un ospedale lombardo: «Ha ragione Massimo Recalcati: “L’invidia sociale si scatena colpendo i simboli della democrazia e contrapponendo alla logica del merito quella del livellamento delle differenze, della dissoluzione della rappresentanza, delle competenze scientifiche...”. Il popolo elevato a giustiziere sociale.

 

Filosofo Umberto Galimberti - RISVOLTI DELLA PANDEMIA - Durante la prima crisi l’angoscia per la minaccia costituita dal rischio del contagio — chiunque poteva infettare chiunque — ha generato angoscia e consentito, per reazione, una disciplina generalizzata. Mentre adesso, invece, la stanchezza di essere confinati e una imprevedibile sorta di superficialità nel considerare il pericolo, ci hanno fatto ripiombare nell’incubo. E la condizione allora è quella di spaesamento, non più di angoscia. È un sentimento che oscilla tra il ribellismo, la rassegnazione e la disperazione non solo dei parenti di coloro che muoiono, ma anche di quelli che perdono il lavoro o chiudono il negozio o l’impresa. «Oggi abbiamo un’umanità molto più debole, molto più fragile, molto più incerta rispetto a quella uscita dalla Seconda guerra mondiale. Ogni generazione che ha avuto a che fare con le guerre, poi si è data da fare per la ricostruzione della società e della propria vita. E in questo ha trovato il senso, individuale e collettivo del proprio cammino. Noi siamo da settanta anni in uno stato di pace beneficiati da una cultura consumistica che accontentava ogni nostro desiderio. Ma una società disattrezzata psicologicamente per affrontare le difficoltà. Una società debole, non abituata al sacrificio, alla fatica, all’impegno, alla solidarietà. E allora è più difficile sopportare le tragedie come può essere questa. Perché siamo meno forti, molto meno forti di prima».

 

Torna protagonista il tema della fragilità psicologica, aspetto già emerso nella prima fase del lockdown e riportato alla luce in questa seconda ondata: accresce il disagio e le sindromi di ansia, depressione e aggressività. Con il Covid nasce la 'pandemic fatigue', una sindrome che ingloba tutte queste componenti in una sorta di affaticamento che segnala la difficoltà di gestire da una parte il lockdown e dall'altra l'incertezza presenza nelle nostre vite quotidiane. Come spiega Laura Parolin, vicepresidente del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi, ci troviamo davanti a due scenari "da un lato l'aggravamento delle patologie già esistenti e dall'altro la nascita di nuove fragilità. Mangiare e bere di più, la maggiore aggressività, proprio perché questo effetto di isolamento impedisce quel fattore di protezione che nasce dalla possibilità di avere più contatti, più relazioni allargate che possono difendere la persona dalle fragilità che incontra."

 

LA NOSTRA RUBRICA DAL TABASAMU CENTRE VISIONI ..... DELLA VITA, by CLAUDIO

La newsletter mensile non serve solo portarvi a conoscenza di come procede il Tabasamu Centre, il suo sviluppo, di come spendo i soldi raccolti, ... ma vuole costituire anche un momento di riflessione, con approccio culturale, ... per conoscere la filosofia di vita scelta nello svolgimento del lavoro solidale, che desidero condividere con Voi: grazie a tutti i lettori per la volontà di seguirci, Claudio

 

71 MILIONI LE PERSONE CHE SI STIMA PRECIPITERANNO NELLA POVERTÀ ESTREMA NEL 2020, PRIMO AUMENTO DELLA POVERTÀ GLOBALE DAL 2018 — IL 2% è LA PERCENTUALE DI REDDITO CHE PERCEPISCE IL 20% PIÙ POVERO DELLA POPOLAZIONE — L’ 82% DELLA RICCHEZZA CREATA NEL 2018 È ANDATO ALL’1 % PIÙ RICCO.

 

L’enciclica “Fratelli tutti” apre infiniti piani, nei quali l’economia talvolta è sottofondo, talvolta è chiave di interpretazione di ciò che non funziona. Correggendo alcuni meccanismi si può generare fiducia. Per riparare ai danni di una società orientata solo al profitto. Il consumo delle risorse e l’innalzamento della temperatura del pianeta, conseguenza dell’economia lineare e monocolore, hanno prodotto danni che bisogna tentare di riparare se il sistema umano (e dunque anche economico) vuole sopravvivere. La Francesco economy sta suscitando molto attenzione, perché molte delle certezze legate alle formule matematiche della crescita del Pil stanno lasciando il posto a nuove consapevolezze. La definizione di prezzo e la leva della solidarietà. Il sistema economico ha sempre individuato nel prezzo la sintesi tra chi vende e chi compra e, in borsa o sul mercato dell’intelligenza, della fatica e delle competenze. Un paradigma che per Francesco non può bastare. Anzi va superato tenendo conto della parabola del Buon samaritano, della leva della solidarietà. Di quella che il Papa definisce l’amicizia sociale. Di categorie come la tenerezza e la gentilezza. La figura dei poeti sociali contrapposti al cinismo, il richiamo agli imprenditori come custodi del creato. Oppure la fiducia, uno degli asset più difficili da valutare nei momenti di incertezza economica. Lo scisma tra singolo e comunità rende tutto più difficile, tra il benessere individuale e la felicità dell’umanità, scrive il Papa. Bisogna trovare la strada per conciliarli. Perché le persone non diventino esse stesse scarto, come può accadere alle materie prime utilizzate per realizzare prodotti e che ora vanno riutilizzate, riparate, recuperate, riciclate nella nuova economia ridefinita circolare. La dignità della persona umana come valore non negoziabile. Senza equità, non c’è pace e i conflitti sono destinati a moltiplicarsi osserva il Papa. «la globalizzazione ci rende vicini, ma non fratelli».

 

Il profitto resta il primo parametro per il futuro di

una iniziativa economica, … ma da solo non basta più!

 

Si è aperto il 19.11 "The Economy of Francesco", il raduno online di 2000 giovani economisti e qualche decina di studiosi per mettere a fuoco quella che vorrebbe essere una nuova visione dell'economia. Un evento della durata di tre giorni.

Giovani di 115 Paesi, riuniti virtualmente ad Assisi, per orientarli nel viaggio verso l’economia di domani. È tempo che i poveri «diventino protagonisti della loro vita come dell’intero tessuto sociale. Non pensiamo per loro, pensiamo con loro» «e da loro impariamo a far avanzare modelli economici che andranno a vantaggio di tutti». Questo è lo sviluppo umano integrale.

 

A Rovereto in un’area industriale dismessa sta nascendo il più grande edificio interamente in legno d’Italia. Progettato su nove piani, alto 29 metri, è destinato al social housing grazie al lavoro di aziende certificate Pefc e aderenti alla Filiera Solidale, a partire dal general contractor Ri-Legno. Il progetto comprende anche un altro palazzo di cinque piani sempre realizzato con legname da schianti.

 

Il rendering del palazzo costruito in Trentino con il legno della tempesta Vaia: ospiterà 68 famiglie

 

 

 

Tre giorni di visite ufficiali a Roma per il Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta. Arrivato con un volo speciale diretto Kenya Airways e una piccola delegazione comprendente il Ministro degli Affari Esteri Raychelle Omamo, Kenyatta è entrato nella storia del suo Paese come il primo leader a visitare ufficialmente la Santa Sede. Ricevuto dalle Guardie Svizzere Pontificie con gli onori che spettano ai Capi di Stato al Palazzo Apostolico, il Presidente Kenyatta si è poi intrattenuto in udienza privata con Papa Francesco prima di condurre personalmente, con il Ministro Omamo i colloqui bilaterali con il Vaticano, presieduti dal Segretario di Stato, Vescovo Pietro Parolin. Le due delegazioni hanno discusso diversi temi di reciproco interesse tra il Kenya e la Santa Sede, tra cui l'educazione, la salute, la pace e la sicurezza regionale e la lotta contro Covid-19. Nella terza giornata invece, come riferito dal Quirinale sul suo sito ufficiale, Uhuru Kenyatta ha incontrato il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella. Durante l’incontro i due Capi di Stato hanno ribadito il rapporto sempre più forte che lega i due Paesi da tanti anni e rafforzato l’impegno comune nel campo del commercio, nei rapporti di collaborazione che riguardano la sicurezza e nella lotta al Covid-19.

 

Il problema dei vecchi (o degli anziani come si dice con più delicatezza) ormai se lo pongono molti in Europa, sia pure con angolazioni e valutazioni diverse. La competenza che tutti invocano, senza sapere che essa è figlia diretta dell’esperienza, cioè della vecchiaia tanto detestata dai giovanilisti di professione. C’è tanta ipocrisia quando si invoca la competenza pur sapendo benissimo che essa è almeno in parte una questione anagrafica, e dunque appartiene ai vecchi non meno che ai giovani, specialmente oggi che la vita si è di parecchio allungata.

 

PAPA FRANCESCO nel campo della tecnologia: L’intelligenza artificiale è alla base del cambiamento di epoca che stiamo vivendo. Le moderne apparecchiature possono migliorare la nostra qualità della vita: La robotica può rendere possibile un mondo migliore se è unita al bene comune. Ma questi nuovi sistemi devono essere accessibili a tutti: Perché se il progresso tecnologico aumenta le disuguaglianze non è un progresso reale. Ogni miglioramento delle tecnologie deve rispettare la vita di ogni essere umano: I progressi futuri devono essere orientati al rispetto della dignità della persona e del Creato.

 

AMERICA: Se è ancora vero, come sosteneva Alexis De Tocqueville, che guardare agli Stati Uniti è importante per capire come sarà anche il nostro futuro, allora oggi più che mai gli Stati Uniti meritano attenzione. L’America è lacerata da tensioni a più livelli: etici, valoriali, ideologici, etnici, razziali, di genere, oltre che naturalmente dalle grandi e crescenti sperequazioni economiche che sembrano accompagnare inesorabilmente le trasformazioni dell’economia globalizzata e digitalizzata; e che alimentano in vasti settori della società ribollenti serbatoi di sofferenza, frustrazione, incertezza, rabbia. È il “brutale sfruttamento” imposto dall’odierno sistema capitalistico, la causa ultima di molte delle tensioni sociali.

 

Dopo John Kennedy, Joe Biden sarà il secondo cattolico alla Casa Bianca. Per papa Francesco un’ottima notizia soprattutto perché Joe (ultima visita in Vaticano nel 2016) è un cattolico progressista che vuole combattere la povertà in un mondo senza barriere: l’arcivescovo di Los Angeles, Josè Gomez,  ha accolto con soddisfazione la sua designazione anche perché le posizioni di Joe sono lontane da quelle delle correnti cattoliche più conservatrici che dialogano con gli evangelici Usa e non nascondono la loro ostilità nei confronti del Pontefice. Biden è un unificatore. Ha avuto l’audacia di rompere ogni barriera e scegliere una donna come sua vice: Harris, 54 anni, è la nuova vice da record: prima vicepresidente donna, prima afroamericana, prima indo-americana.

Prima di morire, l’icona dei diritti civili John Lewis ha detto: “La democrazia non è uno stato, è un atto”. Voleva dire che la democrazia americana non va data per scontata. È forte quanto la volontà di combattere per difenderla.

 

CILE: Saremo leader nella produzione di idrogeno verde: la dichiarazione del presidente cileno Sebastiàn Pinera è assai determinata: il piano nazionale, presentato insieme con il ministro dell’Energia Juan Carlos Jobet ha un obiettivo ambizioso quanto puntuale: produrre entro il 2030 l’idrogeno verde — quello realizzato usando per l’elettrolisi fonti rinnovabili, quindi pulito in ogni senso — più economico dell’intero pianeta, raddoppiare in cinque anni la capacità di produzione e far entrare il Cile entro il 2040 nei tre Paesi “top” esportatori mondiali. Nelle previsioni, nei prossimi vent’anni dovrebbe portare centomila nuovi posti di lavoro e duecento milioni di dollari di investimenti. Oltre che il non secondario aspetto che così tutti i cileni avrebbero energia pulita.

 

EUROPA: Nei prossimi sette anni l'Italia avrà a disposizione quasi 315 miliardi di euro di aiuti europei. Più del 40% a fondo perduto e il resto prestiti a tassi molto più bassi di quelli che il Tesoro può ottenere sul mercato: non sprechiamo questa grande opportunità.

 

MACRON- La sovranità democratica popolare è un tesoro da custodire gelosamente- Il funzionamento dell’economia di mercato centrata sulla finanza ha permesso l’innovazione e una via d’uscita dalla povertà in alcuni Paesi, ma ha aumentato le disuguaglianze nei nostri. Le nostre classi medie in particolare, e una parte delle nostre classi popolari, sono state la variabile di aggiustamento della globalizzazione; e questo è insostenibile. Siamo in un momento di frattura del sistema capitalistico, che deve pensare allo stesso tempo alle disuguaglianze e al cambiamento climatico.

 

DISTRIBUZIONE RICCHEZZA IN ITALIA-Nel decennio 2007-2018 la ricchezza media degli italiani è diminuita mentre la ricchezza media dei 10 italiani più ricchi è quasi raddoppiata (dati Forbes). Nel 2018 il patrimonio dei 21 italiani più ricchi era eguale al patrimonio totale del 20% meno fortunato della popolazione. L’emergenza attuale accentua questa involuzione. Con la pandemia in corso, il continuo aumento della diseguaglianza non mi sembra più difendibile. Le misure di sostegno all’economia per ora le paga il debito pubblico, cioè noi in futuro. Prima o poi dovremmo decidere chi pagherà il conto. La gente ha problemi economici seri. E intanto la borsa cresce e i miliardari brindano. Questo è il momento della difficoltà, e quindi della solidarietà. Ritroviamo il coraggio di riequilibrare la ricchezza, perché questo è il patto sociale che serve in Italia e nel mondo intero.

 

Consumare meno è strategico soprattutto se si pensa che nel 2025 più della metà della popolazione mondiale potrebbe vivere in aree colpite da stress idrico. Inoltre la popolazione globale è in costante aumento - saremo quasi 10 miliardi nel 2050 - e ancora oggi interi settori dell’economia sono ad alto consumo di H2O. Un lusso che non possiamo più permetterci ora che l’acqua sta diventando sempre più rara e costosa.

 

Il titolo di un saggio di Miroslav Volf: Fiorire Il contributo della religione in un mondo globalizzato, teologo cattolico di origine croata che, dopo essere stato discepolo di Jürgen Moltmann, si è trasferito negli Usa, dove insegna all’Università di Yale ci spiega che la vita buona non consiste solo nell’avere successo nell’una o nell’altra impresa che intraprendiamo, piccola o grande che sia, ma nel vivere raggiungendo la nostra pienezza umana e personale, questa, in una parola, è fiorire. L’autore è convinto che per giungere alla vita buona sia indispensabile il ruolo delle religioni, che sole possono dare un’anima al processo di globalizzazione, come scrive anche papa Francesco nell’ultima enciclica, quando parla della «musica del Vangelo» che è in grado di spingere i cristiani verso la fraternità con tutti.  Il processo di globalizzazione ha un volto ambivalente: mentre contribuisce alla prosperità di milioni di persone, che possono – in alcune zone del globo per la prima volta nella storia – beneficiare dei frutti della crescita economica e dello sviluppo tecnologico, contemporaneamente si porta dietro disuguaglianze enormi, con milioni di persone che continuano a essere disprezzate e a non godere dei beni preziosi della terra. La globalizzazione sarà in grado di migliorare davvero le condizioni di vita dell’umanità solo se le «visioni del fiorire umano e alcuni framework morali» la modellano. Ma perché le religioni possano dare un’anima alla globalizzazione devono – come suggerisce l’enciclica Fratelli tutti– superare l’impulso alla concorrenzialità reciproca e alla violenza che ancora contengono, nonché rinunciare a divenire «marcatori di identità etniche o nazionali».

 

Un testo finora inedito, firmato da papa Francesco, si intitola «Trasformare il mondo», ed è contenuto nel libro «Il cielo sulla terra - Amare e servire per trasformare il mondo», edito dalla Libreria editrice vaticana. Si può davvero sperare in una trasformazione delle società in cui viviamo, dove a dominare non sia la legge del più forte e l’arroganza del dio denaro, ma il rispetto della persona e una logica di gratuità? Nessuna mente onesta può negare la forza trasformante del cristianesimo nel divenire della storia. Ogni volta che la vita cristiana si è diffusa nella società in modo autentico e libero ha sempre lasciato una traccia di umanità nuova nel mondo. Il cristianesimo perde il meglio di sé quando finisce per corrompersi e identificarsi con logiche e strutture mondane.

 

Uno studio di Green Network evidenzia come gli ambienti in legno accrescano il buon umore di chi vi trascorre molto tempo, come docenti e alunni, mentre un’indagine dell’American Academy of Pediatrics ha messo in luce come i giocattoli in legno siano capaci di favorire le interazioni sociali con i coetanei, stimolandone la creatività e l’attenzione.

La scuola del futuro ovunque sarà in legno: Il rendering del progetto della scuola in legno di via Brocchi, a Milano.

 

 
 

 

 

  

 

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