Newsletter Febbraio 2021

Ogni mese doniamo i pannolini alle nostre alunne con mestruazioni. Sono stato portato a conoscenza che una nostra brava alunna, orfana, della Classe 7, di 16 anni, è in stato di gravidanza. Oltre a fare test di gravidanza a tutte le alunne dai 14 anni in su, ho disposto colloqui con l’assistente sociale, un programma specifico di sostentamento all’alunna incinta e un corso di “educazione” con l’Assistente Sociale e il Prete, dalla Class 5 in su.

 

Sabato 06 acquisto di medicine e materiale per la maternità, a seguito di ordinativo del nostro nuovo Dr. Isaac:

 

Anche la cucina ha le sue esigenze: dopo aver acquistato 100 piatti in gennaio, abbiamo dovuto acquistarne altri 100.

Ora abbiamo in dotazione 550 piatti e possiamo organizzare la consegna dei pasti in tempi più veloci.

 

Lunedì 08 i 45 nuovi banchi con sedute (alcuni per la scuola materna e altri per la Primary School) sono pronti:

 

Lunedì 08 colloquio di Claudio e Sidi con il gruppo delle donne (ex allevamento polli) “Gender Project” per la definizione dei singoli progetti richiesti:

AGNES – l’unica che continua l’allevamento dei polli. L’aiuto è richiesto per potenziare i polli, con food e medicine.

MASHAKA – vuole vendere crabs (gamberetti molto richiesti che vengono pescati alla foce del fiume Sabaki).

EUNICE – vuole vendere vestiti.

ROSY – vuole vendere vestiti di seconda mano.

CECILIA – vuole organizzare pasti, una sorta di ristorante itinerante: prepara a casa il food (ciapati, mandasi, mahambri, biscotti, samosa,…) e va a vendere in vari luoghi del villaggio (nelle capanne, shop, …).

MARY – richiesta uguale a Cecilia.

MAPENZI – vuole un kibanda (chiosco) per vendere verdure e altri prodotti alimentari.

JUMWA – vuole la costruzione di una “casa locale”. Ha 7 figli e il marito deceduto da tempo.

Martedì 09 alle 10.46 a.m. è nato ISAAC BARAKA KAHINDI. Pesa 3 kg. Congratulazioni alla giovane mamma.

 

Mercoledì 10 getto con calcestruzzo del vespaio, costituente la base per la costruzione dell’edificio.

 

Mercoledì 10 sopralluogo al sito di JUMWA per programmare la costruzione di una capanna per la sua famiglia (8 pax).

Servono un minimo di 400€ se consideriamo una sola grande camera, € 700 se consideriamo due camere: AIUTATECI!

 

Mercoledì 10 meeting tra Father Samuel e Mary Assistente Sociale per programmare una serie di meeting, prima con lo staff, poi con gli alunni di Class 5 – 6 – 7 riguardo all’educazione sessuale per evitare rapporti precoci, come è successo ad una nostra alunna orfana di classe 7. Per non interferire con le lezioni, i meeting si faranno ad aprile

Domenica 14: S. Valentino. Ho dato soldi per l’acquisto di una capretta per un pranzo speciale, organizzato da Father Samuel, dopo la S. Messa, con coppie della Parrocchia di Magarini, Kaembeni e G.I.S.

Lunedì 15 colloquio di Claudio, Sidi e Mary nell’ufficio a Marikebuni di David, il sub-chief, per il caso della ragazza della Classe 7 incinta. Ci è stata spiegata la procedura che seguiremo insieme. È un caso particolare in quanto la ragazza è minorenne e senza genitori. Gli step che dovremo seguire interesseranno diversi uffici, tra cui la Stazione di Polizia. . 

Mercoledì 17 consegna dei soldi ad ogni singola donna, che firma, per dar seguito al programma “Gender Project” rinnovato al fine di dar inizio a nuove attività scelte dalle partecipanti stesse.

 

Giovedì 18 acquisto test di laboratorio per malaria, emoglobina, pregnant, diabete, HIV,… e medicine …. Tante!

 

Venerdì 19 colloquio con David, Sub-Chief, nel suo ufficio a Marikebuni, insieme al padre del ragazzo che ha messo incinta la nostra alunna e con la sorellastra maggiore della ragazza-alunna. Si è previsto che il padre del ragazzo, che ha soli 14 anni (non 17!) dovrebbe partecipare per alcune modeste spese. S.K.O. sosterrà la ragazza per ogni suo bisogno.

 

Venerdì 19 visita privata a Malindi di Loyce e sua nonna, con il nostro fisioterapista Andrew, da pediatra e nutrizionista.

Venerdì 19 ci ha fatto visita Father Hallan con il Bishop Fathr Joseph di Garissa, di origine spagnola.

 

Lunedì 22 ennesimo meeting con Sidi e Mary (Assistente Sociale) con le donne del Gender Project.

Stiamo facendo fare al falegname 8 tavoli con 16 panche per la sala mensa, necessari per incremento dei bimbi.

Il mese di gennaio e febbraio è stato un salasso riguardo il pagamento delle school fees dei ragazzi/e meritevoli alla secondafry school e all’università: ne abbiamo 6.

Le varie merendine per i bimbi sono incrementate anche da local mango, bocconcini di torta e caramelle di baobab:

    

Venerdì 26 è nato un maschietto al nostro reparto maternità. Ho scattato la foto a meno di 1 ora dalla nascita. Naturalmente la madre se ne guarda bene dallo stare sdraiata sul letto. Già tanto che rimane seduta per un massimo di 2 ore, poi spazientita chiede di lasciare il nostro reparto perché l’aspettano a casa gli altri familiari: deve preparare loro il pranzo, rassettare casa,..! Le donne africane mi spezzano! È uno spettacolo vedere la grande naturalezza nel mettere al mondo un bimbo…

 

Venerdì 26 seconda giornata nel mese per vaccinazioni e screening. Sono arrivate tantissime mamme (64):

 

Anche al Royal Tulia Home, Claudio aiuta i farmer di Mtangani, donando l’erba tagliata per le loro mucche. L’asinello con carretto per più volte al giorno, raccoglie l’erba seccata:

 

La casa del Parroco procede speditamente. A marzo sarà finita!

 

CORONAVIRUS IN KENYA

BOLLETTINO 03.02: EFFETTI ECONOMICI DELLA PANDEMIA: Cinque milioni di keniani non riescono a pagare i debiti contratti con gli istituti bancari o di credito a cui hanno chiesto prestiti per le loro attività durante l’emergenza pandemica e sono saliti a 14 milioni i keniani che a vario titolo sono indebitati economicamente. Al numero crescente di chi non riesce ad onorare i propri investimenti, si aggiungono i dati del Kenya National Bureau of Statistics che segnala che 1 milione e 750 mila lavoratori da aprile a giugno 2020 hanno perso il loro lavoro. I prestiti su cui i richiedenti sono risultati inadempienti ammonterebbero a 73 miliardi di scellini, secondo la Banca Centrale.

BUONI I DATI DELLA PANDEMIA: Il totale dei casi registrati in Kenya dall’inizio della pandemia (11 mesi fa) è di 101.690, mentre i decessi sono fermi a 1766. Il totale di chi si è ripreso dal virus è di 84.302. Sono attualmente 408 i pazienti ricoverati nelle varie strutture sanitarie del Paese, mentre altri 1422 sono in isolamento e sotto assistenza al loro domicilio.

BOLLETTINO 10.02: Il Ministero della Salute ha chiesto alle Contee del Kenya di rialzare il livello di guardia della pandemia e di inasprire le misure di controllo e prevenzione dei contagi, dopo l’evidenza della presenza nel Paese di casi delle nuove varianti del virus, particolarmente i ceppi che arrivano dalla Gran Bretagna e dal Sudafrica. La recente scoperta di soldati britannici nel campo di addestramento keniano di Nanyuki, ha messo in preallarme le autorità che temono una nuova ondata di un ceppo Covid-19 che nel Paese non è stato sufficientemente valutato.

BOLLETTINO 15.02: Le vittime del Covid-19 sono invariate a quota 1795, mentre i casi totali registrati da quasi un anno nel Paese salgono a 103.014. Il totale di chi è uscito indenne dal tunnel del Covid-19 sale a 85.250. Attualmente restano solo 454 pazienti ricoverati in reparti speciali ed altri 1227 sono ancora positivi ma sono in isolamento a domicilio con pochi o nessun sintomo. I malati in terapia intensiva sono 34. Altri 8 pazienti sono sotto ossigeno supplementare ma in altri reparti.

BOLLETTINO 19.02: la presenza di alcuni contagiati con la variante 501-V2 del virus (la cosiddetta “variante sudafricana”) fa constatare come il Covid-19 non abbia abbandonato il Kenya e sia ancora in grado di colpire i più vulnerabili. Nonostante il Kenya Medical Research Institute abbia condotto studi che stabilirebbero che un cittadino keniano su 3 ha già contratto in maniera perlopiù asintomatica il virus e che quindi entro la fine del 2021 si potrebbe arrivare ad una buona quota di “immunità di gregge”, il Governo non ha intenzione di abbassare la guardia. Le positività totali in Kenya salgono a 103.615, di cui 85.457 risultano guariti. I decessi registrati sono saliti a 1.807. 

BOLLETTINO 23.02: il Kenya è preoccupato anche dalle notizie che arrivano da altri Paesi africani, in particolare dalla vicina Tanzania. I casi totali sono così a 104.201, di cui 85.577 sono guariti. In una settimana sono saliti di un terzo i pazienti ricoverati in reparti di terapia intensiva. I morti dall’inizio della pandemia in Kenya sono saliti a 1823. Come d’altronde in mezzo mondo, anche il Kenya pare avviato a mantenere protocolli e limitazioni anche nei prossimi mesi… vedremo il 12 marzo cosa ci dirà il Presidente. Sembra che anche alcuni italiani tra Malindi e Watamu sono stati trovati positivi al tampone, alcuni asintomatici ed altri con leggera sintomaticità e comunque carica virale non alta. Comunque la percentuale dei positivi sul numero di tamponi effettuati si aggira, in modo costante, tra il 5 e il 6%.

BOLLETTINO 26.02: Il Kenya non è pronto a ricevere i primi vaccini (previsti per la prima  settimana di marzo): non ha ancora ordinato i freezer per conservarli nella maniera idonea. Secondo l’African Center of Disease Control and Prevention un congelatore certificato di tipo medico costa circa 1,6 milioni di dollari.

Il COVAX: comitato che si occupa della distribuzione equa dei vaccini in Africa e GAVI: l’organizzazione mondiale di sostegno di cui fanno parte soggetti istituzionali, ha già messo sul piatto 20 miliardi di dollari, mentre gli altri 14 miliardi per arrivare a vaccinare almeno 30 milioni di cittadini, ovvero il 60% della popolazione keniota, dovranno uscire dalle finanze del Governo di Nairobi. Speriamo trovino i fondi! Il primo lotto di vaccini servirà ad immunizzare per primi gli operatori sanitari, poi i dipendenti del Governo nei settori nevralgici. 

 

Nzambi Matee, da Nairobi: i mattoni realizzati con la plastica riciclata. È riuscita a realizzare mattoni più resistenti del calcestruzzo, usando lo scarto dello scarto, a cominciare dalle plastiche. In particolare, quella porzione di rifiuti che in genere non possono più essere riciclati. Lei si chiama Nzambi Matee (foto di Toby Richards), è una giovane ingegnera e imprenditrice keniota. Infatti, ha fondato l’azienda Gjenge Makers, una startup che produce materiali da costruzione leggeri, a basso costo e soprattutto eco-compatibili. Nel suo sito spiega di essere partita da quei rifiuti che non si possono più riciclare, un mix di graniglie che va dal polietilene ad alta densità usato nelle bottiglie di latte e shampoo o impiegato per i sacchetti destinati a contenere alimenti fino al polipropilene usato per corde, coperchi, secchi. L’azienda di Nairobi produce oggi circa 1500 mattoni al giorno riceve gratuitamente i rifiuti dalle fabbriche di imballaggi, li seleziona e li plasma.

Il prototipo Sfruttando la fibrosità e la malleabilità delle loro componenti, vengono miscelati con la sabbia, riscaldati e infine compressi fino a diventare dei mattoni di vario spessore e colore. Destinazione finale: pavimentazioni o l’edilizia. La ventinovenne ingegnere e ricercatrice spiega che «la plastica è un materiale spesso usato in modo improprio, ha un incredibile potenziale ma le conseguenze del suo dopo vita possono essere disastrose».

Il premio Young Champion of the Earth di Unep Matee è stata nominata Young Champion of the Earth dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep). Insomma, ha posato la prima pietra della sostenibilità a Nairobi. La sua invenzione è stata premiata perché insegna a «ripensare al modo in cui si fabbricano i prodotti industriali e ad occuparcene anche quando sono alla fine del loro ciclo di vita». Inoltre, il prodotto di Nzambi Matee ha introdotto una innovazione nel settore delle costruzioni che mette in luce le opportunità ambientali della economia circolare.

 

CONSIDERAZIONI ... UTILI IN QUESTI MOMENTI BY CLAUDIO

A molti può apparire come una totale mancanza di compassione e solidarietà, anzi per taluni, arroganza e maleducazione, invece parlar chiaro non è scortesia o maleducazione. Per il vero, la cortesia a volte è una forma di ipocrisia, molto utilizzata nei rapporti a discapito della sincerità e della verità e per una persona schietta come me ... SMETTIAMOLA di dire quel che la gente vuole sentirsi dire! La compiacenza è la deriva peggiore di una società.

 

Alla data del 17 febbraio, nel mondo sono state somministrate 188 milioni di dosi di vaccino (fonte Our World in Data). Di questi, 56 milioni negli Stati Uniti, 23 milioni nella Ue, 17 milioni nel Regno Unito, sette milioni in Israele, 40 milioni in Cina (al 9 febbraio). Al resto del mondo, in particolare ai Paesi poveri? Che le democrazie più ricche si facciano carico!

 

Gino Strada: “Perché il vaccino sia disponibile per il maggior numero di persone è indispensabile aumentare la produzione e abbassare i prezzi: un risultato che potrebbe essere raggiunto se le regole che tutelano la proprietà intellettuale venissero - almeno temporaneamente - sospese, o se le farmaceutiche concedessero licenze ad aziende terze”. È chiaro che l’obiettivo delle grandi aziende farmaceutiche non sia il miglioramento della salute pubblica, ma il profitto dei propri azionisti. Un’equa distribuzione di vaccini, però, è una questione di rispetto dei diritti umani e anche di lungimiranza. Se le vaccinazioni non procederanno speditamente e diffusamente ovunque, rischieremo che da qualche parte nel mondo si sviluppino altre mutazioni del virus che potrebbero rendere inefficaci i vaccini disponibili. 

 

Il virus corre veloce in Europa e i vaccini … tardano … mentre qui in Africa non si vede l’ombra di un vaccino ... e in U.S.A. superata la soglia dei 500 mila morti il 22 febbraio.

 

 

L'arrivo del primo carico da 600 mila dosi di AstraZeneca in Ghana, prodotte in India, pagate dalla comunità internazionale e preludio ai due miliardi di dosi attesi dall’Africa entro fine anno - testimonia l'efficacia del programma Covax e segna, -scrive Pierre Haski- «una rottura con questa concorrenza marcatamente ideologica». Covax è davvero una buona idea nata in giugno durante una videoconferenza tra Oms, Unione europea, singoli Stati europei come Italia, Germania e Francia, altri paesi del mondo, fondazioni come quella dei coniugi Gates e ora anche l'America di Biden e, in misura minore, la Cina.

 

LA NOSTRA RUBRICA DAL TABASAMU CENTRE VISIONI ..... DELLA VITA, by CLAUDIO

La newsletter mensile non serve solo portarvi a conoscenza di come procede il Tabasamu Centre, il suo sviluppo, di come spendo i soldi raccolti, ... ma vuole costituire anche un momento di riflessione, con approccio culturale, ... per conoscere la filosofia di vita scelta nello svolgimento del lavoro solidale, che desidero condividere con Voi: grazie a tutti i lettori per la volontà di seguirci, Claudio

 

Si è celebrato giovedì 4 febbraio la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. Papa Francesco, che l’ha ispirata, parteciperà con il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, in un incontro virtuale. Nel 4 febbraio del 2019, ad Abu Dhabi, Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, firmarono lo storico «Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune» che ha posto una pietra miliare, non solo nei rapporti tra cristianesimo e islam, ma anche tra le diverse tradizioni religiose nel mondo in nome della pace. La Giornata è stata poi istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite lo scorso dicembre. L’evento si terrà ad Abu Dhabi, alla presenza dello Sceicco Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, Principe ereditario e ministro della difesa di Abu Dhabi che presentò la risoluzione, a nome di diversi Paesi. Il premio Nobel per la pace Martin Luther King (l’attivista per i diritti civili degli afro-americani venne assassinato in un motel di Memphis, nel 1968) arringò la folla con questa frase: «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere insieme come fratelli». Ma quella frase resta un simbolo e uno stimolo al dialogo interculturale e interreligioso.

 

Il 5 febbraio, Giornata per la prevenzione dello spreco alimentare e due ricerche, dell’Università di Bologna e dell’Osservatorio Waste Watcher, indicano come il lockdown stia riportando nelle case italiane una regola che i nostri nonni rispettavano alla lettera, e noi abbiamo perso per strada: non buttare via niente. a giornata del 5 febbraio vuole diffondere un’educazione che prevenga lo spreco alimentare, piuttosto che curarlo quando è troppo tardi.

11 febbraio. L’emergenza Covid ha dimostrato ancora una volta il ruolo fondamentale che scienziate, ricercatrici e dottoresse ricoprono nel campo del progresso e dell’innovazione. La loro importanza però spesso non trova riscontro nei numeri: secondo il report dell’Unesco Women in Science, a livello globale, meno di un terzo dei lavoratori in campo scientifico è donna. Lo stipendio medio di una scienziata è — inoltre — inferiore a quello dei suoi colleghi maschi. Per raggiungere la parità di genere in questo settore, l’Onu ha istituito la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, celebrata l’11 febbraio. Secondo l’Osservatorio Talents Venture, nel nostro sistema universitario le donne rappresentano oltre il 55% degli studenti, ma la percentuale di ragazze che scelgono corsi Stem (Science, Technology, Engineering and Mathemathics) sul totale delle iscritte è il 17%. Nonostante la partecipazione delle ragazze ai corsi Stem sia numericamente inferiore a quella dei colleghi maschi, il rendimento delle studentesse è migliore. A un anno dalla laurea, il tasso di occupazione degli uomini laureati nei corsi Stem (91,8%) è più elevato di quello delle donne (89,3%). Il divario si osserva anche a livello salariale.

 

Ngogi Okonjo-Iweala, 66 anni, dal primo marzo sarà a capo del Wto, l’Organizzazione mondiale per il commercio. È la prima donna e prima africana a farlo. Laureata a Harvard in economia, ha lavorato per 25 anni presso la Banca Mondiale ed è stata due volte ministra delle Finanze in Nigeria.

 

L’Africa è la nuova frontiera del mondo energetico internazionale. Si trova a Benban, in Egitto, uno dei più ambiziosi progetti solari del mondo. Avrà la capacità di produrre fino a 1,8 GW, con la possibilità di vendere l'elettricità in eccesso ad un decimo dell’attuale prezzo in Europa. Sono già in corso i colloqui per costruire le reti per portare l'elettricità dal deserto del Sahara verso il Vecchio Continente e altri Paesi d'Africa. La compagnia del Kenya CrossBoundary Energy, che è stata la prima piattaforma di investimento dell'Africa subsahariana per il solare commerciale e industriale, ha di recente venduto il suo portafoglio solare off-grid da 40 MW ad ARCH Emerging Markets Partners.

 

«Secondo la percezione superficiale preponderante in Europa, gli africani migrano per sfuggire alla povertà o per le guerre. In realtà, lo fanno perché sono giovani. I giovani africani, qui sta il cambiamento antropologico, hanno completamente introiettato lo spirito della globalizzazione, che è individualista: pensano che muoversi sia un loro diritto, umano direi. Noi dobbiamo guardare all’Africa con occhi nuovi. Non è il continente sofferente che abbiamo sempre immaginato. È in evoluzione e in continua ebollizione. L’impatto della globalizzazione è stato fortissimo, molto più che da noi. I giovani, che sono il 70 per cento della popolazione africana, reagiscono in vari modi. Uno di questi, forse il migliore, è la migrazione. Altri modi sono aderire a guerriglie etniche o peggio ancora al jihadismo».

 

Continuo il percorso della lettura dell’Enciclica “Fratelli Tutti”, estrapolando i concetti che più mi hanno colpito:

76… «nella società globalizzata, esiste una maniera elegante di guardare dall’altra parte che si pratica abitualmente: sotto il rivestimento del politicamente corretto o delle mode ideologiche, si guarda alla persona che soffre senza toccarla, la si mostra in televisione in diretta, si adotta anche un discorso all’apparenza tollerante e pieno di eufemismi».

78… Le difficoltà che sembrano enormi sono l’opportunità per crescere, e non la scusa per la tristezza inerte che favorisce la sottomissione.

79… Prendiamoci cura della fragilità di ogni uomo, di ogni donna, di ogni bambino e di ogni anziano, con quell’atteggiamento solidale e attento, l’atteggiamento di prossimità del buon samaritano.

81… mettiamo da parte ogni differenza e, davanti alla sofferenza, ci facciamo vicini a chiunque. Dunque, non dico più che ho dei “prossimi” da aiutare, ma che mi sento chiamato a diventare io un prossimo degli altri.

86… Perciò è importante che la catechesi e la predicazione includano in modo più diretto e chiaro il senso sociale dell’esistenza, la dimensione fraterna della spiritualità, la convinzione sull’inalienabile dignità di ogni persona e le motivazioni per amare e accogliere tutti.

 

GRAZIE A TUTTI COLORO CHE HANNO DEDICATO IL PROPRIO TEMPO PER AVERMI SEGUITO SIN QUI, PER CONTINUARE AD AIUTARCI, A PENSARCI, A VOLERCI BENE… A TUTTI UN GROSSO ABBRACIO, DA CLAUDIO from Tabasamu Centre

 

 

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