Newsletter Gennaio 2024

Cari lettori, ogni inizio anno porta con sé sempre novità ed è giusto che sia così. Gli intendimenti che vorremmo perseguire, gli obiettivi che si aggiornano di anno in anno, … come ogni attività richiede. La premessa che serve per contestualizzare è questa: dal 2019 stiamo cercando di avere una collaborazione, un supporto, seppur modesto-simbolico, dei fruitori, cioè dei familiari degli alunni. La necessità è data dal fatto che ormai siamo entrati nei 15 anni (2009 – 2024) di svolgimento della nostra attività solidale. Abbiamo completato lo sviluppo del Tabasamu Centre: il luogo dove partono i servizi alla popolazione rurale di Kaembeni e dintorni. Appare chiaro che non è possibile continuare in eterno a fornire una moltitudine di servizi gratuitamente. Dobbiamo pensare che Claudio non esisterà in eterno. Dobbiamo pensare che la generosità italiana potrà si continuare, ma che abbia la necessita di avere la soddisfazione di raccogliere anche la partecipazione degli utenti, affinché non ci sia un solo dare in continuazione, ma anche partecipazione. Dare avvio cioè ad una donazione partecipata, per una crescita culturale del ricevente, che non debba essere inattivo, passivo, ma parte attiva del processo solidale. 15 anni sono serviti per creare una struttura completa e organizzata, messa a loro disposizione. Ora devono imparare a saperla mantenere, proteggere, curarla, … come ogni padre, con la propria famiglia. Se loro continuano a pensare che il Tabasamu è del Mzungu Claudio e dei suoi amici benefattori italiani, non andremo da nessuna parte. Il problema, come potete ben capire, è di carattere culturale. Stimolare, stimolare, stimolare …, muovere le coscienze, non adagiarsi sulla irresponsabile comodità di solo ricevere. Trovo irresponsabile ed egoistico il loro atteggiamento mentale “passivo” secondo il quale … fin quando c è Claudio, è lui che pensa a noi. Come ha sempre ha fatto fino adesso … che continui … ma senza visione e lungimiranza, non si va da nessuna parte.

Già l’anno scorso avevo pensato di non farmi vedere al Tabasamu Centre, di ridurre le mie presenze, affinché capiscano che il Tabasamu Centre non è mio o degli italiani, ma è stato costruito per la comunità, per i fruitori del Centro. Vorrei scomparire per fargli capire che devono svolgere un ruolo, dovuto ed essenziale per il loro futuro. Ma cambiare la loro mentalità è difficile, se non impossibile. Si rischia di creare conflittualità tra noi e loro. L’egoismo è duro da sconfiggere.  

 

I lettori assidui che leggono le newsletter mensili penso abbiano capito la schiettezza con cui scrivo, priva di ipocrisia. Questo mio atteggiamento rispecchia il rispetto che ho dei benefattori. Non sarebbe corretto eludere i problemi della società africana, i loro usi e costumi, … di norma una Onlus o NGO, sottace i problemi reali della società in cui opera, lo fa per non disgustare i propri benefattori, perché ha paura di perderli, perdere il proprio business, credibilità nel suo impegno, … ma non lo trovo in linea con il far sempre prevalere la verità, ad ogni costo e poi una lezione di vita che ci ha trasmesso Marisa è la “Solidarietà Incondizionata”, non solo quella “meritevole” (che difficilmente esiste, peraltro).

Anche il Benefattore deve crescere nel senso di responsabilità, oggettività, allontanando i sentimentalismi: smettiamola di pensare … “poverini, come sono poveri, aiutiamoli” … diamo un senso pragmatico al nostro operare, alla nostra missione. Agiamo con criterio, analizzando nel dettaglio, caso per caso, cosa e come è meglio fare, per meglio usare il nostro altruismo, la nostra generosità e usare in modo accurato le risorse disponibili. La  donazione a pioggia non paga. L’ho provato su di noi nel 2021 quando abbiamo raggiunto i 750 alunni. Quando abbiamo agito a discapito della qualità. È quest’ultima l’obiettivo da raggiungere. Dunque la missione è diminuire il numero degli alunni per una migliore attività.          

 

PRINCIPALI NOTIZIE DAL KENYA  PER CONOSCERE IL “SISTEMA PAESE”

 

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha prospettato per il centro spaziale Luigi Broglio di Ngomeni (Malindi) un ritorno al glorioso passato dei lanci di vettori e satelliti spaziali, dopo l’interruzione dei programmi di volo nel 1988. Attualmente, la base conosciuta anche come “San Marco” è impegnata esclusivamente nel monitoraggio dei satelliti che passano sopra l’equatore, ma potrebbe tornare a rappresentare il fulcro dell’esplorazione spaziale, non solo per il nostro paese, ma soprattutto per il continente africano e le nazioni, prima tra tutte il Kenya, che si affacciano alla ricerca nello spazio. "L'Italia può essere protagonista dell'avventura spaziale del continente africano perché pensiamo che la nostra base di Malindi possa diventare la base spaziale per le piccole costellazioni satellitari dei paesi africani". L’idea, secondo Urso, è quella di creare anche la base di lancio ideale per il lanciatore italiano Vega, evitando così di pagare alla Francia l’utilizzo della base della Guyana Francese. il governo, a 35 anni di distanza, realizzerebbe l’ultimo sogno, l’unico mai realizzato, del professor Luigi Broglio, che dal primo lancio in orbita dal Kenya, alla fine degli anni Sessanta, iniziò già a pensare e progettare un razzo tutto italiano per mettere in orbita i nostri satelliti.

Lo riporta in prima pagina il sito ufficiale dell’ETA (Electronic Travel Authorization) del Kenya (www.etakenya.go.ke): le autorizzazioni tramite il nuovo metodo per entrare in Kenya ed ottenere il visto di soggiorno come turista, saranno accettate a partire dal 27 dicembre. Il sito stesso consiglia comunque di fare la richiesta dell’ETA almeno 72 ore prima di partire. L’ETA E’ VALIDO SOLO PER UN INGRESSO IN KENYA, AL VIAGGIO SUCCESSIVO BISOGNERA’ RICHIEDERLO NUOVAMENTE

Passaggi:

Visitare il sito www.etakenya.go.ke

Fare clic su "Apply Now" e seguire le istruzioni

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Se la vostra domanda è stata approvata, stampate il documento PDF allegato all'e-mail, scaricatelo sul vostro dispositivo mobile o salvatelo nell'applicazione mobile "Kenya Travel Authorisation". Si tratta dell'autorizzazione al viaggio che deve essere esibita ai punti di partenza e di arrivo.

Se la domanda è stata respinta, per il momento non sarà possibile recarsi in Kenya. Si prega di contattare Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. per segnalare la propria situazione e ottenere ulteriori dettagli.

È possibile controllare lo stato della propria domanda in qualsiasi momento visitando il seguente URL: https://www.etakenya.go.ke.

Potrete viaggiare solo dopo che la sua domanda sarà stata approvata dal Governo del Kenya.

 

In Kenya le stagioni sono sempre state solo due: quella umida e quella secca. Identificate con i due venti principali, il monsonico Kusi e il caldo Kaskazi. Il cambio di stagione è annunciato dall’inizio delle grandi e delle piccole piogge, solitamente ad aprile e ottobre. Ma da qualche anno, a causa i cambiamenti climatici in tutto il mondo, e per il Kenya in più  anche la deforestazione e il riscaldamento dell’oceano, non c’è più un riferimento. Anche la fascia equatoriale, viaggia verso la tropicalizzazione. Aumenta l’umidità e si riduce la stagione secca, con conseguente innalzamento delle temperature e la possibilità di acquazzoni fuori stagione. Quest’anno il ciclone El Niño ha portato situazioni di instabilità del tempo che si stanno protraendo ancora, con qualche piovasco notturno e l’umidità che non riesce a scendere sotto il 75%. Secondo l’ultimo aggiornamento del servizio meteorologico Kenya Met, alcune aree, tra cui gli altipiani centrali della Rift Valley, compresa Nairobi, saranno soggette a vere e proprie “tempeste”. Anche le contee che si trovano lungo il bacino del Lago Vittoria e alcune parti del Kenya occidentale subiranno forti precipitazioni. C’è comunque molta confusione in cielo e in terra, per quanto riguarda le previsioni in kenya: un mese fa i meteorologi avevano previsto che il paese avrebbe sperimentato le piogge di El Nino fino a dicembre. Tuttavia, l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha emesso un avviso secondo cui le piogge di El Nino continueranno fino ad aprile 2024. Dall’altra parte, il servizio meteorologico dell’Africa orientale ha detto che l’intera zona vedrà presto le temperature salire e che il 2024 sarà ancora più caldo dello scorso anno. Per adesso, le vittime delle forti alluvioni e inondazioni in Kenya dovute al ciclone sono state 174, con oltre 560 mila sfollati.

 

Per tantissimi anni i geologi sono stati consapevoli dello spostamento delle placche tettoniche lungo l'Africa orientale, ma nel 2018 sono emerse nuove prove. In seguito a una serie di eventi meteorologici, si è aperta un'enorme fessura nella regione della Great Rift Valley in Kenya. La fessura ha danneggiato strade, lasciato persone senza casa e, cosa forse più significativa di tutte, ha fornito un indizio su ciò che potrebbe accadere nei prossimi 5-10 milioni di anni: l'Africa si dividerà in due. La Great Rift Valley fa parte dell'East African Rift System, una grande spaccatura che si estende per 6.400 km ed è larga 48-64 km. La spaccatura si estende attraverso diversi Paesi.

Dopo le piogge di novembre e dicembre portate dal ciclone equatoriale El Niño, il Kenya sta sperimentando nelle regioni costiere le più alte temperature mai registrate a cavallo tra dicembre e gennaio. Come avvertono i responsabili regionali del servizio meteorologico, in alcune zone il termometro ha superato i 40 gradi, situazione aggravata dall’alto tasso di umidità. Secondo gli esperti, le temperature continueranno ad aumentare fino a marzo, anche se di contro dovrebbe scendere il tasso di umidità nell’aria.

 

Il Kenya entro dieci anni smetterà di importare prodotti alimentari da altri paesi, ma distribuirà e si nutrirà solo di quanto prodotto localmente. Questa è l’intenzione di Ruto, come misura per tagliare le spese della sua nazione. L'unico modo per abbassare il costo della vita e aumentare la produzione alimentare è aiutare gli agricoltori a produrre più cibo per eliminare la carestia, ha dichiarato il presidente, attaccando poi l'opposizione e la magistratura per quello che ha definito un complotto per far deragliare i programmi di governo.

 

A tre anni dall’approvazione del progetto per la costruzione del ponte di Mombasa, nelle parole del ministro dei Trasporti Kipchumba Murkomen, sarà il più lungo di tutta l’Africa e sarà costruito dai giapponesi, grazie ad un prestito iniziale di circa 250 milioni di euro. l’infrastruttura permetterà di non dover più utilizzare il traghetto per trasbordare dalla città-isola alla costa meridionale del paese, verso la località turistica di Diani ed il confine con la Tanzania. "Il Mombasa gateway bridge non solo faciliterà il movimento di persone e merci tra l'isola e la costa meridionale, ma sarà anche un'attrazione turistica" ha dichiarato Murkomen. Il completamento dei lavori, una volta iniziati, dovrebbe avvenire in tre anni.

 

Massacro di Shakahola. Dopo più di nove mesi dall’inizio delle indagini e dal suo arresto, finalmente la procura della repubblica del Kenya ha formulato le accuse per il controverso predicatore di Malindi Paul Mackenzie, che è sospettato insieme ad altri 94 suoi collaboratori e presunti complici, della morte di almeno 429 suoi seguaci, tra cui numerosi bambini. La Croce Rossa keniota ritiene che il numero definitivo degli adepti scomparsi sia 613.

 

Sabato 27.01 un grido d’allarme contro il crescente fenomeno dei femminicidi. Le manifestazioni a Nairobi, Mombasa e nei principali capoluoghi di contea del paese, organizzate dalle associazioni per i diritti delle donne, hanno convogliato tante keniane e anche keniani di ogni età e fascia sociale. Come dire, da una parte c’è un paese in via di sviluppo, che guarda all’occidente, naviga su internet e assorbe la cultura massificata, dall’altra l’ex terzo mondo in cui ancora tante abitudini sono radicate e figlie di un’educazione familiare a senso unico, del tribalismo e della legge del più forte.

 

 

Lunedi 29.01 Il Kenya è tra i paesi protagonisti del summit Italia-Africa a Roma. Il presidente William Ruto è uno dei 25 capi di stato o di governo presenti all’incontro, introdotto dal presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella e diretto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che presenterà il cosiddetto “Piano Mattei” per il continente africano. Il Kenya è uno dei paesi pilota nei primi progetti e nelle iniziative comuni per introdurre una nuova politica “non predatoria, ma nemmeno esclusivamente caritatevole” nei confronti dell’Africa, basata su sicurezza, economia green, energia e catene produttive, con attenzione a ridurre e regolare i flussi migratori. Ruto dara seguito agli accordi su cui sono state poste le basi con la visita di Mattarella lo scorso marzo. Ma questioni strategiche riguardano anche la costruzione delle due dighe di Itare e Kimwarer, per la cui costruzione erano state coinvolte due aziende italiane. Anche la situazione del centro spaziale Luigi Broglio di Ngomeni, che si appresta a diventare un altro polo strategico per tutta l’Africa subsahariana e che si vorrebbe far tornare ad essere una base di lancio di satelliti, come non avviene più dall’ormai lontanissimo 1988. Anche in prospettiva “Piano Mattei”, dunque, il vertice a Roma riveste una rilevante importanza e da qui potrebbero uscire non solo nuove linee guida per la collaborazione dei due paesi, ma anche diverse opportunità per aziende, privati e di conseguenza anche per l’attrattività del Kenya nei confronti del nostro paese, degli investitori e anche del turismo.   

Il presidente William Ruto ha concluso la sua visita in Italia, dove oltre al summit Italia-Africa al quale ha partecipato con altri 24 capi di stato e alti dirigenti di 47 paesi del continente africano, ha anche incontrato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con gli accordi in essere che anche l’Unione Europea tiene a ratificare, dopo la visita a Nairobi della presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen, molte cose potrebbero migliorare. Ad esempio il libero mercato e il taglio di imposte nell’import-export che privilegerebbero anche tante aziende keniane che esportano in Europa e quindi anche nel nostro paese, e che deve essere chiaramente reciproco. Più laboriosa ed ancora in stand-by invece la questione della doppia imposizione fiscale, che ad esempio potrebbe invogliare pensionati o cittadini italiani con rendite a trasferirsi ed investire, anche solo a livello immobiliare, in Kenya.

L’Africa ha la popolazione più giovane del pianeta e quella che si urbanizza più rapidamente. Il grosso dell’«esodo biblico» è dalle campagne alle città e possiede il 30% di tutte le materie prime necessarie alla transizione post carbonica.

NOTIZIE DAL TABASAMU CENTRE

 

Come anticipato, dal 24 dicembre sono arrivati i volontari Valentina e Stefano, Miriam e Umberto. Per Valentina e Stefano questa esperienza di volontariato ha coinciso con il loro viaggio di nozze. A tal proposito molte persone hanno donato offerte e materiali ai novelli sposi a beneficio del Tabasamu Centre. Ringraziamo quindi tuti questi benefattori, in particolare gli amici di Torno, la sig.ra Elena Porro (che ha donato molteplici oggetti e materiale scolastico della sua cartoleria), Terry e Chiara insieme ai volontari della mensa dei poveri di Como, la sig.ra Marina (mamma dello sposo), la maestra Pamela e sua nipote Luna (che hanno donato penne e matite). Infine un particolare ringraziamento a Fiorella, Filippo e famiglia (amici della volontaria Miriam) che hanno donato medicinali e materiale scolastico per i bambini del Tabasamu Centre. Inoltre Valentina e Stefano, in viaggio di nozze, ci hanno fatto una donazione in denaro. Grazie!  

I volontari hanno anche portato 4 valigie piene di vestiti usati per i bambini, che l’associazione S.K.O. ha raccolto in Italia. Una delle quattro piena di divise usate per il calcio e diversi palloni usati, che grazie a Roberto e Ketty (sorella di Marisa) sono stati raccolti e donati dalla polisportiva pontelambrese e di Arcellasco, che ringraziamo di cuore. Ringrazio anche mio fratello Alberto per l’impegno profuso, sostenendo sempre i costi a sue spese.

 

 

 

 

Prima dell’inizio scolastico abbiamo aggiustato il pulmino con nuovi rivestimenti dei sedili e il service al motore

    

Abbiamo consegnato i vestiti usati donati dagli italiani ai nostri bimbi, dando precedenza agli orfani.

 

Lunedi 08 gennaio apertura della scuola, inizio del nuovo anno scolastico 2024 e rifornimento di una gran quantità di food per il lunch degli studenti

      

Si susseguono le riunioni dei maestri dal Vice Preside Safari per la programmazione scolastica.

 

Mercoledì 10 gennaio sono arrivate le volontarie Silvia e Alice, entrambe fisioterapiste. Eccole all’opera:

 

 

Le numerose foto a seguire rappresentano i vari momenti dei loro trattamenti:

 

Abbiamo ricevuto la visita di conoscenti – turisti in Watamu: Gloria del Bar Ravella con altri 3 amici. Ci hanno portato vestiti per i nostri bimbi e donazioni da parte di Rodolfo A. falegname in Canzo (Co) e dei suoi amici Paolo C., Marco C. e Domenico S. A tutti un GRAZIE di cuore!!!

 

La nostra nurse-mid wife Eunice ci richiede sempre medicine … ed è contenta quando gliele portiamo … le visite non riguardano solo i nostri alunni, ma come vedete anche gli esterni, anziani della comunità.

 

Le lezioni delle maestre in una delle nostre aule, come vedete decorate dai volontari   

 

 

Ecco la mensa della Primary school e più sotto quella della scuola materna

 

 

Il momento della distribuzione del cibo da parte della cuoca Mashaka, con i imi in fila con il piatto in mano

 

Abbiamo acquistato, su richiesta del Vice Preside, che coordina le varie attivita, impianto stereo con casse acustiche per le materie pratiche musicali (conoscenza degli strumenti, musica, danze,…) che fanno parte degli esami.

 

 

SOTTO il maestro Ngalla che spiega il passo di danza

 

Il  momento dei saluti ogni venerdì alle ore 16,00 alla chiusura delle lezioni: assemblea prima di andare a casa.

 

 

Il 25.01 sono venuti al Tabasamu Centre l’amico benefattore Domenico da Erba  con Luisa da Sorrento grazie di cuore per le loro donazioni e per la permanenza di 4 giorni al Royal Tulia Home di Malindi

 

 

Abbiamo finalmente completato la lunga recinzione rimanente dell’appezzamento di terreno delle coltivazioni. Quasi 300 mt. di muratura in blocchi di corallo, con pilastri ogni circa 4 mt. in calcestruzzo e superiore paletti di ferro con filo spinato e ferro dentato. Grazie alla Presidente Marina O. di Rogeno (Lc) dell’Assoc. Onlus Et Vous.

 

 

Abbiamo demolito e rifatto il pilastro del cancello che ha ricevuto un colpo dal camion che trasportava i blocchi di corallo per la recinzione. Il costo ci è stato pagato dal driver della ditta di trasporto dei materiali.

 

Abbiamo chiamato il fabbro per sistemare il cancello incidentato, per la porta d’ingresso della sala docenti e per sistemare una nostra cariola. Abbiamo acquistato anche tre nuovi slasher per il taglio dell’erba.   

  

Il mais, come vedete è ben cresciuto. Presto passeremo alla raccolta.

 

Per la Toyota Noah una tragedia durata dal 18 dicembre al 7 gennaio. Abbiamo cambiato il motore intero e non solo ….

 

 

Sono ritornati i meeting del Gender Project.

 

Sono venuti, a fine gennaio,  dei Officer dal Ministero dell’educazione in ispezione alla nostra scuola. Eccoli con i nostri maestri e il Preside

 

 

Intorno circa al giorno 23 gennaio è nata una pandemia agli occhi, in particolare degli alunni: congiuntivite. Niente di grave, ma si è estesa a tutta la costa. Abbiamo dovuto ricorrere ai medicinali. Facilmente trasmissibile, infatti ha coinvolto anche gli adulti, in particolare i maestri.

Importante, oltre alle gocce agli occhi, lavare spesso le mani, prima causa, in quanto ci si tocca gli occhi, con facilita. Non solo nelle zone agricole, la malattia si è estesa anche in citta.

 

SOTTO vedete la somministrazione delle gocce negli occhi ai nostri studenti affetti da congiuntivite.

PIU SOTTO i flaconcini-medicinali acquistati in farmacia.

 

 

 

 

2024  Solidarietà Kenya Onlus