Newsletter Febbraio 2017

NUOVO IBAN PER BONIFICI BANCARI A S.K.O. DAL 20 FEBBRAIO 2017 : IT90C0311151270000000000156  

Cari lettori, anche il mese di febbraio è stato ricco di novità al Tabasamu Centre, vediamole insieme nel dettaglio: Mercoledì 01 la dr.ssa Anna pediatra, coadiuvata dagli amici Gianpaolo con moglie e da Sister Justina, ha concluso le visite ai bimbi della baby class e visitato altri; è il 4° anno che ci segue e con soddisfazione ha trovato i bimbi migliorati. Claudio e Sidi, hanno fatto visita alla casa di Kadii, mamma di Sakina ns. alunna della classe terza, cui è morto il papà. La casa è senza tetto (crollato) e dove viene ospitata provvisoriamente, si prevede crollerà a breve per le piogge. L’aiuto è di provvedere alla costruzione del tetto, appena possibile: se qualcuno dei lettori può venirci in aiuto, la spesa è di € 450; la mamma partecipa aggiustando le pareti e il pavimento, per rendere usufruibile la casa.

Interno casa non usufruibile                                    Casa in cui è ospite, vicino al crollo              Sakina con Sidi

Giovedì 02 donate da Massimo altre 20 sedie di plastica. Non solo il Tabasamu Hall, ma ora tutte le classi, gli uffici, la biblioteca e i diversi luoghi del Centro, sono dotati di sedute comode. L’indagine effettuata da Massimo e Gianpaolo, ha fatto scaturire un inventario che è servito per mettere ordine all’arredamento del Centro. Venerdì 03 hanno fatto visita al Tabasamu Centre i coniugi Gianni e Gabriella di Brescia, benefattori (insieme agli amici di Trezzano Rosa e di Firenze). Ci hanno portato tanti vestiti per i bimbi e una donazione in denaro. Essendo stati donatori nell’allestimento della nuova chiesa, hanno salutato i bimbi a fine della S. Messa

 I vestiti donati                                                             I saluti ai ns. 335 bimbi              Il discorso tradotto in swahili

Riguardo il sostegno alla Baby Class 2017, l’appello è stato subito accolto, siamo sulla buona strada: dopo la mamma di Sara V., con Diletta, Gianni e Gabriella, siamo arrivati a 13 bimbi. Ci auguriamo un proseguimento sino al completamento, se possibile. Sotto vedete la Baby Class 2017 con la maestra Hellen e Nema.

                                                               

Purtroppo Nema è incontinente e la maestra Hellen deve cambiarla anche 6 volte in giornata: sogniamo i Pampers!! Sabato 04 grazie a Massimo è migliorata la sala riunioni dei maestri con i due tavoli protetti da nuove tovaglie e le nuove 10 sedie:

                                                           

Mercoledì 08 ho compiuto con il fundi Ali, il tracciamento degli edifici in progetto (maternità, reparto fisioterapico e staff house), per confermare le corrette dislocazioni dei nuovi futuri edifici in previsione di realizzazione quest’anno. Giovedì 09 messa in onda della trasmissione Community (n.89) di RAI ITALIA, in cui la volontaria Sara V. è stata intervistata riguardo la pallavolo al Centro. Nella stessa serata ha organizzato una cena a Milano, con raccolta fondi:

                                                                 

                                                                      Grazie a Sara e agli intervenuti

Sara, nel giorno del compleanno di Marisa, mi ha scritto: “ogni tanto le persone vanno scosse, perché può capitare che la loro parte migliore si depositi sul fondo”. Io non ho mai conosciuto Marisa, ma ho avuto la grazia di conoscere il Suo Sogno. Un Sogno meraviglioso, che parla di lei e che continua a prendere forma e vita grazie a Te. Mi avete “scosso”, mi sento “migliore” e, ancor di più, mi sento “felice”. E ve ne sono e vi sarò eternamente grata! In questo giorno di dolore e di ricordi, vorrei che tu sorridessi, anche solo per un minuto … grazie a te io vivo e sorrido! Sara, che per diversi aspetti caratteriali mi ricorda Marisa, si dimostra una ragazza molto sensibile, ma soprattutto ha capito l’atteggiamento mentale che deve assumere un volontario nel venire al Centro, nella consapevolezza che non deve tradursi solamente in un appagamento personale, ma mettersi a disposizione con umiltà e amore incondizionato per il bene dei bimbi che ospitiamo, non solo per se stessa. Venerdì 10 conclusa la recinzione in muratura del piccolo terreno acquistato a gennaio, adiacente al ns. dispensario:

                                                                        

Vista esterna (porzione) della nuova recinzione in muratura

Sabato 11 quarta e quinta conferenza congiunta, relatore Dr. Massimo. Tema trattato: “ Benessere fisico e cura del proprio corpo” e “Come vivere felici”. Partecipanti 70giovani, sempre diversi dalle precedenti, tra i 10 e i 19 anni. Il pranzo ha fatto da intermezzo tra le due conferenze. La traduzione simultanea in lingua swahili è stata operata dai maestri Kombe e Joseph, ma anche da Emmanuel, di cui vi parlo sotto le foto:

Emmanuel Charo è un ragazzo di 17 anni che ha frequentato nell’anno 2016 la terza classe alla Marereni Secondary School con risultati eccellenti: vedi sotto STUDENT’S REPORT CARD (il Grade A e B sta per i nostri voti 10 e 9). Due anni fa gli è morto il padre e nel 2016 gli è morto lo zio (subentrato a pagare le school fees). Ha 13 tra fratelli e sorelle, da un’unica madre e unico padre. Ora non ha nessuno che gli paga le spese scolastiche. Si è resa disponibile S.K.O. con l’accordo di costruire una collaborazione tra il ragazzo e il Tabasamu Centre, nei mesi di vacanza; non è bene produrre un aiuto fine a stesso: non è solo con i soldi che si aiuta la crescita di un individuo, ma soprattutto con la cultura, i valori, il senso di partecipazione e di condivisione, con gli ideali che devono accomunare il nostro cammino. Un investimento nei giovani meritevoli! Il costo dell’ultimo anno della secondary school (il nostro liceo) è di € 300.

Emmanuel Charo                                             Pagella del 2016                                            Spese scolastiche 2017

Già venerdì 10 con 6 scuole, poi giovedì 16 con ben 20 scuole “nursery” (scuole materne) del distretto, tutti insieme al Tabasamu Centre, per “giochi ludici competitivi” (una sorta di giochi della gioventù): searching race, sorting and grouping, tin balancing, sack race, filling and empting, potato race, foot balls boys and girls. L’ampia area dedicata all’attività sportiva del Tabasamu, costituisce un forte richiamo per le altre scuole del distretto scolastico.

Riunione dei maestri                                            I giochi in corso                             Le tribune piene di alunni esterni

Venerdì 17 è ripartito il volontario Massimo: un sincero ringraziamento e apprezzamento per la generosità dimostrata nel corso della sua lunga permanenza, esprimendo un VOLONTARIATO di qualità, disponibile e sensibile nel seguire le ns. necessità.

                                                                   

                                                                        Massimo con in braccio Nema

Sabato 18: prosegue il lungo e costoso riempimento, per livellare le quote del terreno, per la successiva formazione della pista atletica e del percorso vita, nonché del contemporaneo risanamento dell’area :

                       

                     Riempimento in corso con trasporto terra per livellamento quote

Laura T. di Torino non solo ha pagato a Sabina la permanenza al S. Francis R. Project (centro riabilitativo) per l’anno 2017, ma va pure a trovarla e la segue. Grazie Laura per la sensibilità e la naturalezza con cui ti sai muovere. Il senso materno, che è proprio di tutte le donne, quando è incanalato ed espresso nel modo corretto, è uno spettacolo!

                                  

Ora il nostro fronte strada è completo, finalmente abbiamo scritto, a lato del cancello carraio, come previsto in Kenya, il nostro DNA, ossia la nostra missione, la nostra visione e il nostro motto, nello spirito di Marisa e Claudio: Vision: to work towards community development through quality education (lavorare in direzione dello sviluppo della comunità attraverso l'educazione di qualità). Mission: embrace full human development through social, intellectual and spiritual growth a well right society (abbraccia in pieno lo sviluppo umano attraverso la crescita sociale, intellettuale e spirituale per una società giusta). Motto: education for future (educazione per un futuro).

                                                                   

Lunedì 20, con una telefonata dall’Italia di Paolo R. (Presidente “Progetto Lucy Smile) e l’indomani con il colloquio in Malindi, con la Tesoriera Laura T., ci hanno consentito di iniziare LUNEDI 27 i lavori di scavo per le fondazioni del nuovo reparto maternità, vicino al dispensario.

                              

La corrispondenza in inglese tra i ns. alunni della 4° classe primary school e i ragazzi dell’I.S.V. di Erba, prosegue!!!

                                        

NON TI SCORDARE: DONA IL 5x1000 ALL’ASSOCIAZIONE “SOLIDARIETA’ KENYA ONLUS”: C.F. 91019810133.


INFORMAZIONI CULTURALI Danilo Taino in un editoriale del Corriere.it del 21.01, ha scritto che è in corso una gran discussione, da qualche tempo, sulla distribuzione della ricchezza, sulle cosiddette diseguaglianze. Alcuni studiosi sostengono che il divaricarsi delle differenze patrimoniali sia una delle ragioni delle proteste degli elettorati occidentali; altri ritengono che il problema non siano le differenze di ricchezza o di reddito ma la povertà e la sua tendenza, a crescere o a diminuire. È comunque interessante capire cosa significhi oggi essere ricchi o poveri nel mondo. La banca Credit Suisse pubblica ogni anno il Global Wealth Report. Quello riferito al 2016 calcola che per far parte del famoso 1% ricco occorre possedere un patrimonio netto di 4,47 milioni di dollari negli Stati Uniti, cifra che scende a 1,41 milioni in Europa e a soli 32.892 dollari in India. La media globale dell’1% più ricco della popolazione è a 744 mila dollari. Secondo tutta una serie di indicatori, il Paese che dispone di maggiore ricchezza è la Svizzera, l’unico al mondo che, dal 2012, registra un patrimonio medio di oltre 500 mila dollari per cittadino adulto. Per essere tra l’1% più benestante nella Confederazione elvetica servono almeno cinque milioni di dollari. Uno svizzero è 11 volte più ricco del cittadino medio del mondo. Le maggiori differenze rimangono quelle tra le regioni del pianeta: del 20% più povero globalmente, circa un miliardo di adulti, 246 milioni stanno in India, 72 milioni in Cina, 215 milioni nel resto dell’Asia-Pacifico, 240 milioni in Africa. Forse spiega un po’ delle insoddisfazioni degli elettori europei il fatto che tra il 2008 e il 2016 gli adulti europei nella fascia del 20% più povero del mondo siano aumentati dell’1,6%, a 101 milioni. Massimo Franco in un articolo (Corriere.it del 31.01) ha osservato: «Donald Trump rischia di favorire una nuova Guerra fredda. Ma non tra Stati Uniti e Russia. La nuova Guerra fredda è quella che sta dichiarando in modo unilaterale il Nord ricco del mondo al Sud povero. E la Chiesa di Francesco dovrà affrontarla con pazienza e lungimiranza». In pari data Aldo Cazzullo risponde ad una lettera di un lettore che esprime disagio per il nuovo corso di Washington: Trump non ha vinto grazie agli hacker. È certo molto preoccupante quello che è accaduto; ma le manipolazioni digitali possono accentuare una tendenza, non provocarla e questo non cambia la portata storica dell’elezione di Trump. Impedire l’ingresso a ingegneri iraniani o a studenti iracheni non farà degli Stati Uniti un Paese più sicuro, ma solo un Paese più detestato. Eppure questo sarà ancora un «secolo americano», come indica il titolo di un recente libro di Maurizio Molinari. Se c’è una scoperta scientifica, un prodotto tecnologico, una cura medica, un caso letterario o cinematografico, viene dall’America. La superpotenza conserva la sua egemonia grazie a tre fattori: le basi militari in tutto il mondo; il predominio tecnologico, che a quello militare è strettamente connesso; e la capacità di valorizzare le diversità, di attrarre le migliori intelligenze dal resto del mondo, di far contare le minoranze. Il World Cancer Day, la Giornata mondiale contro il cancro viene celebrata tradizionalmente il 4 febbraio: smettere di fumare, fare movimento ogni giorno, scegliere cibi e bevande salutari. Sono tre semplici mosse che però contribuiscono in modo importante a ridurre le probabilità di ammalarsi di cancro. In generale, ben un terzo dei casi di cancro potrebbe essere prevenuto solo seguendo questi tre principi. Il tabacco è la principale causa di cancro al mondo e smettere porta dei benefici fin dalle prime ore, che diventano poi sempre più importanti col passare del tempo. C’è poi l’attività fisica, che può far diminuire il rischio di ammalarsi di ben 13 tipi diversi di cancro,oltre ad essere una strategia efficace per contrastare gli effetti collaterali delle terapie e arginare i rischi di una ricaduta. Fare movimento è poi la chiave vincente nella lotta ai chili di troppo, che sono stati legati a ben 10 neoplasie (vescica, seno, utero, ovaio, prostata e cistifellea). Ed è stato scientificamente provato da moltissimi studi che mangiare bene (con una dieta povera di grassi animali e ricca di vegetali) evita quasi la metà dei tumori, così come è stato dimostrato il legame tra eccessivo consumo di alcolici e alcune forme di cancro (bocca, laringe, faringe, esofago, intestino, fegato e seno). Non ultimo: basta proteggersi adeguatamente dai raggi solari per evitare scottature e limitare il pericolo di sviluppare un tumore della pelle. Luigi Accattoli sul Corriere.it del 05.02 ha intervistato John Allen, per 16 anni corrispondente da Roma, ora dirige Crux, il maggior portale statunitense di informazione cattolica, in relazione ai manifesti apparsi a Roma, contro il Papa: È azzardabile un paragone tra la contestazione a Bergoglio e quella a Trump? «Paragone istruttivo. Sono ambedue leader forti, ambedue hanno un sostegno quasi fanatico in alcuni settori dell’opinione pubblica e un’opposizione altrettanto accesa in altri. Ambedue sono polarizzanti così che non ci sono verso di loro molte opinioni fredde: o sono amati, o sono odiati». Forse ambedue cavalcano la polarizzazione? «Ovviamente seguono regole diverse, l’uno è un pastore e l’altro un politico, ma al fondo sono due populisti: non si rivolgono alle élites ma al popolo. E non si impressionano se non raccolgono il consenso delle élites». Papa Francesco non finisce di stupire: un inedito video messaggio in spagnolo, per il 51° Super Bowl della National Football League per la finalissima tra New England Patriots e Atlanta Falcons, allo stadio Houston in Texas, l’evento sportivo più seguito negli USA, trasmesso la sera del 05.02: un appello per una cultura dell’incontro e un mondo di pace. «L’attività sportiva ci fa imparare il significato del sacrificio, crescere nel rispetto e fedeltà alle regole». Un’iniziativa che conferma la statura di leader globale e la grande popolarità della figura del Pontefice argentino. Dalla newsletter di Papa Francesco dello 06.02 leggo: “Unire economia e comunione è la sfida che Chiara Lubich ha lanciato 25 anni or sono, quando sognò un nuovo modello di fare economia, idea che è stata raccolta in questi anni da tanti imprenditori che si sono adoperati per creare la “Economia di Comunione”. Questa economia, ha spiegato Francesco, va nella direzione corretta poiché, pur riconoscendo l’importanza del denaro come strumento, non lo trasforma in un idolo. “Il denaro è importante, soprattutto quando non c’è, - ha sottolineato il Pontefice - rivolgendosi ai partecipanti all’Incontro “Economia di Comunione”, promosso dal Movimento dei Focolari – e da esso dipende il cibo, la scuola, il futuro dei figli. Ma diventa idolo quando diventa il fine”. “Quando il capitalismo fa della ricerca del profitto l’unico suo scopo, rischia di diventare una struttura idolatrica, una forma di culto. La ‘dea fortuna’ è sempre più la nuova divinità di una certa finanza e di tutto quel sistema dell’azzardo che sta distruggendo milioni di famiglie del mondo”. Come non lasciarsi contagiare da questa idolatria del denaro? – si è dunque chiesto il Vescovo di Roma. La risposta fornita dal Movimento dei Focolari, per mezzo dell’Economia di Condivisione, è chiara e semplice: condividendolo. L’Economia di Condivisione, infatti, non nega il concetto di impresa o di profitto, ma, al termine del processo produttivo, mette in comune i profitti. È una scelta, questa, che si trasforma nel “modo migliore e più concreto per non fare del denaro un idolo”. Infine il Vescovo di Roma ha invitato i presenti ad aprire gli occhi sulla realtà di un capitalismo ormai giunto al termine: un sistema che prima scarta le persone e poi si offre di curarle, un sistema che prima inquina il mondo e poi si offre di salvarlo. Elvira Serra sul Corriere.it del 06.02 scrive un interessante articolo dal titolo “La rivincita degli antipatici”. Sono quelli più esigenti, non fanno mai sconti, a cominciare da se stessi. Pretendono, non si accontentano, talvolta sono così testardi e poco malleabili da risultare «impossibili». Antipatici, insomma. Lucy Kellaway, ancora per pochi mesi columnist del Financial Times sul quotidiano economico ha scritto un commento dal titolo eloquente: «Sono una persona difficile al lavoro e felice di esserlo». Lei puntualizza che — guarda caso — sono solo i colleghi maschi a giudicarla così «faticosa». Ma si è dovuta arrendere all’evidenza, facendone però una bandiera, quando sua figlia le ha detto: «Mamma, tu non ti rendi conto di quanto puoi essere difficile». Eppure, oltre che per una questione di autostima, essere esigenti, soprattutto in posizioni di comando, è l’unico modo per raggiungere determinati risultati. «Gli studi sulla leadership fin dagli anni Cinquanta hanno dimostrato che un modello troppo democratico non sempre è funzionale: quando si hanno poco tempo e scarse risorse, la guida autoritaria risulta quella più efficace», spiega Vincenzo Russo, docente di Psicologia del lavoro e delle organizzazioni allo Iulm di Milano. «Gli antipatici, se vogliamo chiamarli così, sono quelli che adottano sì una logica molto autoritaria, ma anche molto meritocratica». Mi sento personalmente coinvolto e penso, a tal proposito, in particolare, a mia figlia … quanto possa condividerlo. Alia Malek — giornalista e avvocatessa per i diritti civili nata a Baltimora da genitori siriani — è autrice di alcuni dei testi più citati nelle discussioni recenti sul mondo arabo-americano. In merito al cosiddetto «muslim ban» di Trump il 06.02, ha detto: «È senza dubbio un tradimento dei valori americani, ma dobbiamo sottolineare che non è corretto chiamarlo “divieto per musulmani”. Se Trump tenesse davvero ai cristiani, saprebbe che l’unico effetto di questo provvedimento è mettere in pericolo i cristiani nel mondo arabo, rinforzando l’idea che la cristianità sia incompatibile con il Medio Oriente, quando invece è il luogo di nascita della cristianità, la casa di milioni d cristiani che sperano di rimanere lì. Gli Usa sono cambiati, soprattutto economicamente. Il capitalismo americano non è lo stesso di trenta anni fa. E c’è un segmento nella società che ne soffre immensamente e non riesce a capire come mai il sogno americano sia scomparso. Sono prede facili del razzismo e facilmente suscettibili a risposte xenofobe per le loro domande sulla fine del sogno americano». C’era un clima disteso e semplice nella visita di Papa Francesco all’Università Roma Tre il 16.02, come ci dice Andrea Riccardi sul Corriere.it. Il Papa ha lanciato a braccio quasi un «manifesto» per la globalizzazione dal volto umano: ha parlato di «globalizzazione poliedrica, in cui ogni cultura conserva la sua identità», riprendendo la «società liquida» di Zygmunt Bauman*. E poi una critica dura all’economia liquida per la disoccupazione giovanile. Il pensiero del Papa e quello di Zygmunt Bauman trovano una forte e significativa saldatura. Tra i due, c’è stato anche un momento intenso quando, nel settembre scorso ad Assisi, si sono incontrati nell’ultima uscita del pensatore polacco (laico e ebreo). Questi ha detto a Francesco: «Lei è per me una luce in fondo al tunnel». Bisogna riempiere i vuoti uniformanti e angoscianti del mondo globale: «Si perde il senso della costruzione sociale che si fa con il dialogo» e «invece di parlare si grida o si sgrida» — ha insistito il Papa. Bergoglio ha una proposta chiara: «Il dialogo avvicina le persone e i cuori: fa l’amicizia, l’amicizia sociale». La nostra — dice Luigi Zoja — è la società della morte del prossimo. Il Papa ha la percezione di una violenza crescente nelle nostre società. Ha proposto un disarmo personale nella lotta non violenta alla violenza: «Bisogna abbassare i toni, parlare meno e ascoltare di più!». Così ha stabilito un legame tra violenza nel linguaggio e «violenza mondiale». Alla violenza di società anonime e liquide, il Papa ha contrapposto la «concretezza», ripetendolo più volte. Per essere concreto, doveva toccare il tema della paura degli immigrati, proposto dalla siriana Nour, venuta da Lesbo con altri profughi sull’aereo papale. È un grande tema globale. A chi dice «perdiamo la nostra identità!», il Papa ha ricordato: «L’Europa è stata fatta da invasioni … Le migrazioni non sono un pericolo, ma una sfida per crescere». Da argentino, figlio di un Paese fatto da migrazioni, conosce il valore dell’incontro tra le culture. Per questo ha detto convinto: «Non c’è pericolo», se si realizza un’integrazione seria degli immigrati. L’integrazione è la sfida. Ma il Papa poi ne ha lanciata anche un’altra: per diminuire i rifugiati, bisogna favorire la pace nei loro Paesi e fermare lo sfruttamento. Era tempo che una personalità di rilievo non parlava con tanta forza (ma con pacatezza) di sfruttamento oltre che di pace. È il sorprendente manifesto di Francesco per un mondo globale. * Bauman, figlio di ebrei, filosofo polacco, è morto all'età di 91 anni il 09.01.17 nel Regno Unito, a Leeds. La fama come sociologo arriva negli anni '80 con i suoi studi sulla cultura della modernità, soprattutto legata al concetto di "modernità liquida", riferita alla condizione della posmodernità, dove i confini e i riferimenti sociali si perdono, e dove si perde la stessa società pubblica. La fluidità moderna ha a che fare con la crisi dello Stato, e quindi con la crisi delle ideologie e dei partiti. Il mondo di oggi, che altri studiosi hanno definito postmoderno o tardo moderno, frutto della globalizzazione, non ha né la struttura, né la solidità di un tempo. Le nuove forme di produzione e di rapporti umani sono anonime, liquide, mutevoli, effimeri. La società pubblica, sempre più sotto assedio, ha come unico protagonista il Grande Fratello. L'individualismo sfrenato che emerge con la crisi della comunità, rende fragili i contorni della società e la trasforma, appunto, in un’entità liquida. La modernità liquida è “la convinzione che il cambiamento è l'unica cosa permanente e che l'incertezza è l'unica certezza”. Giuseppe Remuzzi sul Corriere.it del 20.02 ci spiega che la disonestà è nel cervello, fa parte della vita e condiziona l’organizzazione della società, dalla finanza alla politica, oltre a compromettere i rapporti che ciascuno di noi ha con chi gli sta vicino. Si comincia con piccole trasgressioni, cose davvero da poco e poi si va avanti con atti sempre più gravi fino a mettere in crisi, a volte, il buon funzionamento di interi settori del vivere civile, il lavoro, la giustizia, l’istruzione, la medicina, … Ma vi siete mai chiesti perché da una piccola trasgressione si passa a forme di disonestà sempre più grandi, proprio come capita con le valanghe che poi nessuno ferma più? Cosa succede nel nostro cervello? Fino a qualche tempo fa la risposta non c’era, ma un lavoro di studiosi inglesi e americani appena pubblicato su Nature Neuroscience ci fa fare un bel passo avanti. Gli autori sono partiti da due considerazioni, la prima è che il nostro cervello risponde sempre meno a determinati stimoli emotivi se questi si ripetono con una certa frequenza, la seconda è che di solito chi non è abituato a trasgredire, la prima volta che lo fa si sente a disagio. Ma se tu trovi il modo di bloccare certi mediatori chimici coinvolti nell’elaborare le emozioni quel senso di disagio sparisce. Neil Garrett e i suoi colleghi sono riusciti a esplorare con tecniche di risonanza magnetica funzionale il comportamento di persone che venivano incentivate a compiere piccoli atti di disonestà e a ripeterli nel tempo. Si sono concentrati soprattutto sull’amigdala perché questa è la sede delle emozioni, ma hanno esplorato anche altre aree potenzialmente rilevanti. Insomma, i messaggi che ti manda il cervello se tu imbrogli appena un po’ che all’inizio ti fanno sentire a disagio, diventano sempre più deboli. È l’«adattamento» del cervello come dicono i neurologi, alla disonestà in questo caso (The brain adapts to dishonesty appunto, è il titolo del lavoro).

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