Newsletter Marzo 2017

DONA IL 5x1000 ALL’ASSOCIAZIONE “SOLIDARIETA’ KENYA ONLUS” C.F. 91019810133

NUOVO IBAN PER BONIFICI BANCARI A S.K.O. dal 20 febbraio 2017 : IT90C0311151270000000000156

È dal marzo 2015 che ho iniziato a scrivere le newsletter mensili, dunque con questa siamo giunti esatti al 2° anno. Ormai non è più una neonata, cammina, cresce ed offre, dopo le notizie dal Tabasamu Centre, le informazioni culturali, ossia la filosofia che mi accompagna nella conduzione dell’attività, solidale che svolgo a tempo pieno, in cui (l’avrete capito), Papa Francesco è il mio riferimento. Inizialmente concepita quale strumento di conoscenza e diffusione del ns. operato, dopo la mancanza di Marisa, di fatto le continue informazioni aggiornate fornite mi hanno indotto, da quest’anno, a organizzare in Italia, al mio rientro, cene solidali in cui saranno i volontari scelti che porteranno a conoscenza le loro esperienze agli invitati, per offrire una pluralità d’informazione. Ai lettori esprimo un sincero ringraziamento, per seguirci. Claudio B.

zqMarzo, per consuetudine, è considerato un mese “pazzerello”: ingestibile, fuori controllo, sempre ricco di sorprese, ma anche motivato, impegnato, instancabile, … il Tabasamu Centre non può che beneficiarne, il management partecipa affascinato da tanta intraprendenza, i piccoli fruitori (a cui è rivolto tutto il ns. lavoro) sono felici, sereni e sentono di aver trovato un punto di riferimento nella loro vita. I servizi offerti si stanno aggiungendo di anno in anno, in un susseguirsi oltre le più rosee previsioni e questo, se è stato possibile, è grazie ai tanti italiani che si sono lasciati coinvolgere e hanno condiviso un progetto di vita sorto dalla volontà di Marisa, da me condiviso e partecipato. Sono ancora tante le cose da fare (i sogni non hanno limite), ma il più è stato fatto e il Centro ora è un organismo con una fisionomia unica, nel suo genere, per completezza di servizi offerti rivolti ad una platea sempre più vasta: dagli iniziali bimbi della scuola materna, siamo passati ai ragazzi della primary school (elementare e medie inferiori), ai giovani della secondary school (liceo) con le conferenze e attività di oratorio domenicale, agli adulti con il servizio sanitario (mamme gravide e con neonati, anziani/e) e fra poco potremo seguire anche le nascite, con il reparto maternità che abbiamo iniziato a costruire il 27.02 e che a distanza di un solo mese lo vedete già a buon punto, grazie al benefattore Paolo R. Presidente di “Progetto Lucy Smile”, già donatore del Laboratorio Analisi e della sesta aula della Primary School nel 2016.

Mercoledì 01 abbiamo provveduto con Sister Justina al rinnovo della licenza 2017 del dispensario e lunedì 06 abbiamo consegnato a Nairobi il bilancio 2016 dell’Associazione, redatto dal Public Accountant Maina.

Giovedì 02 Marzia da Parigi, dove vive e lavora, ha iniziato a organizzare, con un gruppo interno all’azienda, una raccolta di vestiti usati e anche una cena benefica per noi. Grazie !!!

Venerdì 03 Valentina F. di Roma, con la sua famiglia, ha dato seguito al sostegno di 3 bimbi della Babyclass 2017 (siamo arrivati in totale a 16 bimbi) in occasione del loro matrimonio, previsto il 13 maggio p.v., tramutando il costo delle bomboniere nella donazione. Li aspettiamo con gioia in agosto: la loro visita al Centro per una speciale luna di miele. Grazie!!!

Sabato 04 Laura T. è venuta al Tabasamu C. per vedere l’inizio lavori del reparto maternità e nel contempo ha portato tante mutandine per le ns. bimbe. In pari data in Italia, all’oratorio di Uboldo la volontaria Fiorella con le sue amiche, Alberto e Don Angelo, ha organizzato, all’interno di una bella giornata carnevalesca, tanti gustosi dolci per raccolta fondi. Grazie!!!

Mercoledì 08 FESTA DELLA DONNA: per ricordare Marisa, abbiamo invitato le mamme dei ns. alunni, che sono intervenute numerose. Abbiamo donato un pranzo di “riso pilau” (sacrificando 2 caprette, sic). Lo spettacolo dei ns. alunni è stato l’elemento dominante della giornata, dopo la S. Messa celebrata da Father Bernard da Gongoni; come potete immaginare donare un pranzo qui è molto più utile e apprezzato di qualsiasi altra cosa: non si tratta di donare rose o mimose (superflue nel ns. contesto), ma un pranzo preparato dalla ns. cuoca, dove le mamme mangiano (senza doverlo preparare!), vicino ai loro bimbi. La carestia aggravata, dovuta ai cambiamenti climatici, fa sì che le priorità sono sempre più: riempire lo stomaco e avere una capanna per dormire. Per certi versi ci troviamo in situazioni preistoriche, molto doloroso se pensiamo che siamo nel III Millennio!!!

La siccità che ha colpito il Kenya e soprattutto la costa in questi ultimi mesi sta facendo danni incalcolabili. Tutto ciò ovviamente è conseguenza del cambio climatico dovuto all'inquinamento globale. Nel frattempo a soffrire non è solo la popolazione (aumentata carestia). Per esempio nel 2016 la ns. raccolta di mais è stata ridotta del 25% per mancanza di piogge adeguate; gli animali muoiono, gli alberi continuano a morire, anche molti mango a causa di nuovi parassiti che attaccano le povere piante. Ma dopo la metà del mese finalmente sono arrivate le prime piogge (leggere) e … tutto cambia, con l’esplosione della natura:

Venerdì 10 accoglienza alla volontaria Valeria da Milano, che ci ha portato vestiti e medicine. Grazie!!!

Nema, dal 10 dispone di pannolini, ma la notizia positiva è che ha suscitato l’interesse di Giuliana V. e Silvia (mamma di Macho) e Presidente di “Mattia Riva Onlus”, che sta organizzando aiuti per Nema. Grazie!!!

Martedì 14 gli amici volontari Gianpaolo e Daniela di Bardolino sono stati portatori di donazioni, sia loro stessi che per conto di conoscenti, per un totale corrispondente al sostegno di altri 4 bimbi della Baby Class, arrivando così a 20 bimbi. Vi esorto, cari lettori, a continuare a sostenere la babyclass 2017: rimangono ancora “15 angioletti” che ne hanno veramente bisogno!!! mi appello a un Twitter del 29.04.13 di Papa Francesco: “CHE BELLO SE OGNUNO DI NOI ALLA SERA POTESSE DIRE: OGGI HO COMPIUTO UN GESTO D’AMORE VERSO GLI ALTRI”. Sono € 150 per un intero anno a bimbo, vuol dire solo € 0,40 al giorno!!! Inoltre potrete dedurre fiscalmente la cifra donata, ricevendo regolare ricevuta!!!


Mercoledì 15 la volontaria Valeria ha contribuito allo spianamento e rimozione del terreno trasportato dalle donne kibarua.

Giovedì 16 visita al S. Francis Rehabilitation Project di Malindi. L’attenzione è stata rivolta a Sabina e a tutti i bimbi disabili.

In pari data Sarah,ragazza belga, ci ha donato scarpe, quaderni e libri scolasticikenioti. Grazie!!!

Sabato 18 conferenza della volontaria Valeria sullo sport e nello specifico sul nuoto. Uditori i ns. alunni della terza e quarta classe Primary School. Il maestro Kombe ha tradotto in simultanea dall’inglese al swahili. I bambini molto attenti, si sono dimostrati felicissimi per quanto Claudio ha organizzato con Valeria per il martedì successivo …

Martedì 21 la quarta classe in piscina con Valeria nel suo ruolo di istruttrice di nuoto; anche Edison ha collaborato:

Mercoledì 22 la merenda offerta da Valeria, sempre molto apprezzata dai ns. bambini:

Lunedì 27 visita di Nicola e Gina che ricorderete per la donazione della settima aula della Primary School nel 2016 con la Scuola Superiore della Magistratura e altri amici. Ci hanno portato utili attrezzi di lavoro, vestiti, pallone, …. con l’immancabile merenda. La visita è stata molto positiva poiché si sono poste le basi per la prossima donazione della pista atletica, Grazie!!!

 


Giovedì 30 la volontaria Valeria e il collega Gianpiero hanno provveduto al sostegno di 2 bimbi della Baby Class, arrivando così a 22 bimbi (ora ne mancano solo 13). Grazie!!! Ancora un piccolo sforzo e arriviamo al completamento della classe.


Venerdì 31 sono arrivate al Tabasamu Centre le sorelle Selenia e Eleonora dalla Toscana, nuove volontarie; ci hanno donato vestiti, scarpe, giochi per i piccoli, materiale didattico per svolgere attività manuali. Grazie !!!

Alla fine del mese, ahimè, non è ancora finito il lungo e (rivelatasi) costoso rialzo delle quote del terreno della futura area dedicata alla pista atletica, salto in lungo e in alto, giavellotto e lancio del peso + percorso vita.

 

 


Cari lettori, Vi anticipo per tempo le date riguardanti le serate sino ad ora organizzate per il mese di maggio. Le serate saranno caratterizzate dagli interventi dei volontari con loro foto e filmati. Sono in corso di definizione altre cene organizzate da benefattori nelle rispettive aree di provenienza.

SERATA ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE SOLIDARIETA’ KENYA ONLUS

SERATA ORGANIZZATA DAI VOLONTARIDILETTA/STEFANO E FLORIANA/ALBERTO



INFORMAZIONI CULTURALI/FILOSOFIA NELLO SVOLGIMENTO DELL’ATTIVITA’ SOLIDALE

Papa Francesco, in occasione dell’Angelus del 26.02, ha invitato i fedeli presenti in Piazza San Pietro, a “fidarsi di Dio“, il che non significa che affidandosi a Lui si risolvano come per magia i nostri problemi: affidarsi a Dio permette di affrontare i problemi della vita “con l’animo giusto, coraggiosamente“. La riflessione del Santo Padre origina dalla lettura del Vangelo del giorno nella quale si da atto di come Dio “si prende cura degli esseri viventi nel creato “. Bergoglio, ha sottolineato come l’angoscia per l’accumulo di beni mondani, che generalmente è quanto più assilla l’uomo, “è spesso inutile, perché non riesce a cambiare il corso degli eventi“. Affidarsi a Dio significa vedere gli accadimenti del mondo per mezzo degli occhi della fede e, per fare questo, ci vuole coraggio. È un atto di fede, alla cui base vi è una certezza: “Dio non è un essere lontano e anonimo, è il nostro rifugio, la sorgente della nostra serenità e della nostra pace. È la roccia della nostra salvezza, a cui possiamo aggrapparci nella certezza di non cadere“. “Dio è per noi il grande amico, l’alleato, il padre, ma non sempre ce ne rendiamo conto e preferiamo appoggiarci a beni immediati che noi possiamo toccare, a beni contingenti“. “Noi ci allontaniamo dall’amore di Dio quando andiamo alla ricerca ossessiva dei beni terreni e delle ricchezze, manifestando così un amore esagerato a queste realtà“. Non solo: “Gesù ci dice che questa ricerca affannosa [dei beni terreni e delle ricchezze], è illusoria e motivo d’infelicità. E dona ai suoi discepoli una regola di vita fondamentale: «Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio». «Non potete servire Dio e la ricchezza». O il Signore, o gli idoli affascinanti ma illusori. Questa, la scelta che siamo chiamati a compiere“. Su “DOMENICA” del Sole24Ore del 05.03 Massarenti si chiede: C'è un rapporto tra la Rivoluzione russa e la festa della donna, che si celebra ogni anno l'8 marzo? Non è un dato su cui ci si sofferma di solito, anche perché la prima fase della rivoluzione, che poi prese tutt'altra piega in ottobre, è detta rivoluzione di febbraio. Ma ecco che cosa scrive Emilio Gentile nel suo libro: «La rivoluzione ebbe un inizio imprevisto a Pietrogrado il 23 febbraio, secondo il calendario giuliano vigente in Russia, corrispondente all'8 marzo del calendario occidentale. La giornata era incominciata con un pacifico corteo di operaie, studentesse e signore della borghesia, per celebrare la giornata internazionale della donna, mentre migliaia di donne e di operai in sciopero protestavano per la mancanza del pane, insieme ad altre migliaia di operai sospesi dal lavoro per la serrata delle fabbriche». È da questo moto spontaneo, poi strumentalizzato dai professionisti della rivoluzione, che è partito tutto. Dagli Indicatori demografici per il 2016 diffusi dall’Istat, risulta che l’Italia ha urgente bisogno di invertire la tendenza al calo delle nascite, altrimenti sarà difficile guardare con ottimismo al futuro della società e dell’economia. Si fanno meno figli di sempre, la popolazione invecchia, ed è triplicato negli ultimi sei anni il numero di italiani che decide di trasferirsi all’estero. La fecondità è ridotta a 1,27 figli per donna italiana. L’età media in cui si diventa madre è salita a 31,7 anni. Di conseguenza cala, per il secondo anno consecutivo, la popolazione residente in Italia, scendendo a 60 milioni 579mila. Le persone con più di 65 anni superano ormai i 13,5 milioni (il 22,3% della popolazione). La buona notizia è che la speranza di vita raggiunge 80 anni e sei mesi per gli uomini e 85 anni e un mese per le donne, confermando l’Italia ai primi posti nel mondo per longevità . I valori massimi continuano ad aversi nel Nord-Est, dove gli uomini possono contare su 81,1 anni di vita media e le donne su 85,6. Quelli minimi, invece, si ritrovano nel Mezzogiorno, con 79,9 anni gli uomini e 84,4 le donne. Se si confrontano le donne della provincia di Trento, le più longeve nel 2016 con 86,4 anni di vita media, e le residenti in Campania, in fondo alla graduatoria con 83,5 anni. Segno evidente che le disparità economiche e nelle prestazioni sanitarie hanno una conseguenza diretta sulla durata della vita. Sono emigrate dall’Italia verso altri Paesi 157 mila persone, di cui 115mila italiani, ben il 12,6% in più rispetto al 2015. Anche questa è una tendenza preoccupante. Tanto più che a lasciare l’Italia sono soprattutto i giovani. Nel 2010 gli italiani emigrati all’estero erano solo 40mila (tra cui Marisa e Claudio). In sei anni il loro numero si è «quasi triplicato». La nuova inchiesta del blog La 27esima Ora del Corriere della Sera, che dal 2011 dà voce alle donne, ne racconta percorsi e crescite. La necessità di indagare donne e uomini insieme si è rivelata sempre più forte e sensata e così è stato nei grandi filoni sviluppati sul tempo della vita, sulla maternità (e la paternità), sull’amore e la sessualità. Come stanno, cosa pensano, cosa vorrebbero oggi gli uomini italiani? Il primo passo è l’indagine su un campione di 2 mila uomini tra i 18 e i 70 anni. Si può dire che sotto i piedi del maschio che stacca il terreno restano alcuni stereotipi, primo fra tutti quelli dell’uomo che non è in contatto o nega le proprie emozioni. Queste ultime contano invece, e «molto», per il 60 per cento del campione. Emozioni come rabbia, frustrazione e paura del futuro sono presenti nella quotidianità di tanti uomini. Ma il dato che vince e sorprende è la «speranza», che domina la classifica delle emozioni. L’amore si piazza secondo, a pari merito con l’ansia. A chi confidano gli uomini aspettative e preoccupazioni? Il maggior confidente è la/il partner. Un dato coerente con lo spaccato sulla vita di coppia, sempre più centrale e forse idealizzata. Molti osservatori, come per esempio le maestre delle scuole elementari parlano di un fenomeno di «femminilizzazione» dei maschi e di maggior «mascolinità» delle femmine. L’edizione italiana della rivista «Rolling Stone», nel numero in edicola dal 9 marzo, in copertina ospita Papa Francesco, un «Papa Pop». Rolling Stone celebra Papa Francesco che ha conquistato tutti i giovani con le sue parole di attenzione agli ultimi e ai più poveri, con i suoi toni vicini alla gente comune, con una disposizione decisamente popolare, anzi pop: il Papa che appare davvero adatto ai nostri tempi, sottolinea la rivista. Il 13 marzo Bergoglio ha compiuto quattro anni di Pontificato. Il suo governo della Chiesa appare in buona salute, con un vasto consenso d’opinione pubblica, ma con vivaci contestazioni: gli oppositori esterni lo considerano «comunista» e quelli interni temono le sue riforme, considerate troppo “progressiste”, facendo dunque infuriare i “conservatori”. Francesco non ha formato una sua «squadra»: conduce un governo della Curia e della Chiesa tutto suo, non delega un reale potere a nessuno. Non ha un segretario personale che tenga la sua agenda, come l’avevano gli altri Papi. La novità forte che ha introdotto è il Consiglio dei cardinali che lo aiutano nel governo della Chiesa universale: è il primo Papa ad avere un tale strumento. Sono nove più un segretario e tre sono gli italiani. Nel linguaggio usato dal Papa ci sono i numerosi neologismi: il verbo più originale creato è «giocattolizzare», con riferimento a chi si prende gioco, a chi ridicolizza una cosa seria e importante come la religione; altro caso di verbo «nostalgiare», cioè «rimpiangere, provare nostalgia», o «mafiarsi», cioè «comportarsi malissimo, come i mafiosi», e «schiaffare», cioè «trattare male, senza riguardo». Papa Francesco ha inventato anche aggettivi e sostantivi: da «memorioso», cioè «pieno di memoria», riferito alla preghiera, a «martalismo», per indicare l’eccesso di attivismo, l’atteggiamento di chi fa come Marta, la sorella di Lazzaro, che si dava tanto da fare ma finiva per perdere la cosa più importante, cioè le parole di Gesù. La parola che ha destato più critiche è «spuzzare», usata a Napoli in un discorso contro la corruzione: «La corruzione spuzza, la società corrotta spuzza e un cristiano che fa entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, spuzza». Molti hanno commentato che si tratta di un errore. Invece questo verbo esiste: significa «mandare un odore cattivo, come quello che viene da qualcosa che è andato a male, che è corrotto», ed è usato non solo in Piemonte (la regione d’origine della famiglia Bergoglio), ma anche in vari dialetti settentrionali (nel milanese, nel ligure, nel veneziano). Le parole nuove inventate o riutilizzate dal Papa sono così numerose che gli studiosi hanno già dato loro un nome: bergoglismi. La giornata mondiale della felicità, indetta dall’Onu e celebrata il 20 marzo, serve a ribadire che «essere felici» è un obiettivo che ogni Paese deve perseguire, in campo sociale ed economico. Lezione che, a quanto pare, i danesi hanno assimilato bene, visto che loro sono in testa al World Happiness Report 2016. L’Italia è solo 50esima e viene dopo stati come l’Uzbekistan o il Nicaragua. Da noi incidono le tensioni politiche e sociali e i conseguenti cambiamenti nello stile di vita. Il 40esimo anno, stando a una ricerca della School of Medicine di San Diego, sarebbe l’inizio di una vita più felice. Secondo Enrico Finzi, sociologo e a capo di Sono, agenzia che «aiuta a essere felici», il suffisso migliore degli stili di vita capace di condurci alla felicità è: «collaborare, coesistere, anche confliggere. Ciò che ci porta al confronto con gli altri attiva sensi e circuiti neuronali che ci rendono felici». Tutto si contrappone all’individualismo e al ripiegamento su se stessi. «Essere stupido, egoista e godere di buona salute: ecco le tre condizioni per essere felici. Ma se manca la prima, tutto è perduto», scriveva Flaubert nel 1846. All’epoca di Platone era il frutto di una vita buona, spesa alla ricerca di saggezza e virtù. Per Sant’Agostino è l’aspirazione più universale che ci sia: «La cosa al mondo più venerata, condivisa, discussa è non solo il fatto che si vuole essere felici, ma che si vuole solo questo nella vita». E poi Pascal: «è il motivo di tutte le azioni umane». E oggi? Tutti vogliamo essere felici, forse lo vogliamo troppo. La felicità, insomma, richiede consapevolezza («ho riconosciuto la felicità dal rumore che faceva allontanandosene», scriveva Prévert). La felicità viene camminando, è qualcosa di edificabile, è «virtù architettonica», secondo la bella espressione di Salvatore Natoli. Dunque è l’età del dispiegamento della maturità quella più felice: la conoscenza di sé e degli altri consente di vivere meglio. Era il 25 marzo del 1957 quando furono firmati i “Trattati di Roma” grazie ai quali venne costituita la Comunità Economica Europea, progenitrice diretta dell'attuale Unione Europea. Sono passati 60 anni. All'inizio era essenzialmente una piccola zona di libero scambio: sei Paesi, una minoranza degli abitanti del continente. Malgrado ciò, la Comunità divenne rapidamente, e anche imperfettamente, il fulcro dei sogni di unità per numerosi europei. I Sei sono diventati Ventotto. Ogni tappa che conduceva dai Sei ai Ventotto veniva descritta come un passo verso l'unità europea. Naturalmente le cose sono molto più complicate di così. L'Europa dei Ventotto (ben presto Ventisette) è profondamente divisa, cosa che non sorprende se si considera che l'Europa non è mai esistita come entità politica unita. Il sogno continuerà anche dopo essersi trasformato negli incubi della crisi economica più lunga, nel dramma dei migranti, dei populismi antieuropei e dell'uscita in corso da parte degli inglesi? Chi vivrà, vedrà! Mi sento cittadino del mondo, ma auguro che la lungimiranza del 1957 non venga surclassata dagli egoismi odierni. Una breve considerazione sul Bel Paese: l’Italia è uno tra i Paesi meno violenti, ma è anche tra i Paesi più maleducati al mondo. Intendiamoci: abbiamo le mafie con le loro guerre sanguinarie, i femminicidi, le violenze domestiche, i furti nelle case. Eppure le statistiche indicano chiaramente che l’Italia è tra i luoghi più sicuri. Molto più degli Stati Uniti, dove la vita è più dura, le armi circolano liberamente, la competizione per il successo o anche solo per la sopravvivenza è più spietata; ma dove la gente è cortese, ti saluta, ti chiede come stai, ti ringrazia (come in Kenya per il vero); non perde la pazienza al minimo contrattempo, non ti ringhia, non ti scavalca nelle code, e non ti suona il clacson dopo un nanosecondo che è scattato il verde. Il declino dei rapporti umani, il malinteso per cui la cortesia pare considerata una forma di debolezza, avvelenano il nostro vivere e ci privano del piacere antico della conversazione, del rispetto, della gentilezza, dell’umanità che ha fatto allegra la vita dei nostri padri. In Kenya mi trovo bene riguardo i rapporti umani, soprattutto con gli abitanti delle aree rurali, ancora vergini da un punto di vista sociale e umano, in cui non v’è ipocrisia, ma un rapporto per lo più sincero, diretto, con rispetto dei ruoli. Col passare degli anni, stando all’estero, diventa facile percepire le differenze comportamentali delle persone, delle diverse società, in base agli usi e costumi, credenze, superstizioni, pregiudizi e tendiamo (noi residenti all’estero) ad avere una visione distaccata e forse più obiettiva, poiché non ci sentiamo di appartenere a nessuna delle società di riferimento (nè italiana, nè keniota), …. Socialmente orfani. By Claudio.

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