testimonianza di Valentina e famiglia da Roma

TABASAMU. Mi stupisco: un anno fa non sapevo neppure l’esistenza di questa parola ma il leggerla, il sentirla pronunciare, apprenderne il significato e soprattutto vederla esistere concretamente nella sua terra hanno improvvisamente ampliato in me il senso della parola SORRISO.

Perché se del Kenya non dimenticherò mai la savana, gli animali, il mare, con la loro immensità, con i loro colori, odori e suoni, soprattutto nel mio cuore e nella mia memoria rimarrà custodita l’esperienza del SORRISO. Sembra quasi che Dio abbia dato alle sue creature umane in Africa quelle caratteristiche fisiche per permettere a tutti gli altri uomini di comprendere appieno cosa sia. Quei denti bianchissimi sulla pelle scura, gli occhi intensi e brillanti, le guance sporgenti quando le labbra si aprono mi sono sembrati la massima espressione terrena della gioia e della forza che ho scoperto nei ragazzi kenioti.

Ogniqualvolta la mia famiglia, nel nostro viaggio di nozze, ha incontrato bambini, ragazze, uomini e donne a lavoro sotto il sole, in mezzo alla terra o con pesi tra le mani o maggiormente sul capo, queste persone ci hanno donato un sorriso spontaneo, illuminante, spesso accompagnato dal saluto squillante e magari da una mano che nel contempo asciugava la fronte dal sudore. Difficile trattenere la commozione e i pensieri, che sono andati a quelle volte in cui io per un non nulla mi sono sentita stanca e triste. Un sorriso su questa terra può insegnare moltissimo.

Questo Viaggio l’ho intrapreso con mio marito e i nostri due bambini e sono orgogliosa di averlo fatto: forse dimenticheranno molto ma se il piccolo di tre anni, tornato a Roma, ancora mi dice: “Mamma, questo lo possiamo portare ai bambini dell’Africa?” forse anche ricorderanno per sempre ciò che conta! Il loro cuore e la loro mente hanno cominciato ad aprirsi all’Altro. Per tutto questo non possiamo che ringraziare Claudio, che con la sua pazienza ci ha sostenuto nell’organizzazione di questo Viaggio e ci ha permesso di conoscere i suoi ragazzi e la straordinaria realtà a cui lui e Marisa hanno dato vita. Solo quando vivi intensamente e lasci che il tuo cuore si spalanchi puoi essere in grado di creare e sostenere un Centro come quello del Tabasamu. Dall’istruzione, all’attività ludica, dalla salute all’alimentazione, nulla viene trascurato e tra difficoltà e soddisfazioni si fa crescere una generazione più consapevole. Con ciò intendo dire che crescono i ragazzi kenioti ma anche i nostri, a cui Claudio e Marisa hanno sempre dato la possibilità di essere partecipanti vivi di un cambiamento importante che riguarda ciascuno di noi.

I nostri figli hanno giocato con i bambini del Tabasamu, hanno dipinto con loro e sgranato il mais; hanno dato sfogo a qualche capriccio davanti a loro ma anche donato con generosità giochi e materiali che gli appartenevano (palline, matite colorate e pennelli). Ma soprattutto hanno sperimentato la generosità di chi non ha nulla, di chi divide un solo pallone con tanti altri ragazzi ed è pronto a lasciarlo con il Sorriso al piccolo che lo reclama. Hanno sperimentato che ogni gesto generoso è infiocchettato dal Sorriso.

Cari Marisa e Claudio, nessun altro nome sarebbe stato più Vero per il vostro TABASAMU CENTER!

Un abbraccio e ancora un caro ringraziamento, Virginia, Simone, Simonluca e Valentina

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