Newsletter dicembre 2017
ESSERE PIU’ VECCHI NON CI ABILITA A TRASMETTERE VERITA’.
È solo l’esperienza che si può insegnare: a patto di averla vissuta fino in fondo, spremendone il senso fino all’ultima goccia.
Per questo Vi invito a donarvi (anche se costa sacrificio) all’attività solidale, per vivere un’esperienzache completa e arricchisce inValori Umani. Che il S. Natale non sia solo un momento di gratificazione e di spreco, ma anche di raccoglimento per la ricerca di una futura “serenità globale”, estesa a tutti, anche a coloro, come i nostri bambini poveri e bisognosi di Kaembeni/Majengo in Kenya, alla ricerca di un futuro migliore, delsoddisfacimento dei bisogni primari, di opportunità eperché no, … anchedi certezze.
Marisa ha avuto un sogno, … un progetto di vita…, che ci ha trasmesso: Noi, insieme, lo stiamo realizzando, in Sua memoria, per il bene dei bimbi.
MERRY CHRISTMAS AND HAPPY NEW YEAR
Con l’imminenza del S. Natale e il desiderio di esprimervi delle riflessioni,il pensiero mi corre spontaneoall’esempio cui si ispirava Marisa, la Congregazione religiosa “Missionarie della Carità” fondata nel 1950 da Santa Madre Teresa di Calcutta e alla Sua chiamata dal Signore: “dovevo lasciare tutto e seguire Gesù nelle periferie povere, lavorare coi poveri, vivendo tra loro… fare piccole cose con grande amore”. Il lavoro delle Missionariesi fonda sulla condivisione del dolore e della povertà mediante atti d’amore e di bontà. “Senzala nostra sofferenza, il nostro lavoro sarebbe soltanto assistenza sociale”, ha detto Madre Teresa, i cui “biglietti da visita” (così li chiamava), esprimono la direzione del suo lavoro, il suo cammino semplice:
il frutto del silenzio è la preghiera, il frutto della preghiera è la fede, il frutto della fede è l’amore, il frutto dell’amore è il servizio, il frutto del servizio è la pace
La preghiera alimenta l’anima: essa sta all’anima come il sangue sta al corpo, e porta più vicini a Dio. La preghiera ci dà la forza per sconfiggere le tentazioni. La gente tenta di riempire il vuoto interiore con il cibo, la radio, la televisione e tenendosi occupata con varie attività. Ma questo vuoto può essere riempito solo dallo spirito, da Dio.La fede è una virtù sovrannaturale infusa nell’anima. Senza fede non siamo in grado di credere nelle cose misteriose che vanno al di là della nostra capacità di comprensione. La fede è un dono di Dio e cresce mediante la preghiera, come anche la speranza e l’amore – e queste sono le tre virtù principali della vita interiore. La peggior malattia dell’Occidente oggi è il non sentirsi desiderati, né amati, il sentirsi abbandonati. L’unica cura per la solitudine, la disperazione, la povertà spirituale e la mancanza di prospettive è l’amore. L’amore non ha senso se non viene condiviso. Devi amare senza aspettative, fine a se stesso, non per quello che ne potrai ricevere in cambio. Se ti attendi qualche forma di ricompensa, non è amore: l’amore vero è amare senza condizioni e senza aspettative. Il successo dell’amore sta nell’amare, non nel risultato dell’amare. Devi dare ciò che ti costa qualcosa, quindi non significa solo donare ciò di cui puoi fare a meno, ma ciò di cui non puoi fare a meno, qualcosa che ti piaccia davvero. Allora il tuo dono diviene sacrificio e qualsiasi sacrificio è utile se viene fatto con amore e se tu dai con gioia, dai sempre di più: le opere d’amore sono sempre opere di gioia, inoltre aiutando un altro è possibile aiutare se stessi: ti ridimensiona, riequilibra, ti dà una profonda pace con te stesso, ti fa sentire più calmo e rilassato, ti fa capire quello che è importante nella vita,…ti offre un nuovo stile di vita.(Tratto dal libro “Il Cammino semplice” A. Mondadori Ed)
Questo e altro mi ha donato l’essere volontario a tempo pieno. Un augurio africano a tutti i lettori, Claudio.
“Siamo solo sassolini buttati nel mare che fanno increspare l’acqua”
Al Tabasamu Centre, grazie al sogno di Marisa e al progetto di vita con Claudio, sono stati gettati dei sassolini:
SERVIZIO EDUCATIVO (nursery + primary school)
SERVIZIO SANITARIO (Tabasamu dispensary, lab, maternity, nextphysiotherapy)
SERVIZIO SOCIALE (Events in Tabasamu Hall)
SERVIZIO DI SOSTEGNO (food, clothes)
SERVIZIO APOSTOLICO (catechism, mass, evangelization)
Gandhi diceva: “Agisci, ma non cercare il frutto delle tue azioni”.
«È nella separazione che si sente e si capisce la forza con cui si ama»
Attingo al pensiero di Fëdor Dostoevskij, per esprimere un particolare pensiero all’aldilà, rivolto a Marisa, di cui sento ogni giorno la mancanza e che dà un senso alla mia permanenza in Africa, lontano dai nostri figli Leonardo e Barbara, anche da mio fratello Alberto, unici rimasti della mia famiglia originaria.
Domenica 03 il mercatino all’ELMEPE di Erba: GRAZIE agli organizzatori di S.K.O. e a tutti gli intervenuti.
Dal 04 al 07 SisterJustina a Nairobi per un corso di aggiornamento di infermiera professionale, per mantenere in essere la licenza e continuare ad operare al Tabasamu Dispensary: ecco l’attestato:
Martedì 05 vendita del 2° furgone donatoci dalla Fondazione Rockefeller di Bellagio: grazie aPalacià e Paola! Venerdì 08 a Limonta il consueto mercatino prenatalizio, grazie aGiuliana e ai visitatori.
Sabato 09abbiamo finito, grazie all’impiego di tanti lavoratori, l’ottava e ultima classe della Primary School:
Domenica 10 a Milano in C.so V. Emanuele, iniziativa di A.I.F.I. Lombardia per raccolta fondi per la costruzione di reparto fisioterapico al Tabasamu Dispensary.
Lunedì 11è stata conclusala base della parete (a seguire metteremo a sopralzo blocchetti decorativi di cemento) divisoria dell’area sanitaria, per privacy rispetto all’area scolastica, come richiestoci dalle autorità.Stiamo procedendoa realizzare anche la parte retrostante, che vedrete conclusa a gennaio.
Martedì 19è arrivato il “filosofo”Luigi da Napoli; ci ha portato tanti doni per i bimbi:
Sabato 23faremo visita a Nema e alla sua famiglia, per il consueto regalo natalizio.
A proposito ancora di tecnologia e mode occidentali, secondo Roberto D’Agostino: …«la tecnologia è la nuova ideologia, con algoritmi e software al posto di partiti e sindacati». Oggi siamo oltre l’apparenza; siamo alla costruzione di noi stessi. Siamo tutti avatar all’interno di una realtà artificiale. L’uomo si è trasformato in un brand, un marchio, una “Io S.p.a.”, responsabile marketing di se stesso. La rete è lo specchio che riflette quello che vorremmo essere». … Dagospia non è un blog ma è “pensiero visivo” in tempo reale… è il racconto del nostro tempo. Che è il tempo dell’insostenibile pesantezza del narcisismo di massa».
Il pensiero del filosofo indiano Nagarjuna(vissuto circa 18 secoli fa e il cui testo è divenuto un classico di riferimento della filosofia buddhista) sembra fornire strumenti concettuali per orientarci rispetto alle scoperte della fisica quantistica: ciò che è interessante è la forza di idee che emana oggi dalle righe che lui ha scritto, e quanto queste, intersecandosi con la nostra cultura e il nostro sapere, possano aprirci spazi di pensieri nuovi. Perché questa è la cultura: un dialogo interminabile che ci arricchisce continuando a nutrirsi di esperienze, sapere e soprattutto scambi.
INFORMAZIONICULTURALI: IL NOSTRO STILE, LA NOSTRA MISSIONE, LA NOSTRA FILOSOFIA DI VITA
DAL KENYA (6) Informazioni tratte dal portale italiano in Kenya:
1."I cittadini del Paesi africani avranno il visto d'ingresso per il Kenya free". L'annuncio è stato fatto da Kenyatta in persona, nel giorno del suo giuramento da Presidente rieletto. Una dichiarazione che è piaciuta subito, e molto, alle associazioni di hotelier e imprenditori del settore turistico keniano, e particolarmente a quelli della costa.
2.Un’autostrada collegherà Kenya, Sud Sudan ed Etiopia. Da Lamu ad Addis Ababa, inizio dei lavori a maggio 2018, appalto sudafricano. Il progetto è stato annunciato dal Ministro dei Trasporti del Kenya James Macharia, che dopo aver firmato l'accordo con i colleghi di Sud Sudan ed Etiopia, ha appaltato a due società diverse i lavori e ha ottenuto i fondi dalla Banca Mondiale per il primo lotto di lavori. Termine dei lavori previsti per l'intero progetto, quattro anni.
3.Se ne parla da tanti anni, ma finalmente la costruzione del ponte stradale di Likoni, che collegherà la città-isola di Mombasa alla costa sud, Diani e il confine con la Tanzania, ha una data certa. I lavori, del costo di 82 miliardi di scellini keniani (circa 700 milioni di euro) inizieranno con tutta probabilità ad aprile 2018.
4.Anche Decathlon aprirà in Kenya: siglato accordo a Nairobi. Il primo retail shop dell'azienda sportiva francese sarà nel centro commerciale "The Hub".La multinazionale francese di articoli sportivi Decathlon aprirà il prossimo anno il suo primo retail shop a Nairobi, contando sullo sviluppo della capitale e della possibilità di raggiungere tutto il Paese tramite il negozio online. 5.Mombasa: la capitale d’un tempo dell’est Africa, uno dei porti più importanti del continente, è in realtà una città-isola, collegata a nordest da un ponte, a sudovest dai ferry di Likoni e nell’entroterra solcata da una decina di canali e insenature su cui passa la strada per Nairobi. Mombasa è la classica città di mare multietnica, con forti influenze arabo-omanite (la città vecchia swahili nei suoi vicoli prende le sembianze di una casbah), un passato recente indiano (significativo insediamento creato dalla Gran Bretagna che aveva portato gli indiani alla fine dell’Ottocento a lavorare in Kenya, specialmente alla ferrovia) e i segni del passaggio portoghese, rappresentati da Fort Jesus, rocca e avamposto delle milizie di mare e poi della resistenza swahili lungo quattro secoli. 6.Sempre più vicini alla definizione di una data per il volo diretto Addis Abeba-Malindi, da parte della compagnia di bandiera etiope Ethiopian Airlines. La tratta dovrebbe essere coperta con aerei "bombardier" da un centinaio di posti, quindi compatibili con l'attuale pista di atterraggio di Malindi.
DAL MONDO (7):
1. «Happy now?», Felici, adesso? chiede l’Economist di Londra nel suo supplemento The World in 2018 sull’anno che verrà. Nel 2018 il mondo prenderà consapevolezza che quel che conta davvero, quel che vale la pena misurare, è la felicità? E non la ricchezza? Di certo, «il benessere è diventato il metro di misura più di moda». Più che oggetti di lusso, acquistiamo servizi ed esperienze capaci di assicurarci momenti di gioia. Avanza la consapevolezza che il denaro può comprare molto, ma non tutto. Ed è boom di ricerche sulla felicità, a partire dal lavoro delle Nazioni Unite con il World Happiness Report. Una ricerca di Carol Graham della BrookingsInstitution svela che passata la grande recessione il livello di felicità è tornato a salire molto più velocemente del previsto. Altri hanno notato che grandi difficoltà finanziarie possono addirittura alzare il livello di serenità, perché le comunità fanno quadrato.«Oltre al Pil, per capire la salute di un Paese, bisogna guardare anche a un indicatore di disuguaglianza e a uno di Sostenibilità», spiegava Stiglitz. Aggiungendo: «Per capirlo basta pensare al fatto che prima della grande crisi è vero che il Pil era in crescita, ma stavamo vivendo al di sopra delle nostre possibilità, il tasso di risparmio era zero e si spendeva il 110% di quanto si disponeva».L’Italia nell’ultima scala del World Happiness Report dell’Onu è in calo: si colloca al 48mo posto su 155 Paesi. I più felici sono in norvegesi, seguiti da danesi e islandesi.
2.La Gran Bretagna va giustamente fiera del suo pluralismo culturale e religioso, per cui accanto alle scuole anglicane esistono quelle cattoliche, ebraiche o musulmane: ma ora si trova alla ricerca di un difficile equilibrio fra tolleranza e adesione ai valori nazionali. Senza i quali si teme possa essere a rischio la coesione della società e la sua stessa sicurezza.In Inghilterra esistono 177 scuole musulmane, diverse delle quali finanziate dallo Stato: e mentre molte sono considerate di buon livello, in alcune si constata che si inculcano valori in contrasto con quelli britannici.
3. «La cattolicità non si manifesta solamente nella comunione fraterna deibattezzati, ma si esprime anche nell’ospitalità assicurata allo straniero, quale che sia la sua appartenenza religiosa». Chi mai sarà stato il «prete rosso» che osò dire queste parole? Karol Wojtyla. Il Papa polacco acerrimo avversario del comunismo, che con l’appoggio a Solidarnosc ebbe un ruolo determinante nel crollo del socialismo reale.I cattolici integralisti che nell’anniversario della battaglia di Lepanto, hanno detto il rosario contro gli immigrati, in particolare islamici (compresi i siriani in fuga dalla ferocia di Assad e dai tagliagole dell’Isis), fingono di ignorare che il «loro» Papa non mollò mai su certi principi.Accogliere chi è uguale a te è facile. Molto più difficile chi è diverso. E fermo restando il sacrosanto diritto di ogni Paese a cercare di proteggere la propria identità, a partire ovviamente da quella cristiana, c’è modo e modo di farlo. E i polacchi non dovrebbero mai dimenticare, mai, le loro personali responsabilità nell’Olocausto.
4.«Gli alberi mi hanno ispirata e così è nato il progetto della città marziana sostenibile che ha entusiasmato la Nasa». Valentina Sumini con il suo gruppo al Mit di Cambridge, vicino a Boston, ha vinto la «Mars City Design Competition 2017». La Nasa ha preferito il suo progetto, tra oltre gli 150 presentati, e ora è impegnata nel costruire un modello di colonia marziana. La Nasa sta lavorando al primo sbarco umano sul Pianeta Rosso programmato intorno al 2035.«Il progetto che ho battezzato RedwoodForest, la foresta di sequoie, nasce dall’obiettivo di realizzare una città di 10 mila abitanti — racconta la ricercatrice —. La foresta risponde all’esigenza di avere un habitat interconnesso a diversi livelli che consenta agli abitanti di muoversi, protetti dalle radiazioni e dall’impatto di micrometeoriti, attraverso un rete di radici-cunicoli sotterranei».
5.L’ex ministro dell’economia: «Il presidente Usa per il rilancio punta sulla produzione, non sui consumi. È la prima risposta alla globalizzazione. L’Ue dovrà adeguarsi», «Più che una riforma fiscale è una riformadel capitalismo. Alla sua base c’è un disegno geopolitico di rilancio dell’America basato sugli investimenti: spinta alle imprese e fine del declino.
6.Sono passati 37 anni da quell'8 dicembre del 1980 quando un fan squilibrato, Mark David Chapman, ha ucciso a colpi di pistola John Lennon fuori dal Dakota Building di New York, la residenza dove l’ex Beatle viveva con la moglie Yoko Ono a due passi di Central Park. La coppia aveva da poco pubblicato il loro album "Double fantasy".
7.Lo scrittore israeliano Eshkol Nevo racconta:chi ama davvero Gerusalemme sa anche che la sua esistenza si fonda su un delicatissimo sistema di equilibri e compromessi. Non è possibile comportarsi diversamente in una città la cui popolazione è tanto variegata. Non è possibile comportarsi diversamente in una città meta di pellegrinaggio per i devoti delle tre religioni.Non sono sicuro che Donald Trump se ne renda conto. Non sono sicuro che sappia di cosa parla, quando parla di Gerusalemme. Gerusalemme può rappresentare l’inizio della risoluzione del conflitto, se ricorderemo che non è solo nostra. E rispetteremo il rapporto intenso e profondo che i credenti delle altre religioni hanno con lei. Gerusalemme potrebbe anche diventare il fiammifero che innesca l’ordigno esplosivo, se ci crogioleremo nelle dichiarazioni di un presidente americano non particolarmente saggio e dimenticheremo che non lui, ma noi e i nostri figli, dobbiamo vivere da queste parti. E che da queste parti non c’è futuro senza compromessi e senza vedere l’altro. Anche a Gerusalemme.
DALL’ITALIA (5):
1.L'ultimo rapporto Censis racconta di un'economia in ripresa, grazie al manifatturiero, ma di una stagnazione a livello di istituzioni: gli italiani sono sfiduciati nella politica, ma non rinunciano alla soddisfazione di concedersi un po' di comfort: dalla tecnologia al divertimento culturale.Il 60% degli italiani si dichiara insoddisfatto di come funziona la democrazia nel nostro Paese. Il 64% è convinto che la voce del cittadino semplicemente non conti nulla. I dati segnalano la dimensione colossale dell’onda di sfiducia che ha investito la politica e i suoi soggetti: l’84% degli italiani non ha fiducia nei partiti politici, il 78% nel Governo centrale, il 76% nel Parlamento, il 70% nelle istituzioni locali, dalle Regioni alle amministrazioni comunali. L'insoddisfazione regna sovrana: il 75% degli italiani boccia i servizi pubblici, il 67% dichiara di non avere fiducia nella Pubblica amministrazione. E nelle critiche ci finisce pure l'euro: il 50,3% dei cittadini pensa che abbia impoverito la maggioranza degli italiani.Il pessimismo e il rancore:prevale la convinzione che sia difficile salire nella scala sociale. Al contrario, pensano che sia facile scivolare in basso nella scala sociale il 71,5% del ceto popolare, il 65,4% del ceto medio, ma anche il 62,1% delle persone più abbienti. In questo contesto, si fa strada l'avversione per i diversi, per chi potrebbe «accaparrarsi» fette di benessere: se il 47% degli italiani è favorevole ad aiutare rifugiati e profughi, ben il 45% è contrario, quota che sale al 53% tra gli operai e i lavoratori manuali, al 50% tra i disoccupati e addirittura al 64% tra le casalinghe. Tant'è vero che la reazione degli italiani in caso di matrimonio della figlia femmina con una persona di religione islamica è decisamente la più contraria.
2.In un Paese demograficamente bloccato nessuno può pensare di salvarsi da solo senza dare il proprio contributo a riprendere il sentiero della crescita perduto ormai molto tempo fa.
3.«Periferia è una condizione trasversale riscontrabile anche e diffusamente in aree urbane centrali e semicentrali». Periferia è marginalità non soltanto geografica, è piuttosto uno dei frutti avvelenati di quella cultura dello scarto stigmatizzata da papa Francesco. Cos’è la «questione urbana»? È la sfida alla nostra convivenza democratica dei prossimi dieci anni e tocca o ferisce almeno trenta milioni di italiani.
4.Un richiamo e una proposta: è questo il duplice messaggio dell’arcivescovo Mario Delpini nel suo primo discorso alla città nella ricorrenza di Sant’Ambrogio. La premessa è un no, ribadito in più passaggi, a «quella tendenza diffusa a lamentarsi sempre di tutto e di tutti, contro quella seminagione amara di scontento che diffonde scetticismo, risentimento e disprezzo, che si abitua a giudizi sommari e a condanne perentorie e getta discredito sulle istituzioni». E la proposta è quella di «un’alleanza per costruire il buon vicinatoche coinvolga tutte le istituzioni, i cittadini, le chiese, le religioni e non faccia distinzioni basate sul «colore del passaporto».
5.Oggi difficilmente la lontananza permette di allontanarsi davvero. Dovunque ci troviamo, anche in capo al mondo, abbiamo la possibilità di rimanere connessi, vicinissimi a quelli che amiamo e persino a coloro che non amiamo per nulla, come se non fossimo mai partiti.La nostra vita è fatta di lontananze non desiderate (una di queste è l’abbandono irrimediabile delle persone care) e di vicinanze impreviste e magari forzate. È in questa contraddizione a volte lacerante a volte creativa che dobbiamo trovare il nostro, nuovo, equilibrio.
DA PAPA FRANCESCO (3):
1.Papa Francesco, nel cuore del ciclone birmano e non nelle stanze vaticane, non solo ha nominato il popolo perseguitato dei Rohingya, ma ha chiesto loro perdono. Perdono per i silenzi, le reticenze, le omertà, gli aggiustamenti diplomatici con cui le democrazie occidentali hanno pensato di cavarsela di fonte a una pulizia etnica mostruosa. Il «perdono» chiesto da papa Francesco è il coraggio di assumere su di sé la colpa di tutto l’Occidente. È una lezione per i pavidi e per gli accondiscendenti che nel nome della Realpolitik, oppure del ricatto economico, consigliano l’indiretta complicità con i massacratori da blandire, o comunque da non contrariare con comportamenti temerari.Con questo gesto papa Francesco imprime una svolta nella considerazione internazionale delle stragi dei popoli da parte di governi impuniti. E anche la battaglia per la difesa dei diritti umani fondamentali avrà dalla sua qualche munizione in più. Certo, si tenterà di sminuire, di svilire il gesto papale, di dimenticare la pagina scritta in Birmania.Per i Rohingya non sarà la fine della persecuzione, ma il conforto di non sentirsi più, grazie a papa Francesco, completamente soli e abbandonati.
2.«Un mondo senza armi nucleari». All’Angelus di domenica 10 Francesco torna su un tema che ha affrontato con sempre maggiore urgenza negli ultimi tempi. «Cari fratelli e sorelle, oggi sarà conferito il Premio Nobel per la Pace alla Campagna internazionale per abolire le armi nucleari», ha ricordato il Papa. «Tale riconoscimento avviene in coincidenza con la Giornata delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, e questo sottolinea il forte legame tra i diritti umani e il disarmo nucleare».
3.Recuperare la domenica come giorno di riposo, «di gioia e di astensione dal lavoro». Dedicare il settimo giorno alla famiglia e alla spiritualità «ci fa vivere da figli e non da schiavi». Durante l’udienza generale di mercoledì 13, nell’Aula Paolo VI, Papa Francesco ha messo l’accento sulla necessità del riposo settimanale: «Alcune società secolarizzate hanno smarrito il senso cristiano della domenica illuminata dall’Eucaristia. È un peccato questo. Invece bisogna ravvivare questa consapevolezza, per recuperare il significato della festa, non perdere il senso della festa, della gioia, della comunità parrocchiale, della solidarietà, del riposo che ristora l’anima e il corpo».